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Benvenuti in Paradiso

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view post Posted on 16/10/2010, 15:02     +1   -1
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Magazziniere delle Muse

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Benvenuti in Paradiso

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Nell’Italia del degrado ambientale resistono
angoli incontaminati. Tra mare e montagna.
Ne suggeriamo alcuni. Da Aosta a Catania






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“Il paradiso perduto”, non è solo il titolo del capolavoro di John Milton: potrebbe essere anche definizione del Bel Paese, oggi devastato dalla speculazione e dall’idiozia nazionale.


Però qualche angolo resiste, o perché difeso con i denti da un gruppo ambientalista oppure perché fuori mano e dimenticato.


Tra mare e montagna ci sono luoghi preziosi per chi ama la natura intatta e la solitudine.


Da visitare in punta di piedi, lasciandoli come li abbiamo trovati. ^_^



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Val di Rhêmes - Aosta : È il Gran Paradiso meno noto: poca gente e pochi alberghi, molti stambecchi e camosci.

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La Web-cam della Val di Rhêmes

Oltre i 1.725 metri del capoluogo, Bruil (il più alto comune del Parco Nazionale), la strada si inoltra nei boschi fino a Péllaud e Thumel, poi sulla via dei ghiacciai si incontra solo il rifugio Benevolo.


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Il Lago del Pellaud


Il panorama è grandioso, dominato dalla piramide della Granta Parei. Qui si tenevano le mitiche riunioni estive della casa editrice Einaudi.
È il luogo ideale per chi ama silenzio, contemplazione e camminate. :ok:



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Val di Mello - Sondrio



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Pizzo Badile - Val Masino

La chiamano "La Yosemite italiana", è un luogo unico. È una vallata laterale della Val Masino, a sua volta angolo dimenticato della Valtellina, dove le montagne sono troppo ripide per sciare e troppo difficili per camminare.

Salendo da San Martino lungo la strada sterrata, che si ferma subito presso un’osteria sulla riva del fiume, la Val di Mello declina le sue generalità: placconate di granito color ocra, cascate, strapiombi dolomitici. Sotto, baite e mandrie al pascolo.

Ci si inoltra solo a piedi in questo santuario della roccia, mecca dell’arrampicata sportiva, scoperta da ragazzi di Sondrio e Milano nei Settanta. La mulattiera avanza per due ore fra pozze d’acqua azzurra, radure, quinte di larici. Tutto è rimasto immobile.

Qualche anno fa la speculazione si affacciò in valle per captare l’acqua per far funzionare delle centraline: un paradiso devastato per una manciata di soldi. Insorsero tutti, la valle si è salvata. Fino a quando? :o no?:



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Parco di Fanes-Senes-Braies - Bolzano
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Non ci arriva tanta gente, benché nel cuore delle Dolomiti più famose.

O non ci sono strade o gli accessi sono stati limitati da anni. L’altipiano di Fanes-Senes si sviluppa dai 1.980 metri di Fodara Vedla, la malga più bassa, ai 3.064 delle Conturines.

I confini di questo paradiso pastorale sono ben definiti. Qui si incontrano i comuni di Cortina e Marebbe, le province di Belluno e Bolzano, le regioni del Veneto e del Trentino-Alto Adige.

Le cime sono la Croda Rossa e il Cristallo, il gruppo di Lavinores, le gigantesche pagode delle Tofane e il gruppo del Sas della Crusc con i suoi paurosi strapiombi. Più in basso i pascoli sono punteggiati di laghetti e malghe.

È il regno di Fanes delle leggende delle Dolomiti raccolte dallo studioso Karl Felix Wolff.

Diversamente dalle torri e guglie dolomitiche più note, verticali verso il cielo, queste sono montagne piene di curve, morbide, imperscrutabili.
Anche ai confini di questi altipiani troviamo luoghi deliziosamente solitari: la Val Travenazes, che corre da Cortina al Lagazuoi e non ha neppure un sentiero ben segnato; la zona di Longiarù, in Badia, piena di romantici mulini ad acqua; la piccola valle di Ciastlins, vicino a Marebbe, costellata di cascate e capanne di caccia; il Munt da Rina, crinale di pascoli che separa la bassa Badia dalla Val di Funes e
dalla bassa Pusteria.

C’è solo un piccolo rifugio gestito da malgari. E i panorami sono sconfinati. :wub:



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Val Canali - Trento
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Laghetto Welsperg nel Parco Naturale Paneveggio-Pale

Siamo nelle Pale di San Martino, le più meridionali delle Dolomiti, cime amate da Buzzati che in un dipinto trasformò il Duomo di Milano in guglia dei Monti Pallidi.

Ai piedi delle Pale villeggiava nell’Ottocento Leslie Stephen, padre di Virginia Woolf e critico letterario.

Fu lui a inaugurare l’alpinismo sulle Pale. :bravo:

Tutelato dal Parco Naturale Paneveggio-Pale di San Martino, questo solitario gruppo è famoso per l’immenso altipiano calcareo, che a Buzzati ispirò il “Deserto dei tartari”.

Ma è in Val Canali che le Pale rivelano il loro aspetto più selvaggio.



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Rifugio Pradidali

Si parte dal Cant del Gal e ci si inoltra in una pecceta con splendidi abeti bianchi.

Le canne d’organo della Cima Canali rivaleggiano con altre architetture gotiche: la gigantesca matita del Sass Maor e la Cima della Madonna, con lo spigolo che pare la prua di una nave.

Poi lo scenario si apre e la testata della valle diventa meravigliosa quinta dolomitica, ai cui piedi sorge il rifugio Canali Treviso.

Di lì si può partire per raggiungere l’altipiano: una bella sgroppata, ma ogni goccia di sudore sarà ripagata.





Supramonte di Orgosolo - Nuoro




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È la Sardegna per chi cerca la Barbagia vera e detesta la mondanità della Costa Smeralda. La foresta primaria, uno degli ultimi lembi in tutta Europa, si estende per chilometri fitta come la giungla amazzonica.
Per secoli di qui sono passati solo i carbonai diretti al mare. Chi osserva questo sconfinato tappeto verde dall’isola calcarea del Nuraghe Mereu, l’unico in pietra bianca nell’isola, avverte una vertigine.

In questi posti ci si deve addentrare solo con i locali, che conoscono ogni pista. Le acque hanno lavorato per migliaia d’anni, l’orografia è tormentata: ci sono doline gigantesche come Su Sielhone, monumento naturale della regione, il Rio Flumineddu sembra un grand canyon invaso dalla vegetazione, la gola di Su Gorropu incide l’altipiano come prodotta dal fendente di una scimitarra.
È lunga oltre un chilometro, profonda 500 metri, in alcuni punti larga solo20 o 30.

Cinghiali e mufloni sono di casa, in qualche ovile accade ancora di gustare porceddu, pecorino e canonau, saporoso di sole e di terra e nero come l’inchiostro.




L’Aguglia di Goloritzè - Nuoro



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Una lama di calcare alta come un grattacielo newyorkese sotto il turchese del mare di Sardegna: ecco Goloritzè, definita più bella cala del Mediterraneo.
Ma la baia con il suo surreale obelisco di roccia, l’Aguglia, che costituisce la più difficile montagna italiana, non è che una delle meraviglie di questi 50 chilometri di costa risparmiati dalla strada, che si stendono nel Golfo di Orosei tra Cala Gonone e Arbatax.
Le pareti cadono a picco su un mare con trasparenze da acquario.
Il trekking Selvaggio Blu percorre tutta la costa ma richiede orientamento, piede fermo e provviste d’acqua.
Per una settimana si dorme nelle calette cullati dalla risacca, al mattino si riparte lungo i sentieri dei pastori, toccando ovili come nidi d’aquila.
Qui sono stati avvistati gli ultimi esemplari di foca monaca. L’altipiano del Golgo che sta alle spalle è da non perdere.

La voragine di Su Sterru con 270 m d’abisso è la più profonda d’Europa.



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La voragine di Su Sterru



Pista Altomontana dell’Etna - Catania



Il periplo del vulcano può essere fatto a piedi o in mountain bike. Offre scorci straordinari e inediti, lontano dalle folle del rifugio Sapienza: 42 km su sterrata nella natura selvaggia, lungo cui si incontrano 8 rifugi dove riposare o pernottare.
Si parte dal Demanio Forestale Regionale Feliciusa Milia sopra Nicolosi e si arriva alla Caserma Forestale Pitarrone, vicino Linguaglossa.
Il paesaggio sconvolto dalle colate laviche è impressionante. Un’indimenticabile Sicilia fuori mano. :e vai!:





Edited by filokalos - 23/11/2010, 10:45
 
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