Diego Abatantuono ha dichiarato: «Mi piace il 30% di quello che passa in tv, il restante 70% fa cagare».
Il punto è quello che Abatantuono ha aggiunto subito dopo: «Però io guardo solo quel 70%, non riesco a staccarmene, mi prende sempre la curiosità di vedere dove riescono ad arrivare».
L'ultima parte dell'assunto richiama la celebre gag di Totò, quella di Pasquale che prende gli schiaffi.
Un energumeno schiaffeggia ripetutamente il grande attore gridandogli: “Prendi, Pasquale”, e giù sberle.
Ma Totò si contorce dal ridere.
Al quinto schiaffone, la seconda “spalla” grida a Totò: “Ma come, quello ti mena e tu continui a ridere?”.
Risposta: “Lui schiaffeggia Pasquale. E che, io sono forse Pasquale?".
Guardare certa TV è da masochisti, ma, se può consolare, sono tanti quelli che ne fanno un uso "abatantuoniano"...
Questo atteggiamento non è per nulla scontato, anzi è diffusissimo: un sacco di gente si piazza davanti alla tv per farsi volontariamente del male, per lasciarsi travolgere da un inconfessabile cupio dissolvi.
E alla fine si domandano, nel loro inconscio: perché mai quell'oggetto che troneggia in salotto deve condurmi su strade virtuose quando io, nell'occasione, voglio solo la perdizione?
Loro, i tenutari del gioco televisivo, lo sanno benissimo, e negli anni hanno perfezionato le tecniche, cercando di portare sempre più l'attenzione all'ammasso.
Ci sono commentatori altrettanto specializzati, quelli che mentre in tv parte un programma dove ammazzano i gatti schiacciandoli coi cocomeri, e mentre il paese tutto s'indigna.
Fanno partire il corsivo che appoggia il nuovo format e dà dei bacchettoni a quelli che lo criticano.
Puntano a prendere gli altri per sfinimento, impegnati come sono, gli altri, a discettare stremati su quanta, quale tv di qualità (pardon) dev'esserci.
Un giorno ci riusciranno, e ci avranno tutti.