Così cantavano Cochi e Renato nel 1966 (da un testo scritto da Enzo Jannacci), e pareva sottolineare quel binomio di amore e scarsa grammatica che ancora si riscontra con facilità sui muri delle città e sulle bacheche dei social network.
Su Facebook sorgono gruppi con nomi come: «Scartare corteggiatori e potenziali amanti per gli errori grammaticali», dove molti (sono soprattutto ragazze) denunciano maldestri approcci a base di
«Questo amore immenzo x te» ...
«Ciao bambolina scusa se ti o fatto sofrire».
Molto più recente è il gruppo «Amori grammaticalmente scorretti» che pubblica soprattutto foto di scritte su muri.
In un’ideale classifica ci sarebbe da mettere al primo posto «Ge tem» - che forse non è di comprensione immediata, ma quando ci si arriva scatena tutta la sua potenza (l’errore infatti sprigiona energia).
Non è però semplice scegliere tra esempi come «Q’anto ti amo» (che a parere del curatore di questa pagina talmente memorabile da meritarsi il sotto-titolo) o «Vorrei baciarti sulle tue dolcissime l'abbra» o «Hai un bel didietro ma anche il d’avanti non è male» o «Hai fatto la ceretta? Anche al linguine?» o «Penso ha te» o ......
«Mara rimanerai sempre nel mio cuore»
Non credo che "rimanerai" nel cuore delle Muse, però...
Tentazioni ermeneutiche, in direzione psicoanalitica, diventano irresistibili con «Mi ahi deluso», dove l’ausiliare si tramuta in una più efficace onomatopea del dolore... [/color]
O l’ancora più rivelatore «Mona Mour».
Cos'è un nuovo epiteto per "Mourinho"????
Ma di fronte a... «Adio pupa tio amato»...
... non resta che arrendersi alla vastità dell'ignoranza dei moderni bardi graffitari....
Ed a «Io x te muoro» è chiaro che non bisogna seguire la pista del significato.
Qui è l’espressione che nel passaggio dal pensiero alla scrittura fallisce proprio per la propria ambizione...
Cerca di parlare in lingue solo orecchiate, magari da canzonette francesi o inglesi, aggiunge elementi grafici come apostrofi o emoticon, impreziosisce il lessico.
Uso alternativo della congiunzione "almeno"....
Cade perché va in alto, troppo in alto. Almeno tre metri sopra il cielo, ma è meglio quattro, come dice l’ultima scritta: «perché a tre metri stanno molta gente»...