Che fareste se di colpo vi ritrovaste a fare due chiacchiere con Galileo o con Bismark? Che fareste se si potesse tornare indietro?
Parte proprio da semplici domande come queste un interessante film del 1980: cosa succederebbe se una moderna portaerei americana si ritrovasse misteriosamente nel passato, alla vigilia di un evento bellico di portata mondiale?
Il cast di
Countdown dimensione Zero
Ed ecco la risposta: dopo un iniziale e comprensibile sbigottimento da parte dell'equipaggio, ogni membro si renderebbe subito conto che una piccola azione o una semplice decisione sarebbero sufficienti a cambiare l'intero corso della storia.
Questa è dunque la base di Countdown dimensione zero, un singolare film di fantascienza diretto dal regista Don Taylor, una pagina importante del cinema sui viaggi nel tempo e sui paradossi temporali.
Si tratta di un film dove l'elemento fantastico irrompe in un contesto realistico, quasi documentaristico: navi e aerei sono infatti tutti ripresi dal vero e l'unico contributo di effetti speciali riguarda la visualizzazione dell'anomalia temporale.
La sceneggiatura deve qualcosa a certi classici episodi della serie tv di Rod Serling Ai confini della realtà, ma anche agli incredibili resoconti di sparizioni di navi nel Triangolo delle Bermude e, molto probabilmente, a una delle teorie sul Philadelphia Experiment (cliccandoci andrete alla pagina del forum in cui se ne parla... ), secondo la quale esisterebbe un tunnel temporale che collega gli anni '40 agli anni '80.
Le anomalie temporali e i viaggi nel tempo sono un tema a cui il cinema dedicherà sempre maggiore spazio visto il grande favore che l'argomento incontra nel pubblico: basti pensare al successo di Ritorno al futuro di Robert Zemeckis.
Ora, nell'ipotesi che una nave possa sparire improvvisamente per riapparire in un'altra epoca, in un'altra dimensione spaziotemporale, sorgono alcuni problemi molto più pratici che filosofici.
Infatti se un uomo dal presente tornasse nel passato e decidesse di cambiare il corso degli eventi, è ovvio che, se poi quest'uomo avesse la fortuna di ritornare nuovamente nel presente da cui era partito, non ritroverebbe certo quel che aveva lasciato e, forse, si ritroverebbe cambiato egli stesso.
In altri termini, qualsiasi azione noi possiamo compiere nel passato, anche la più irrilevante, non può che significare un cambiamento del corso della storia.
Perché se il presente è quello che è, lo si deve al modo in cui le persone hanno agito nel passato.
Martin Sheen
È proprio quello che sostiene Lasky, il personaggio interpretato da Martin Sheen. Ma esiste una tesi contraria, sostenuta nel film da Owens (James Farentino), secondo il quale la storia non è così facile da modificare e qualsiasi intervento nel passato ne fa già comunque parte.
Dunque, se valesse la prima tesi, il corso degli eventi sarebbe modificabile, se fosse invece vera la seconda, la storia sarebbe immutabile: gli sceneggiatori di Countdown dimensione zero sposarono la seconda.
Il film si apre a Pearl Harbour, nelle isole Hawaii, nel 1981, quando Lasky si imbarca sulla portaerei USS Nimitz come osservatore per conto del progettista della nave.
A bordo, Lasky conosce il comandante Yelland (Kirk Douglas) e il capitano Owens, capo dei piloti, appassionato di storia della seconda guerra mondiale.
Kirk Douglas
Ben presto però la portaerei si trova ad affrontare qualcosa di imprevisto: una tempesta di natura sconosciuta awolge l'intera Nimitz in una nebbia verde-azzurra.
Quando ne vengono fuori, niente appare come dovrebbe: le altre navi della flotta USA sono sparite e la radio capta soltanto vecchi programmi degli anni '40.
La nave ha viaggiato indietro nel tempo e si trova alla vigilia dell'attacco a sorpresa dell'aviazione giapponese che, il 7 dicembre 1941, trascinò gli USA nella seconda guerra mondiale.
Solo che la nave dispone di moderni Awacs e di F-14 Tomcat (aerei spia e da combattimento) la cui potenza sarebbe sufficiente a neutralizzare l'attacco giapponese e vincere la guerra prima ancora che abbia inizio. Intanto due caccia giapponesi attaccano un'imbarcazione civile americana.
Per impedire che mitraglino i sopravvissuti, due F-14 sono costretti a intervenire, avendo presto ragione degli "antiquati" velivoli.
La Nimitz recupera i superstiti, ma qualcosa è cambiato perché il futuro ha interferito con il passato.
Il dado è tratto e ora il comandante Yelland è a un bivio: favorire il "normale" corso della storia, oppure impedire che Pearl Harbour venga distrutta?
A rimettere a posto le cose, provvedono il destino e la misteriosa tempesta, che raggiunge di nuovo la nave.
La portaerei ritorna al suo tempo, dopo essere stata data per dispersa per alcune ore.
Al momento di sbarcare, Lasky capisce che nulla di quanto è avvenuto è stato casuale e che la tesi di Owens, secondo cui la storia è immutabile, è sorprendentemente vera.