Non solo un ottimo ristorante e molto più di un albergo di classe superiore, Les Crayères incarna oggi come cent’anni fa, quando fu costruito, il modello più alto dell’art de vivre alla francese applicata all’ospitalità.
Sette ettari di parco secolare, una dimora-castello dove le sale, i salotti e le 20 suite e stanze sono stati concepiti e realizzati all’insegna dell’eleganza e della raffinatezza, dove ogni camino, ogni divano, ogni abat-jour o trumeau sono veri pezzi d’antiquariato vissuto e da vivere; e dove ogni gesto del personale e ogni momento del servizio paiono coordinati da una macchina invisibile regolata per esaltare la calma, il bello, il buono dai quali si è circondati.
Les Crayères è la foresteria di superlusso per gli ospiti delle grandi maison di Champagne e il suo ristorante, Le Parc, è stato per decenni la miglior tavola della regione, nelle mani prima di Gaston Boyer e poi di suo figlio Gérard.
Didier Elena
Il quale ottenne e mantenne a lungo, per la verità senza meritarle, le tre stelle Michelin in virtù della magia della casa molto più che grazie a una cucina semplicemente buona ma molto pretenziosa.
Philippe Mille
Ritiratosi Boyer, ai comandi è stato per un paio d’anni Didier Elena, brillante e solido chef della scuola Ducasse.
Nella primavera scorsa gli è subentrato Philippe Mille, già secondo del tre stelle Yannick Alleno al Meurice.
Il giovane Mille è una rivelazione: altroché Boyer, nessun rimpianto per Elena, ha talento e cultura, è tecnicamente ferrato, si destreggia con disinvoltura tanto fra i classici, che interpreta con verve e rigore, quanto tra gli accostamenti innovativi.
Non ha paura di offrire al gastronomo italiano un impeccabile risotto al tartufo bianco con carciofi confit e lamelle di Parmigiano invecchiato, va a segno con un umile filetto di nasello ricoperto di polvere di porcini, convince con la pernice grigia in due cotture e trionfa con una personale e magistrale esecuzione del monumentale e classicissimo “lièvre à la royale”.
Su questo Mille, insomma, si può scommettere.
Come d’altronde su tutta la squadra, a partire dal capo sommelier Philippe Jamesse, che giostra, silenzioso e sornione, una spettacolare cantina dove lo Champagne di per sé allinea 400 referenze.
Se il conto spaventa (almeno 150 euro, il grande menu, Champagne compresi, a 295), nella bellissima brasserie Le Jardin, nel parco, si mangia bene con 30-35 euro.