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La Leptis Magna è in pericolo!!

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view post Posted on 15/6/2011, 19:06     +1   -1
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La Leptis Magna è in pericolo!!

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Da seducente testimonianza di un passato
che risale a mille anni a.C.
e che l’Unesco intende
tutelare a tutti i costi,
a scudo protettivo di un esercito senza scrupoli
fedele a Muammar Gheddafi, colonnello
con i giorni contati e abbandonato al suo destino
da gran parte della comunità internazionale.



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Muammar Gheddafi ha trovato un'altra carta da giocare per tentare di beffare la Nato e guadagnare tempo: stavolta niente scudi umani veri o presunti, ma la barriera è Leptis Magna, gioiello archeologico dichiarato dall'Unesco patrimonio dell'umanità e che l'agenzia delle Nazioni Unite intende assolutamente difendere e salvaguardare da bombe e cannonate da chiunque siano lanciate.

La città romana di Leptis, in seguito chiamata Magna, sorse sul luogo di un precedente centro fenicio, in un punto propizio ai commerci, poiché di qui passavano alcune vie carovaniere che mettevano in comunicazione la costa con l’interno.

L’insediamento originario, che era poi entrato nell’orbita cartaginese, si era concentrato vicino al mare, a occidente dell’Uadi Lebdah, un torrente presso la cui foce si sarebbe sviluppato il porto.

La città conobbe i primi impianti monumentali in senso romano alla fine del I secolo a. C., dopo che il territorio della Tripolitania era stato inglobato nella provincia dell’Africa proconsularis.

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In quest’epoca, infatti, alcuni facoltosi cittadini finanziarono la costruzione di importanti edifici, che denunciavano chiaramente la volontà di adeguamento ai modelli dell’Urbe, sebbene la cultura locale fosse romanizzata soltanto in superficie e la lingua d’uso fosse ancora il punico, come attestano iscrizioni ufficiali.

Gli stessi nomi propri rivelano chiaramente le radici etniche di questi personaggi, come Annobal Tapapius Rufus, che fece costruire il “macellum” (il mercato cittadino) e il teatro, e Iddibal Caphada Aemilius, che edificò il “chalcidicum” (con tutta probabilità interpretabile come un altro impianto commerciale).

Di questo secondo notabile ci è giunto il ritratto, un fondamentale documento non solo della scultura tripolina del periodo, ma anche del grado di assimilazione culturale raggiunta dal ceto dominante, il quale si faceva rappresentare secondo i canoni classici, pur rimanendo ben riconoscibile nei suoi tratti somatici di origine africana.



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All’eta augustea si datano importanti interventi nell’aerea del vecchio foro, che assunse una fisionomia monumentale del tutto nuova. Sul lato settentrionale della piazza, luogo già riservato al culto delle due divinità protettrici della città, fu dedicato un tempio corinzio a Roma e Augusto, sul sito del precedente edificio in onore di Milk’ashtart. Accanto ad esso, l’altro edificio sacro preesistente, quello di Shadrapa, fu rimedicato al suo corrispettivo romano Liber Pater, cioè Bacco.



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L'idea del colonnello, a suo modo, è geniale. Nascondere le truppe tra le rovine della città romana e piazzare tra il grandioso Teatro in pietra costruito tra il primo e il secondo secolo d.c. e l'Arco di Settimio Severo edificato nel 203 d.c. missili Grad, munizioni, e artiglieria varia.



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La notizia arriva da Abu Mohammad, comandante di Misurata e certo, non è confortante per l'Alleanza che si ritrova sulla spinosa strada della guerra di Libia anche questo imprevedibile e imprevisto exploit della stravagante fantasia dell'(ex) leader.
Ma non si tratta solo (dal suo punto di vista) di una bella idea.
La logica è tutta militare e, in questo, Gheddafi non è certo uno sprovveduto.



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È un destino bizzarro quello di Leptis Magna - gioiello archeologico tra i più belli del mondo - città inghiottita dalla sabbia del deserto per centinaia di anni e recuperata all’antico splendore solo con l’avvio delle campagne archeologiche nel XX secolo. Tra le rovine di questo tesoro di inestimabile valore restituito alla luce dalle dune si aggirano oggi uomini armati e camion muniti di lancia-razzi in cerca di un riparo, certi che i raid della Nato non profaneranno un sito iscritto dall’Unesco, nel 1982, nella lista del patrimonio mondiale dell’umanità.



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Leptis si trova a 25 chilometri da Zlitan, considerata il bersaglio di una nuova offensiva ribelle nei prossimi giorni.
E Leptis Magna potrebbe essere una buona base per la controffensiva.
Intanto la Nato fa il punto di "Unified Protector" e ribadisce di «avere i mezzi necessari per svolgere la missione in Libia».



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A rassicurare, in particolare lo scettico segretario alla Difesa statunitense Robert Gates, ci pensa la portavoce dell'Alleanza, Oana Lungescu, in una teleconferenza stampa tra Napoli e Bruxelles.
Come precisa Lungescu: «La missione richiede tempo ma c'è fiducia nel successo dell'Alleanza».



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Ciò che accade a Kikla, a sud-ovest di Tripoli, sembra dargli ragione: le forze pro-Gheddafi arretrano e i ribelli ne prendono il controllo.
E le dà ragione anche la valutazione dell'ammiraglio Giampaolo Di Paola, capo del comitato militare dell'Alleanza atlantica, da Belgrado. «Mi sembra che l'evoluzione dello scenario in Libia sia chiaro. Oggi Gheddafi è indebolito sia sul piano militare che su quello del consenso internazionale».



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Intanto l'intelligence della Nato è al lavoro nell'area del centro petrolifero di Zawiya, a 30 chilometri da Tripoli, per «giungere a una migliore comprensione di quanto avviene a terra».

L'Unione africana, attraverso il presidente della Commissione Jean Ping, avverte che «il pericolo è quello di una somalizzazione del conflitto».

Guerra lunga, quindi. E non è una novità. :no no:

Ma la speranza è almeno di non vedere Leptis Magna saltare in aria come è accaduto nei primi anni 2000 ai giganteschi Buddha scolpiti nella roccia della valle di Bamiyan, in Afghanistan, anch'essi dichiarati dall'Unesco patrimonio dell'umanità e distrutti dalla furia iconoclasta dei talebani. ... :sob:




Note storiche




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Settimo Severo

L’imperatore Settimio Severo era nativo di Leptis. Non fa dunque meraviglia che la città abbia raggiunto il suo momento di massimo splendore in età Severiana, tra la fine del II e i primi decenni del III secolo d. C.

In questo periodo fu costruito un nuovo, grande foro in una zona posta nelle vicinanze dell’Uadi Lebdah.

Qui fu realizzata una piazza porticata, con un grandioso tempio dinastico su alto podio al centro di uno dei lati brevi.

Dalla parte opposta fu invece costruita un’enorme basilica a tre navate.

La decorazione architettonica dell’intero complesso era particolarmente curata: nella piazza una fila di medaglioni in marmo raffiguranti teste, perlopiù di Gorgonie, si disponeva tra le arcata dei portici, mentre il tempio era ornato con scene di Gigantomachia nei plinti delle colonne.



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Una delle Gorgonie che decora
i templi di Leptis Magna

Anche l’interno dell’edificio basilicale dispiegava un’elegante decorazione, soprattutto in corrispondenza delle absidi semicircolari che chiudevano i lati brevi della navata centrale.

Esse erano inquadrate da pilastri lavorati a rilievo, con motivi vegetali e scene delle imprese di Ercole nel lato orientale e soggetti dionisiaci in quello occidentale. In questo modo le due divinità principali del centro cittadino ricevevano anche un omaggio, che tuttavia si connotava ulteriormente come un onore tributato alla dinastia regnante, poiché a Ercole e a Liber Pater la propaganda imperiale assimilava Caracalla e Geta.



Queste associazione dei figli di Settimo Severo alle due figure divine è documentata anche altrove, senza che sia fatta eccezione per la stessa Roma.

Anche il progetto del nuovo impianto forense fu condizionato dalla situazione urbanistica precedente: infatti la basilica non è esattamente perpendicolare all’asse maggiore della piazza, ma forma con quest’ultima un angolo ottuso, come del resto fa la piazza stessa in rapporto agli isolati adiacenti.



Gli spazi che si erano venuti così a creare tra gli edifici divergenti furono colmati con file di botteghe dalla pianta via via decrescente, in modo da mascherare le diverse orientazioni con grande abilità.

Secondo un’ipotesi avanzata qualche anno fa l’area forense doveva essere raddoppiata mediante un’altra piazza, che si sarebbe aperta dall’altra parte della basilica, ma il progetto non fu portato a compimento.

Lungo l’asse costituito dal corso dell’Uadi Lebdah fu inoltre predisposta una grande strada colonnata, che partiva dal porto in direzione sud e, dopo aver costeggiato il foro Severiano, subiva una deviazione in corrispondenza delle terme di Adriano, dove si apriva in una piazza irregolare, ornata da un magnifico ninfeo.

La ricchezza dell’epoca è attestata inoltre dalla decorazione delle abitazioni private, per quanto meno conosciute degli edifici pubblici. Mosaici come quelli rinvenuti nella cosiddetta casa di Orfeo e nella villa del Nilo testimoniano comunque in maniera efficace il lusso di certi impianti residenziali.



Edited by filokalos - 15/6/2011, 21:55
 
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