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Lisette Model - La forza dello sguardo

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view post Posted on 11/10/2010, 09:54     +1   -1
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Auto-scatto della giovanissima Lisetta Model

La forza dello sguardo

Lisette Model (1901-1983) è una fotografa americana di origine austriaca
la cui opera consiste in gran parte in una straordinaria
galleria di ritratti al contempo grotteschi e carichi di umanità.
Con il suo lavoro Lisette Model si è guadagnata un ruolo di spicco
nell'ambito della cosiddetta Street Photography newyorkese degli anni '40.
Maestra di Diane Arbus, Model ha inaugurato uno stile fotografico
più immediato e spontaneo volto ad immortalare
gli aspetti effimeri di una realtà in perenne mutamento.



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C’è una donna imponente che indossa un costume da bagno intero.

Ben piantata sulle gambe, dà la schiena all’oceano sulla spiaggia di Coney Island, a New York.

Ride di cuore mentre il suo volto e il suo corpo ricevono la luce che la trasforma in scultura.

È un pomeriggio del 1940 (anno più anno meno) e la donna gioca davanti all’obiettivo di Lisette Model, che non sa ancora di essere sul punto di realizzare una delle sue foto più celebri.

Pochi minuti dopo la donna si volta con gioia verso le onde e si trasforma in elegante odalisca, visibilmente divertita dalla promozione al rango di modella. Il risultato è un’altra fotografia stupenda.



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Uno dei ritratti della serie
Promenade de Anglais

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Un altro ritratto della serie
Promenade de Anglais

Nata nel 1906 a Vienna da una madre cattolica e da un padre ebreo, che muore quando lei ha 18 anni, Lisette Model ha come complice e confidente il compositore Arnold Schönberg ed è profondamente influenzata dalla frequentazione precoce dei circoli artistici.

Nel 1926 emigra in Francia e sposa un artista russo, poi con la madre e la sorella si trasferisce a Nizza, in Costa Azzurra.

È qui che all’inizio degli anni trenta comincia la sua vera attività fotografica.

I suoi personaggi della Promenade des Anglais (1934), pubblicati dalla rivista comunista Regard, s’impongono per lo stile unico, diretto, forte, innamorato dei neri profondi e attento alla posizione del corpo e ai gesti rivelatori di uno status sociale e dei sentimenti.

Fin dall’inizio la strada è il suo ambiente ideale, la foto istantanea la sua tecnica preferita e il ritratto, da vicino ma mai in posa, il suo modo di decifrare il mondo.

Al suo arrivo a New York nel 1938, Lisette Model si limita a osservare e per un anno non scatta neanche una foto.



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Nei circoli artistici della città mostra le sue immagini della Costa Azzurra, che ben presto saranno pubblicate ed esposte.

Alexey Brodovich, il mitico direttore artistico di Harper’s Bazaar, si accorge di lei e la fa diventare un punto di riferimento per le migliori pubblicazioni.

Model si affeziona alle persone semplici, ai caffè, alla Lower East Side e soprattutto a Coney Island.



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Running Legs, 5th Avenue
[Jambes de passants, 5e avenue]

Realizza anche delle serie molto libere, come quella delle Running legs, in cui con la macchina fotografica all’altezza della strada fornisce una straordinaria visione della città, resa sensuale dalle eleganti gambe in movimento dei passanti.

In queste immagini emerge anche una riflessione, seria e al tempo stesso intensa e felice, sul tempo e sul movimento nella fotografia unanimemente riconosciuta per il suo stile unico, Lisette Model comincia a esporre i suoi scatti in tutto il mondo.

A differenza di molti suoi colleghi della street photography, che si diffonde a New York negli anni cinquanta, non fa molti scatti, ma sviluppa in modo rigoroso le sue serie e perfeziona le sue magnifiche stampe in grande formato, all’epoca molto rare, costituendo una folla variopinta di personaggi a cui si sente molto legata.

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Lavora con dei neri sempre più profondi, senza rinunciare però ai dettagli e sviluppando un approccio di un realismo intransigente, privo di crudeltà ma mai compiacente.

Si sofferma sulle rughe di una donna truccata sotto il suo cappellino, su delle mani deformate e piene di anelli o sulla fragilità di un corpo che si rivela sotto l’apparenza del vestito.

Poi, a partire dal 1950, Lisette Model si appassiona all’insegnamento.
Tiene dei corsi molto originali, interessandosi più ai sentimenti, all’unione di forma e contenuto, che alle questioni tecniche e all’idea del “bello”, che continua ad attirare gran parte della fotografia americana.

Contraria alle autocelebrazioni, Model si oppone a lungo al progetto di una monografia della sua opera, mentre si moltiplicano le mostre (tra il 1940 e il 1962 il Museum Of Modern Art ne organizza 13).

Alla fine si lascia convincere da Berenice Abbot, che scrive l’introduzione, e da Marvin Israel, che cura l’impaginazione.

Così nel 1979, quattro anni prima della sua morte, esce la monografia Aperture.

È un volume essenziale, di grande formato, con doppie pagine coraggiose in perfetta sintonia con le immagini.
Ancora oggi è un riferimento fondamentale nel settore dell’editoria fotografica. :wub:



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Una "Marilyn Monroe" by Lisette Model

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Impossibile da trovare per anni, il libro è stato ripubblicato nel 2009.


La lista degli allievi di Lisette Model è impressionante.


Sono fotografi che s’inseriscono nel filone documentario con un approccio umanista e formalmente esigente.


Oltre a Diane Arbus, con cui ha avuto rapporti molto stretti, bisogna ricordare Bruce Cratsley, Elaine Ellman, Larry Fink, Peter Hujar, Raymond Jacobs, Ruth Kaplan, Leon Levinstein, Eva Rubinstein, Gary Schneider, Rosalind Solomon e Bruce Weber.


Tutti, accanto ad altri nomi meno noti, hanno ereditato la sua libertà di tono e di approccio.


Diretta, sempre pronta a cambiare l’inquadratura delle sue immagini per migliorarle, sensibile alle persone comuni, poco propensa a seguire i canoni tecnici della “buona fotografia”, Lisette Model non ha mai ceduto al manierismo, preferendo quello che chiamava giustamente “la forza dello sguardo”. ^_^








Non scattare la foto finché
l’esperienza non ti fa sentire in imbarazzo...
(Lisette Model)

Articolo Originale di
Christian Caujolle



Edited by filokalos - 19/11/2010, 20:04
 
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Giovannah
view post Posted on 13/10/2010, 17:09     +1   -1




La ricerca del BELLO dovrebbe essere un'attività essenziale in ciascuno di noi, qualsiasi attività svolgiamo.
io penso che la bellezza la possiamo identificare con la bontà.
quindi chi cerca il bello, in qualsiasi forma, è buono (?)

buona serata a tutti!
 
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view post Posted on 13/10/2010, 20:35     +1   -1
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La bellezza come sinonimo di bontà è una teoria che ho sostenuto quando, da adolescente, credevo che un'esteriorità più gradevole di altre fosse un dono destinato solo a chi avesse saputo incanalare le proprie energie positive non solo verso di sé ma anche anche verso gli altri.

Ma a quell'epoca confondevo la beltà assoluta con il semplice bell'aspetto... e m'ingannavo davvero tanto.
Chiunque può avere aspetti incredibilmente "fotogenici", come ha dimostrato la "modellona" di Coney Island, ma solo un occhio attento può catturarne la vera insita bellezza.

Avrei scoperto anni dopo che era sì vero che la bellezza sta negli occhi di chi la guarda ma solo perché ci sono due cuori che se la condividono... ^_^

 
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2 replies since 11/10/2010, 09:54   3415 views
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