Per otto secoli la Spagna medievale è divisa in maniera ineguale tra la cristianità e l’islam. Il frutto culturale di questi contatti tra cristiani e musulmani è l’arte mudéjar. Le difficoltà dei regni cristiani del nord nel ripopolare i territori conquistati a partire dal XIì secolo dà luogo a una decisione politica con conseguenze durature per la cultura medievale spagnola: si concede alla popolazione musulmana vinta di restare sotto il dominio cristiano, conservando la sua lingua, la religione e l’organizzazione giuridica.
Reales Alcázares, patio de las Doncellas, XiV-metà del XVI secolo, Siviglia.
Il complesso dei Reales Alcázares riunisce i migliori esempi dell'architettura mudejar palaziale,
poiché nelle varie strutture si mescolano i resti di palazzi califfali almohadi, gotici e mudéjar,
senza che i continui interventi successivi alterassero del tutto l’aspetto delle vestigia precedenti.
Splendidi sono gli zoccoli di alicatados', pezzetti di ceramica smaltata,
combinati per creare forme geometriche e intrecci.
Questi, pur con rifacimenti parziali di diverse epoche,
costituiscono, dopo quello dell’Alhambra,
il complesso più importante di decorazione medievale
e il modello per palazzi successivi.
Appaiono così i mudéjar, vassalli autorizzati a restare nella Spagna cristiana pagando un tributo. I monumenti islamici delle città conquistate esercitano un evidente fascino sui cristiani: gli alcázares sono trasformati nei palazzi dei re e le moschee consacrate come cattedrali. Il mudéjar è dunque il risultato della confluenza di due tradizioni artistiche, l’islamica e la cristiana, autentica espressione plastica del pensiero di una società in cui convivono , cristiani, mudéjar ed ebrei. Il mudéjar, quindi, non appartiene in senso stretto né alla storia dell’arte musulmana né a quella . occidentale cristiana, ma è un anello di congiunzione tra le due.
Casa di Pilatos, fine del XV secolo, Siviglia.
Delicati stucchi di chiara origine islamica decorano le pareti,
presentando iscrizioni in caratteri arabi, insieme a soggetti nasridi e ad alcuni motivi gotici.
Di primaria importanza sono i rivestimenti ceramici di azulejos che,
realizzati da Diego e Juan Polido intorno al 1530, decorano i muri del palazzo,
sempre rinnovato nel tempo con modelli estetici orientali.
La residenza di Pilatos ha tratti tipicamente orientali,
come il disegno labirintico e la successione di cortili,
con fontane e giardini al proprio interno.
I motivi moreschi (stalattiti, arabeschi, losanghe, iscrizioni cufiche) si mescolano con la flora naturalistica e gli animali del repertorio gotico. Molto diffuso è l’intaglio in legno per ornare stipiti, mensole, stalli, combinandosi con dorature e pitture; l’arredo con fittissimi intarsi geometrici di legni diversi, osso, avorio, madreperla, ispirati a modelli islamici; come pure l’uso della ceramica per rivestire pareti, zoccoli, pavimenti.
Artesonado del salone del Trono, 1492, L’Aljaferia, Palazzo dei Re Cattolici, Saragozza.
L’Aljaferia è un palazzo islamico dell'XI secolo, trasformato poi
in alcázar dei re d’Aragona, che vi aggiunsero ambienti mudéjar.
Il magnifico soffitto a cassettoni (artesonado),
capolavoro di falegnameria mudéjar,
fu eseguito da maestri moriscos e
presenta un’iscrizione latina in caratteri gotici
che celebra la gloria dei re cattolici Fernando e Isabella.
Finemente intagliato e dorato, il soffitto
miscela motivi geometrici e naturalistici,
desunti dal repertorio islamico e gotico.
L’ornamentazione degli edifici con motivi vegetali stilizzati, elementi geometrici, epigrafici, nastri e stelle, non costituisce un elemento secondario bensì primario: è elemento essenziale compositivo e strutturale, come in tutte le manifestazioni dell’arte islamica.
