Le Strisce sono cinque fuoricorso napoletani che si pettinano come Grease, suonano riff degni dei newyorchesi Strokes ma cantano in italiano.
Si sono imposti con la campagna mediatica che ha anticipato l’uscita del loro primo album “Torna ricco e famoso” (Augurio-minaccia della madre del cantante quando le comunicò la nascita della band) sui social network col tormentone “Chi cazzo sono le Strisce”.
Napoli come una moderna Swingin' London? Forse è possibile!
Le Strisce infatti sono proprio di Napoli e sono sfacciati come i giovani gruppi inglesi, affamati di successo e armati semplicemente di un pugno di canzoni forti, che ti si attaccano addosso e non ti mollano più!
Le ispirazioni di Davide (voce), Andrea (chitarra), Enrico (chitarra), Francesco "Zoid" (basso) e Raffaele (batteria) pescano nei classici, dai Beatles a Dylan, fino ai moderni epigoni di un rock'n'roll retro, graffiante e romantico come fanno gli Strokes, i Kooks o i giovanissimi Arctic Monkeys, aggiungendo infine un pizzico di beat, che anche noi italiani ci ricordiamo tanto bene.
E poi ci sono i testi...Semplici, diretti e pungenti, raccontano storie di ragazzi e di vita quotidiana, con il piglio sarcastico e l'ironia disincantata dei giovani di una città del sud Italia. Ragazzi che non credono più nella società in cui sono cresciuti e in cui vivono, che non si riconoscono nè riscontrano i propri gusti nella musica italiana. Le Strisce, quindi, hanno creato le loro canzoni, la loro musica e la colonna sonora della nuova Swingin' Napoli!
IL PRIMO EP
Con Capitol/EMI hanno prodotto, nel giugno 2008, il primo ep, che comprendeva tre brani taglienti ed incisivi come "Fare il cantante", "Io non sto bene" e "Chi ti conosce meglio di me".
Canzoni che sono fotografie e sintesi tra testi pungenti, mai scontati, in italiano e sonorità rock di gruppi internazionali come Kooks, Arctic Monkeys e Kings Of Leon.
FINALMENTE L'ALBUM
Il 25 maggio 2010 è uscito il loro primo Album, anche se, per tutte le belle canzoni che hanno tenuto fuori dal disco, si può tranquillamente dire che questo non è il primo album, ma il secondo. Sono maturati molto negli ultimi mesi specialmente negli arrangiamenti e nella scrittura dei pezzi.
Nelle 12 tracce che lo compongono, il gruppo si conferma nell'amore per il rock britannico e lo sguardo disincantato sulla mediocrità italiana: Brit rock alla partenopea, e pennellate neorealiste alla milanese.
Cesare Cremonini li ha scoperti sul Web e ottenuto un cammeo al pianoforte in “Are you ok?”, la Emi li ha messi sotto contratto .
Come i milanesi Amor fou , capaci di mixare intimismo di gucciniana melodia a una elettro-acustica piuttosto visionaria.
Dice Alessandro Raina il cantante/chitarrista: “Ci siamo conosciuti bene a fine 2006 e in breve abbiamo unito le forze con l'intenzione di fare il punto sulla nostra vita musicale e non. Il destino ha voluto che a quell’epoca vivessimo tutti nella stessa zona. Fuori dalle mura, nella parte marcia e bella di Milano”.
La prima formazione dellla band era composta oltre che da Alessandro (ex cantante de I Giardini di Mirò), da Cesare Malfatti, Luca “Lagash” Saporiti e Leziero Rescigno dei La Crus.
Insieme hanno pubblicato, nel 2007, il loro primo l’album “La stagione del cannibale”, raffinato esempio di equilibrio tra cantautorato italiano e le sonorità elettro acustiche di gruppi come Notwist e Lali Puna.
Dopo due anni sabbatici, ed una nuova band della quale fà parte oltre a Leziero Rescigno, Giuliano Dottori alle chitarre e Paolo Perego al basso, gli Amor Fou tornano con il nuovo album “I moralisti” in uscita il 4 maggio.
Dicono di loro
« Ecco una band che non ha paura del potere delle canzoni » (Gianni Santoro, XL)
« Una sintesi del pop italiano più intimista degli ultimi anni » (Matteo Bordone, Rolling Stone)
« Gli Amor Fou hanno probabilmente realizzato l’opera della vita » (Enrico Veronese, Blow Up)
« Un concept album acuto e meticoloso nel raccontare la storia dell’italia attraverso la canzone»(Carlo Cassani, Beat Magazine)
In “attenurB” rovesciano nome e discorsi del ministro Brunetta, ma il polverone vero si alza per aver trasformato in hit la storia di Renatino De Pedis, membro della Banda della Magliana, una riflessione post-moderna che il sindaco di Roma Alemanno non gradirà.
Non è un caso che il loro (secondo) disco si chiami I Moralisti, concept album proprio sulla morale italiana, raccontato come cinema d’inchiesta alla Pasolini o Antonioni attraverso le storie di dieci personaggi nati tra i Cinquanta e gli Ottanta.