Una settimana, un mese, una stagione. Spuntano all’improvviso tra le mura di locali in disuso, fabbriche vuote o teatri chiusi.
Li chiamano temporary, pop up, vacant. Sono le tante attività commerciali che, in una società dai tempi dettati dal web (e penalizzata dalla crisi), si sono reinventate scegliendo soluzioni precarie. E innovative.
La formula è stata inventata qualche anno fa con i temporary store, negozi che aprono per un periodo limitato di tempo, e ha trovato oggi un fortunato seguito con ristoranti, hotel, caffè o persino chiese.
Sono nati così i guerrilla restaurant nei salotti di casa, in giardini e terrazze.
Pochi coperti, niente insegne, ma il tutto esaurito attraverso il tam tam sui social network. Offrono un menù fisso a un prezzo contenuto.
A Los Angeles il giovane chef Ludo Lefebvre riempie le cronache con il suo progetto Ludo Bites, un ristorante nomade, che apre ogni stagione in un posto nuovo e si muove come fosse in tournée, da seguire via web.
Ad Hoc, il bistrò a menù fisso dello stellato chef americano Thomas Keller doveva restare aperto un solo inverno, invece non chiuderà, a grande richiesta dei fan.
I locali a tempo sorgono ovunque, persino sul tetto di un museo.
È stato così al Palais de Tokyo di Parigi, sul cui roof ha aperto prima l’Everland Hotel, il minuscolo albergo mono-camera durato qualche mese, e poi l’Art Home, strepitoso locale in vetro con vista sulla Torre Eiffel.
Ideato dall’artista Laurent Grasso e dal direttore culinario Gilles Stassart, il ristorante è nella copertina del nuovo volume della Taschen Temporary Architecture Now! (pp. 416, euro 29,99) che mostra un’ampia galleria di strutture in movimento, risultato delle intuizioni di architetti e designer di mezzo mondo.
Cosa hanno in comune?
Che durano poco.
Giusto il tempo di un espresso: magari nel bar à-porter Illy Push Button House, che ha girato l’Italia con la sua struttura dinamica che si schiude come un fiore.
Nel libro, si trovano esempi di ogni tipo, dalle geniali soluzioni di maestri come Zaha Hadid e Rem Koolhaas al servizio di negozi e padiglioni artistici, fino alla casa pop up: la Red+Housing dello studio Obra Architects: piccola negli spazi, ma soprattutto nei costi, pensata per le vacanze e per le emergenze umanitarie.
E se oggi pensare a un matrimonio è un lusso a New York (stagionalmente) apre una Wedding Chapel, una micro-cappella da decorare a proprio piacimento, che con 500 dollari offre il pacchetto completo, musica e foto incluse.
L’unico problema? Beccare il momento giusto... 
