Il Forum delle Muse

Prospettivismo

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view post Posted on 14/4/2013, 11:53     +1   -1
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Magazziniere delle Muse

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Prospettivismo

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Paolo Uccello, Battaglia di San Romano
1456 circa, Firenze, Uffizi


Diffusione : Nasce in Italia e si diffonde in tutta Europa
Periodo: XV secolo
Curiosità: L’inventore del metodo della corretta costruzione prospettica
fu Filippo Brunelleschi che lo esemplificò ai primi del Quattrocento
in due tavolette prospettiche, ora perdute, rappresentanti
l’una il battistero di San Giovanni,
visto dalla porta centrale del duomo,
e l’altra piazza della Signoria e Palazzo Vecchio
.



Il termine latino prospicere significa “penetrare con lo sguardo": un concetto semplice, ma che segna una vera rivoluzione nel campo delle arti figurative. La tecnica della prospettiva è un artificio grafico per raffigurare un corpo solido e tridimensionale su una superficie piana, come un affresco o una tavola.



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Piero della Francesca, Annunciazione, 1459 Sant'Antonio, Perugia, galleria Nazionale dell’Umbria.
Questa cimasa con andamento perimetrale scalare è piena espressione delle enunciazioni prospettiche
teorizzate da Leon Battista Alberti e della ricerca della massima potenzialità della luce nel definire oggetti e persone.
Il dipinto segna l’importantissimo momento di passaggio in pittura dall’uso della tecnica a tempera
all’uso della tecnica a olio, forse dovuto anche all'avvicinamento alla pittura fiamminga
cui l’artista si accostò in modo autonomo e personale, esaltandone al massimo le potenzialità luministiche.
Nel robusto impianto prospettico del cortile porticato di gusto classico l'opera
denuncia la formazione fiorentina del maestro, mentre la luminosa intonazione cromatica
discende dall'alunnato presso Domenico Veneziano.



È un modo per riprodurre verosimilmente la realtà, fatta non di sagome piatte ma di volumi, definiti dalla luce all'intemo di spazi riconoscibili, percorribili, naturali o architettonici. Nel Medioevo l’arte si era prevalentemente indirizzata alla definizione di immagini lineari e bidimensionali, collocando le figure in pose frontali.



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Attribuito a Francesco di Giorgio Martini o a Francesco Laurana, Città ideale.
1480-1490, Urbino, Galleria Rionale delle Marche.
La tavola è una silenziosa veduta architettonica
dove le geometrie perfette degli edifici misurano e scandiscono
spazi rigorosi, simbolo della cultura prospettica e umanistica della corte di Urbino.
Elemento centrale è un grande edificio circolare di carattere pubblico,
ma non necessariamente religioso.
Il tempio a pianta centrale diventerà ben presto
uno dei più tipici campi di ricerca progettuale nell’Italia centrale.
Nonostante le ipotesi formulate via via dagli studiosi,
questo singolare dipinto resta di dubbia attribuzione:
si deve comunque considerare un esito caratteristico
del contesto intellettuale e artistico intorno alla corte di Urbino.
La città ideale è interamente realizzata secondo
un rigoroso e serrato progetto architettonico,
che non prevede spazi di verde:
la natura occhieggia dalle colline che si intravedono sullo sfondo.
Il vasto spazio urbano lastricato di marmi, una sorta di piazza aperta,
è definito geometricamente da due pozzi ottagonali
collocati in posizione perfettamente simmetrica.
Benché l’articolazione urbanistica sia regolare e simmetrica,
gli edifici porticati che compongono le quinte sono simili per volumi,
ma diversi per concezione architettonica.



Il desiderio di identificare con solida concretezza il volume di una figura umana all’interno di uno spazio misurabile era già stato espresso da Giotto e risolto per via empirica, senza però ancora giungere a una visione unitaria dello spazio. Ora questo processo di studio teorico e sperimentale viene ripreso a Firenze all’inizio del XV secolo.



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Antonello da Messina, San Girolamo nello studio, 1475 circa, Londra, National Gallery.
Antonello rende la prospettiva toscana elemento non solo formale ma di contenuto;
effettua una sintesi tra il concetto di spazio unitario italiano e il microcosmo fiammingo.
L'architettura dell’ambiente è di gusto tardogotico iberico, così come si usava in Sicilia,
allora parte del regno di Napoli, al tempo di Antonello.
Il pavimento in rigorosa prospettiva di mattonelle dipinte di tipo siculo-spagnolo.
Il pittore costruisce prospetticamente uno spazi multiplo,
unificato dalla luce e immerso in un profondo silenzio
in una perfetta sintesi prospettica e luministica.
La tavola ci permette di misurare la padronanza
con cui Antonello analizza "alla fiamminga" i particolari più minuti della scena:
i libri, i vasi di Malines sulla pedana, le mattonelle del pavimento,
gli uccelli in controluce sui davanzali delle bifore.



La prospettiva è uno strumento tecnico per la rappresentazione dello spazio, ma è insieme molto di più: un mezzo di conoscenza scientifica, di appropriazione diretta della realtà. Mentre nelle Fiandre l’acuta attenzione per la realtà porta alla minuziosa descrizione di un microcosmo fitto di dettagli, accuratamente definiti dalla luminosa pittura a olio, nell’arte toscana prevalgono forme monumentali, di solenne respiro architettonico, basate su rigide regole di matematica e geometria.



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Giovanni da Verona Scorcio di città,fine del XV-inizio del XVI secolo, Verona Santa Maria in Organo
Questa tarsia lignea è parte di una serie che decora gli stalli del coro,
alternando vedute urbane e finti armadi aperti con oggetti in prospettiva.
L’artista applica in maniera rigorosa le regole prospettiche con straordinari effetti illusionistici.
Lo schema prospettico, creando un reticolo di forme geometriche,
forniva il supporto da seguire per il lavoro di intarsio, con tasselli di vari legni,
sagomati in forme di diversa grandezza e commessi seguendo il disegno preparatorio.
La tarsia è il campo della più rigorosa applicazione prospettica,
spinta fino ai più audaci effetti di illusionismo ottico (trompe-l’oeil),
dando autonomia a motivi marginali in pittura,
come la veduta architettonica e la natura morta geometrica.



L’empirica, meticolosa visione fiamminga e l’impostazione compositiva italiana, geometrica e classica, costituiscono le due strade principali del realismo prospettico quattrocentesco. La diffusione di questi nuovi modelli geometrico-matematici avverrà anche grazie alla circolazione dei trattati teorici, fra cui De pictura di Leon Battista Alberti (1435) e De prospectiva pingendi di Piero della Francesca (1490 circa).



Edited by filokalos - 14/4/2013, 20:14
 
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