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Carlo Mollino "Maniera Moderna"

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view post Posted on 1/11/2011, 18:34     +1   -1
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Architetto e designer, ma anche fotografo,
grafico, ingegnere, scenografo.
Un personaggio eclettico, geniale quasi in tutto.
Le architetture montane a Breuil-Cervinia
e in Valtournanche sono icone di modernità.
I suoi scatti fotografici hanno influenzato Helmut Newton.
Le sue opere originali sono ricercatissime
e contese dai collezionisti a cifre astronomiche.





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C’è qualcuno che, prima di Andy Warhol, aveva già capito tutta la versatilità e la potenzialità delle Polaroid e usava quel formato per raccontare i propri sogni erotici, da feticista. Una confessione del piacere en privé (le immagini le scattava nella sua garçonnière) che avveniva attraverso una stilizzazione estetica del sesso, messa in scena con un set curato fin nei minimi dettagli.

E questo qualcuno era il piemontese Carlo Mollino (1905/1973), un vero pioniere dell’immagine: fu lui a spianare la strada ad Andy e più tardi a Helmut Newton, “allievo” indiretto, quanto a sensibilità.

Nelle sue foto, Mollino sveste e veste le sue donne (spesso prostitute), prediligendo il cosiddetto lato B. E lo fa pensando a come sarebbe lui stesso en travesti. :blink:

Carlo Mollino in realtà è soprattutto architetto,maquesta disciplina non gli basta per sfoderare tutti i suoi talenti: è un tipo particolare, molto dandy, al quale è difficile applicare qualsiasi definizione “definitiva”, forse è più semplice etichettarlo come un grande eclettico,
per il quale la camera oscura non aveva segreti, dimostrando di aver appreso molto da Man Ray.

Due musei europei (la Kunsthalle di Vienna dal 30 agosto e la Haus der Kunst di Monaco di Baviera dal 15 settembre) hanno deciso di sviscerare i chiaroscuri di questa personalità che si è applicata anche magistralmente al design di oggetti e di mobili (suoi pezzi sono al Victoria & Albert Museum di Londra e al Pompidou).



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Camera di commercio Torino - Progetto Mollino



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Nella grande personale dedicata al suo lavoro alla Haus der Kunst di Monaco, tra i materiali d’archivio, oltre a disegni, progetti e arredi, sono esposte le sue celebri polaroid che ritraggono donne in atteggiamenti erotici, (ne sono state ritrovate oltre 2.000 alla sua morte), gli amati sci, la macchina Bisiluro con cui ha corso la 24 ore di Le Mans.



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La Bisiluro



In mostra anche un saggio fotografico firmato da Armin Linke, realizzato per l’occasione, che documenta la stato in cui versano le opere realizzate da Mollino.



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Circolo Ippica di Torino.
Fotomontaggio realizzato dallo stesso Mollino nel 1941

Il suo lavoro, di grandissimo interesse, è stato a lungo ignorato.

Basti pensare che la Società Ippica Torinese, costruita nel 1937, è stata demolita dopo soli 23 anni.

L’eclettico architetto ha avuto un rapporto di amore e odio con la sua Torino, città che pure non ha mai abbandonato.

Come anche con il padre ingegnere, che lo influenzò profondamente, ebbe relazioni controverse.

Alla morte del genitore, si rifugiò in un lungo periodo dedicato alle imprese automobilistiche e alle acrobazie aeronautiche, prima di ritrovare se stesso.

Carlo Mollino aveva un forte spirito individualista.

L’amore per la velocità, la sensualità che permea tutte le sue opere, una personalità così forte e riconoscibile.

Da sciatore provetto, scrisse il saggio Introduzione al discesismo, che ancora fa discutere gli sportivi sui blog dedicati, e lavorò alla progettazione di numerosi impianti sciistici e case di montagna. La sua esistenza, che si è fusa con il suo lavoro, è stata mossa dalla passione.



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The mountain lodge Eco - Progettato da Mollino



La mostra tedesca, realizzata in collaborazione con il Museo Casa Mollino di Torino, gli archivi della Biblioteca Centrale di Architettura del Politecnico di Torino e la State Academy of Design di Karlsruhe, si intitola Maniera Moderna.



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Un dettaglio degli interni del Teatro Regio, (1965-73)



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Untitled, c. 1950s

Con generosità, restituisce la dovuta attenzione a una figura geniale della storia italiana.

Eppure, se penso al libero pensatore che è stato Mollino, che anche da atleta viveva come soggetto singolo la competizione e il virtuosismo, fatico a legarlo a un’epoca precisa. Di volta in volta è stato definito esteta e decadente, come Gabriele D'Annunzio.

Sono stati cercati collegamenti con futurismo e surrealismo.

E tutto non mi sembra sufficiente a descrivere la sua figura.

Nonostante fosse fortemente radicato nei suoi tempi, Carlo Mollino è stato unico.



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Tavolo a vertebre



Indipendente, anche dal periodo storico in cui è vissuto. ^_^



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La carriera di Mollino è rinata una seconda volta negli anni Ottanta quando più nessuno si curava della sua esistenza (è deceduto senza lasciare eredi, cosa che ha reso post mortem facile preda di interessi poco limpidi) e le sue architetture dimenticate se non distrutte (come la Società ippica torinese, nel 1960).

Carlo Mollino comincia a diventare un “nome” di caratura internazionale nel design quando, nel 1981, due galleriste torinesi di modernariato, le sorelle Paola e Rossella Colombari (autrici dell’importante catalogo generale dei mobili, edito da Idea Books nel 2005), comprano il suo “mobile clavicembalo” e poi anche quelli fatti per la Casa editrice Lattes, compreso il famoso “tavolo delle vertebre”, acquistato successivamente dal gallerista svizzero Bruno Bischofberger che di Mollino pensò bene di rastrellare molti pezzi.



Opere Milionarie
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Sono le sorelle Colombari a organizzare, nel 1985, con la Semenzato di Venezia, la prima asta storica del designer: il tavolo da pranzo, facente parte degli arredi di casa Orengo, tutti disegnati da Mollino, fu venduto allora per 45 milioni di vecchie lire. Ma nel 2005 quello stesso tavolo raggiunse in un’asta di Christie’s a New York i 3,8 milioni di dollari, lanciando così Mollino nell’Olimpo dei massimi designer mondiali.

Un capitolo a parte meriterebbero proprio i suoi collezionisti (che sotto sotto ne condividono la sensualità e il feticismo): tra questi il famoso regista teatrale Bob Wilson che, nella sua imponente raccolta di migliaia di sedie-scultura, ha fatto fuoco e fiamme per avere un esemplare firmato Mollino.

L’esposizione di Monaco insiste più sull’elemento finora meno indagato della figura di Mollino, ossia proprio le architetture (in cui le curve sono un elemento portante). E lo fa con l’aiuto del noto fotografo Armin Linke (che, coadiuvato dall’esperto Luciano Bolzoni, ha documentato con una trentina di immagini i lavori del progettista), ed è co-curatore della mostra di Monaco insieme a Wilfried Kühn.

Linke, con i suoi allievi dell’università di Karlsruhe, aveva da tempo iniziato una ricognizione sull’opera fotografica e architettonica di Mollino, accedendo anche all’archivio di proprietà del Politecnico di Torino.

Da qui, poi, la collaborazione con la Kunsthaus, di cui Armin Linke ha detto:«Questo grande interesse internazionale per Mollino lo individuo nella sua assoluta contemporaneità. In primo luogo il “copia e incolla” che lui fa prendendo, per esempio, una costruzione storica (come la casa Rascard Garelli) e rimontandola ex novo. È il paladino della produzione artigianale e non industriale. E nelle sue costruzioni attiva sempre una coscienza della percezione degli spazi, in cui si diventa spettatori e attori»



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15 settembre 2011 - 08 gennaio 2012
Haus der Kunst, Munich
In cooperazione con il Museo Casa Mollino, Torino,
L'Archivio della Libreria Centrale per l'Architettura delPolitecnico, Torino e
L'Accademia Statale del Design di Karlsruhe

Curatori: Chris Dercon, Direttore del Tate Modern, Londra
In cooperazione con Wilfried Kuehn, Curatore ed Architetto, Berlino,
Armin Linke, Curatore ed Artista, Berlino

Catalogo: a cura di Luca Cerizza, Beatriz Colomina, Fulvio and Napoleone Ferrari, Kurt W. Forster, Wilfried Kuehn,
Saggio fotografico a cura di Armin Linke, in Inglese


Edited by filokalos - 2/11/2011, 15:08
 
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