L'idea è arrivata per caso. Quando Mr. Tom e Mr. Joolz, impavidi inglesi con il pallino dell'avventura, decisero di partire alla volta della Mongolia per testare la resistenza della loro Fiat 126, non prepararono neanche i bagagli.
Partirono così, senza un cambio di vestiti, solo con un pieno di benzina e un pacchetto di sigarette.
La Mongolia non la raggiunsero mai, ma si divertirono talmente tanto che decisero di farne un evento annuale.Era il 2001, nasceva il Mongol Rally.
Oggi è la corsa più pazza del mondo, ed è un successo. Preparata dalla League of Adventurists International Ltd a scopo benefico, la gara vede tra i partecipanti tre giovani piacentini, Federico Maccagni, Francesco Barbieri e Francesco Fanelli, che partiranno mossi dal culto dell'on the road affermando : «I libri di Kapuscinski, Rumiz e Bettinelli ci hanno insegnato la bellezza del viaggio lento, lasciandosi rapire dalle atmosfere dei paesi attraversati».
Guideranno per 16 mila chilometri, registreranno tutto su un blog.
La partenza è a luglio da Goodwood, sud dell'Inghilterra. Ma non sarà il classico rally, tipo Paris-Dakar: non sono ammesse 4x4, ma solo auto di bassa cilindrata. Vietati i navigatori satellitari. Nessuna tappa prestabilita e nessun tipo di assistenza.
Unica certezza: il traguardo, Ulan Bator.