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Gotico

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view post Posted on 21/1/2013, 12:20     +1   -1
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Gotico

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Diffusione
Nasce nell'Ile-de-France e si diffonde in tutta Europa
Periodo
Metà del XII-XV secolo
Curiosità
"Vennero a risorgere nuovi architetti,
che delle loro barbare nazioni fecero il modo
di quella maniera di edifici che oggi
da noi son chiamati tedeschi"
(Giorgio Vasari, Le vite).



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Giotto Maestà di Ognissanti.
1306-1310. Firenze. Uffizi.

La definizione di stile gotico si applica al fenomeno artistico che inizia in Francia attorno al 1140, in Inghilterra e Spagna alla fine del XII secolo, in Germania non prima del Duecento e in Italia ancora più tardi.
La periodizzazione dell’arte medievale in base a caratteristiche morfologiche deriva dall'architettura, ma fu poi estesa dagli storici dell’arte a pittura, scultura e arti minori, in base alla convinzione che esistesse un’unità culturale nelle varie epoche.
Il termine “gotico" compare con una connotazione fortemente negativa (gotico = barbarico) negli scritti dell'Umanesimo e del Rinascimento, tanto che un’attenzione entusiastica al gotico si ha soltanto in epoca romantica e soprattutto nei paesi nordici, in concomitanza con il recupero delle radici medievali della propria cultura nazionale.
La cattedrale gotica è l’espressione compiuta del nuovo stile e della rinnovata civiltà urbana di borghesi e mercanti.
L'impiego dell'arco a sesto acuto sostituisce la pesante volta a crociera romanica con la volta a ogiva, agile e scattante, il cui peso è scaricato dai costoloni sui pilastri; si elimina il valore della massa muraria per aprire grandi finestre, vere pareti di vetro colorato.
L’architettura romanica si converte in una struttura non più statica, basata sul forte spessore dei muri, ma in un sistema-scheletro che si libera di tutte le parti superflue e individua le forze agenti all'interno, le spinte delle volte e il peso del tetto e dei muri, allo scopo di convogliarle in percorsi verticali predeterminati.
Lo spazio si articola secondo una partitura geometrica scandita dalle direttrici verticali dei pilastri a tutta altezza e delle arcate dal profilo archiacuto.
La tensione verso l’alto, la campata quale modulo generante lo spazio interno, l'articolazione delle pareti e le grandi finestre concorrono alla dissoluzione del muro, alla “diafanità" della struttura.
Questo impianto, leggero ed elastico, priva le pareti della funzione portante e le svuota con l’apertura di grandi finestre e rosoni a vetrate policrome che irraggiano fasci di luce colorata che nella sua mutevolezza trasfigura lo spazio.
La luce, in opposizione alla penombra della chiesa romanica, diviene così protagonista della teoria figurativa gotica, per evidenziare fisicamente e metaforicamente i procedimenti logici e costruttivi sottesi alla costruzione della cattedrale, strutturata come il coevo pensiero scolastico.
Gli ampi portali strombati, gli sporti, le guglie, i pinnacoli, le cuspidi e i torrioni della facciata accentuano la dimensione verticale, simbolo della tensione verso il divino, e offrono largo spazio alle sculture: esse escono dalla struttura impietrita delle pareti a rilievo tipiche del romanico e, mantenendosi legate alla forma delle colonne che si ergono dietro di loro, diventano loro stesse parte dell’architettura.



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Cattedrale di Amiens, costruita nel 1220.


La facciata, iniziata dall'architetto Robert de Luzarches assume come principio generatore il grande rosone centrale, collocato in posizione tangente rispetto alla chiave di volta maggiore interna.
Le proporzioni della navata, molto alta e stretta, costringono ¡l rosone in una posizione molto elevata, mentre la zona inferiore dei portali si connette alla quota del triforio tramite l'inserimento di due fasce orizzontali (un ambulacro e la galerie des Rois), che sottolineano ulteriormente lo stretto collegamento tra esterno e interno.
La facciata è assai articolata, solcata da ombre profonde, sovraccarica di elementi decorativi e piani diversi di sculture, e contrasta nettamente con la severa semplicità delle parti interne.
Ricercando la massima leggerezza della struttura, l'architetto diminuisce lo spessore della facciata, che non occupa più in pianta, come a Chartres o a Reims, una campata, e inserisce davanti alle torri enormi contrafforti sporgenti, nei quali si sviluppano gli imbotti dei portali laterali.



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Cattedrale di Saint-Étienne. interno, 1195-1214. Bourges.


La ricca decorazione absidale è costituita da vetrate istoriate del cleristorio e del deambulatorio che, nella scelta tematica, sottolineano l'autorità morale del vescovo di Bourges, elevato al ruolo di primate d’Aquitania (1202) per difendere l'ortodossia cattolica dall'eresia degli albigesi.
La struttura appare molto slanciata, anche grazie alle sottili colonnine che. lasciando in vista gran parte cella muratura dei pilastri, raggiungono le volte, conferendo a queste ultime un aspetto di ariosa leggerezza.
La cattedrale di Bourges è uno dei primi edifici dichiaratamente gotici costruito a sud della Loira.
L'impianto spaziale della chiesa risulta assai dilatato, in quanto l’edificio è costituito da cinque navate, evocando il modello di Notre-Dame a Parigi.



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Profeti e regine. portale dei Re, 1145-1155, Chartres, cattedrale di Notre-Dame.


Le statue-colonna, così dette perché scolpite nello stesso blocco di pietra delle colonne della strombatura, sono elemento distintivo dei portali { gotici francesi a partire dal XII secolo.
Il fascino di queste figure risiede nel contrasto tra una forma altamente stilizzata, accentuata dalla rigidità assiale e dal panneggio a fitte pieghe verticali parallele, e una loro vitale sensibilità.
Le severe figure poggiano su piccoli piedistalli con i piedi puntati in avanti, quasi in precario equilibrio nonostante la frontalità rigida e verticale della rappresentazione.
La solenne austerità dei profeti e delle regine dell'Antico Testamento che si affacciano dagli strombi è stemperata dall'estrema raffinatezza delle decorazioni e degli ornamenti descritti da sottili incisioni con accenni naturalistici come le lunghe trecce e i riccioli delle barbe.



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Giovanni Pisano, pulpito. 1302-1310. Pisa, duomo.


Le raffigurazioni fluiscono in maniera ininterrotta creando un effetto di circolarità, dalla quale viene esaltata la plasticità delle figure. Un audace e sussultante avvicendarsi di vuoti e di pieni si rincorre nelle scene sacre incassate nelle specchiature convesse.
La vivacità dei rilievi è resa possibile dall'eccezionale padronanza tecnica dell'artefice. in grado di modulare il rilievo dallo stiacciato al tutto tondo, abilità che si traduce in una nuova consapevolezza di sé, espressa dallo scultore nel l'iscrizione che corre lungo il pulpito.
Accanto a chiari caratteri gotici, appare evidente un esplicito ripensamento all'antico, nell'iconografia (la figura della Prudenza ricorda le Veneri ellenistiche) e nella solenne composizione.
A Giovanni Pisano si deve la sterzata gotica della scultura italiana.
che si apre a una sorprendente capacità di rendere la dimensione umana dei personaggi, intesa sia come singola espressione sia come coralità di azioni.



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Ambrogio Lorenzetti,Effetti del buon governo in città, 1337-1339, Sièna, Palazzo Pubblico.


L'impostazione di questa allegoria è quella di un poemetto allegorico-didattico sul modello del Tesoretto scritto in volgare da Brunetto Latini. Lo stile è invece minuzioso e ricco di dettagli realistici, tratti dall'osservazione diretta della vita quotidiana.
È messa in scena la Siena ricca e operosa che commercia con i grandi mercati del nord (Marsiglia, la Champagne e Londra) e che ha tra le principali attività economiche quella dei cambiavalute e quelle delle corporazioni di arti e mestieri.
La città viene ritratta in tutte le svariate occupazioni che la animano: al centro nove giovani donne danzano, abbigliate in modo variopinto ed elegante, forse un'allusione al governo dei Nove, committente del dipinto.
Il pittore ci regala una limpida e particolareggiata visione ideale della città trecentesca, punteggiata di splendide architetture, in cui gli abitanti sono impegnati nelle loro attività quotidiane.
Il ciclo riveste, oltre all'alto valore estetico e formale, un’enorme rilevanza storica, rivelandoci l'aspetto, seppur idealizzato, che aveva la città nel periodo del suo massimo splendore.
Ambrogio Lorenzetti impagina un grande affresco che non si può abbracciare con un solo sguardo: la minuzia dei dettagli e delle scene invita lo spettatore a perdersi negli episodi, come quello dei muratori che costruiscono un edificio o la lezione del maestro in cattedra.



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Storia dell'imperatore e predicazione di Pietro L'Eremita, dal Roman de Godefroi de Bouillon,
1337. Parigi, Bibliothèque Nationale.


La partitura cel codice mimato è in sei riquadri e risulta molto vivace nella cromia ed elaborato nelle complesse incorniciature della pagina. Le figure seno tratteggiate da contorni mossi e veloci, eleganti e aggraziati.
Un'elegante cadenza lineare e la dinamica narrativa s animano, variando l'incedere delle figure all'interno delle singole scene e muovendo personaggi contro un prezioso sfondo che imita la policromia luminosa delle vetrate contemporanee.
Nel corso del XII-XIII secolo l’uso del manoscritto miniato si secolarizza: le officine del minio devono rispondere a nuovi tipi di committenza laica, come le università, le cancellerie, il notariato.



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Puccio di Buoniniegna. Storie della Vergine. 1288-1290, Siena, duomo.


Il trono della Vergine è rappresentato in marmi colorati, anziché in legno tornito e dorato, come si usava dipingere i troni fino a quel momento, secondo la tradizione bizantina.
La vetrata diviene nell'arte gotica elemento integrante dell'architettura. L'affermarsi dello stile gotico, caratterizzato da proporzioni allungate e da altezze vertiginose, ha come conseguenza la suddivisione delle aperture per la luce in rosoni 3 strette monofore.
A Duccio si deve il disegno o il cartone, mentre l'esecuzione fu affidata a maestri vetrai. Il pittore rifinì poi le immagini a grisaille.
La solida plasticità delle scene e il saldo impianto volumetrico sono caratteri dello stile di Duccio.
Il linguaggio figurativo gotico ha la capacità di comunicare ai sensi: la luce filtrata dal vetri colorati evoca non solo la presenza del divino soprannaturale, ma anche la bellezza multiforme e radiosa del creato.



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Storie della Vergine, dittico in avorio, 1325-1350, Firenze, Museo del Bargello.


La preziosa struttura di questo dittico in avorio policromo, di provenienza francese, rivela una raffinata concezione estetica: le scene del Y Infanzia di Cristo si svolgono al di là di un'illusionistica architettura retta da esili colonnine.
Lo spazio nei quattro riquadri imita en petit il repertorio della decorazione architettonica delle cattedrali: dalle cuspidi alle guglie, dalle giamberghe costellate di gattoni alle gallerie di archi pensili.
La profondità dell'intaglio permette di far muovere i personaggi con spigliata vivacità, così da conferire alla narrazione, pur nelle ridotte dimensioni, una certa monumentalità, come ben si vede nel l'impostazione di scorcio della figura della Vergine nella scena 6e\YAdorazione dei Magi.



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Ugolino di Vieri. Reliquiario del Santo Corporale di Bolsena. 1337-1338. Orvieto, duomo.


L'orafo senese Ugolino di Vieri che nel 1263 si macchiò del sangue realizzò questo scrigno per scaturito miracolosamente per conservare la piccola tovaglia convincere un prete scettico della posta sotto le ostie consacrate. verità della transustanziazione.
La struttura dell'opera imita la facciata di una chiesa, con guglie e pinnacoli che tripartiscono lo spazio in navate minori e una navata centrale maggiore.
Tale soluzione miniaturizza le forme architettoniche, come pure le sculture a tutto tondo, ed è assai diffusa nel Trecento.
L'artista senese adotta la tecnica dello smalto traslucido per sfruttarne le potenzialità chiaroscurali, in modo da conferire maggiore senso plastico ai personaggi che popolano le scene e all'insieme l'eleganza narrativa della contemporanea pittura senese.




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L'emblema del Gotico: la Cattedrale di Notre-Dame di Parigi!



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La novità più originale dell'architettura gotica è la scomparsa delle spesse masse murarie tipiche del romanico: il peso della struttura non veniva più assorbito dalle pareti, ma veniva distribuito su pilastri all'interno e nel perimetro, coadiuvati da strutture secondarie come archi rampanti e contrafforti.

Lo svuotamento della parete dai carichi permise la realizzazione di pareti di luce, coperte da magnifiche vetrate, alle quali corrispondeva fuori un complesso reticolo di elementi portanti.

A partire dai soli pilastri a fascio si dipana un sistema di contrafforti ben più ampio e diversificato di quello romanico: gli archi rampanti, i pinnacoli, i piloni esterni, gli archi di scarico sono tutti elementi strutturali, che contengono e indirizzano al suolo le spinte laterali della copertura, con conseguente alleggerimento delle murature di riempimento, che presentano un numero maggiore di aperture.



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Un "gargoyle" della Cattedrale di Notre-Dame



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Ma la straordinaria capacità degli architetti gotici non si esaurisce nella nuova struttura statica messa a punto: gli edifici, svuotati dal limite delle pareti in muratura, poterono svilupparsi in uno slancio verticale, arrivando a toccare altezze ai limiti delle possibilità della statica.
La cattedrale più alta costruita è quella di Beauvais le cui volte raggiungono un'altezza di ben 48,5 metri (la Cattedrale di Notre-Dame di Parigi ne misura che 33).
Questa caratteristica non fu una novità assoluta e si sviluppò probabilmente da chiese con verticalità preminente già nell'epoca romanica, in Normandia e in Inghilterra (che all'epoca formavano un'unità politica comune). Strumenti essenziali per questo sviluppo "aereo" furono:


  1. l'uso massiccio dell'arco a sesto acuto (di origine sasanide e islamica, in uso già in epoca romanica, per esempio in Borgogna), che permette di scaricare il peso sui piedritti generando minori spinte laterali rispetto ad un arco a tutto sesto;l'uso massiccio dell'arco a sesto acuto (di origine sasanide e islamica, in uso già in epoca romanica, per esempio in Borgogna), che permette di scaricare il peso sui piedritti generando minori spinte laterali rispetto ad un arco a tutto sesto;


  2. la volta a crociera ogivale, che può creare anche campate rettangolari invece di quadrate;


  3. gli archi rampanti innestati su contrafforti esterni, che ingabbiano la costruzione disponendosi dinamicamente attorno a navate ed absidi.



Dalle Terrazze del Duomo di Milano il trionfo del Gotico Italiano.

In Inghilterra si ebbe in seguito un ulteriore sviluppo della volta a crociera con la volta a sei spicchi e poi a raggiera o a ventaglio: tutte soluzioni che permettevano una migliore distribuzione del peso a favore di una maggiore altezza.
Ciò che rende affascinante l'architettura gotica è la stretta corrispondenza fra idee estetiche e innovazioni tecnologiche. L'obiettivo di rendere gli interni degli edifici sacri luminosi e ampi è raggiunto grazie all'utilizzo, sempre più perfezionato e rivoluzionario, dei principi costruttivi della volta a crociera e dell'arco acuto. L'integrazione di queste due tecniche permetterà la costruzione di flessibili campate rettangolari (non più soggette alla limitazione dell'impiego della forma quadrata come in età romanica) e la costituzione di organismi architettonici puntiformi, senza cioè che il muro abbia più funzioni portanti, svolte unicamente dai pilastri, riservando ai muri esterni una mera funzione di tamponamento. L'assenza di carico da parte della volta sui muri perimetrali, assorbito dai pilastri e dai contrafforti esterni, permetterà la sostituzione della pietra del muro col vetro delle finestre, che raggiungeranno dimensioni mai viste prima. Tutto il sistema di spinte e contro-spinte generato dalle volte a crociera e dai contrafforti, realizzati con pinnacoli e archi rampanti spostati all'esterno, costituirà un altro capitolo dell'estetica gotica, strettamente legata ad un pragmatismo strutturale che affascinerà gli ingegneri del ferro e dei nuovi materiali del XIX secolo.













Edited by filokalos - 4/2/2013, 07:47
 
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