Non fa più notizia che le major investano su generi e artisti (potenzialmente) ostici e underground, così come, d'altra parte non fa più notizia nemmeno che le indie mettano sotto contratto cantanti (potenzialmente) pop e commerciali. 
Fa tutto parte di questo continuo rincorrersi ed accavallarsi di nuove e vecchie tendenze musicali.
Una politica che, nel migliore dei casi, può rivelarsi utile ad abbattere barriere commerciali e pregiudizi estetici.
E qui potremmo trovarci di fronte a uno di quei famosi casi. Lei si chiama Roxanne Tataei, in arte Rox, mezza jamaicana e mezza iraniana, ma per il resto inglese a tutti gli effetti: nata a Norbury, Londra, nel 1988.
Cresciuta artisticamente sotto l’egida del nonno materno, che grazie al suo ruolo di pastore l’ha introdotta al canto corale della chiesa, ha imparato l’importanza di ammaestrare la propria voce per adattarla a svariati generi musicali (iniziando ovviamente dal gospel, per arrivare fino al jazz ed al country).
La storia di Rox è da favola. La cantante londinese sta facendo breccia nelle classifiche e airplay con la canzone “My baby left me”, dal ritmo contagioso.
Ha iniziato a cantare in chiesa e come ha dichiarato lei stessa: «Tutti i sabati: la mia famiglia è devota, mio nonno era un pastore, il direttore del coro mi voleva sempre in prima fila» e a casa intonando cori gospel e reggae. Rox infatti ricorda che «viveva in una comunità giamaicana, le riunioni di famiglia terminavano con canti a cappella».
All'età di 10 anni, Rox prende parte alla "National Youth Music Theatre" e viaggia attraverso il Regno Unito apparendo in diverse loro produzioni.
Per il suo quattordicesimo compleanno Rox riceve come regalo la sua prima chitarra, sperimentando diversi generi musicali.
Rox si impratichisce con la musica presso lo Scream Studios a Croydon.
Poi gli studi alla Brit School for Performing Arts, da dove è partita anche Adele, il passaggio a Mtv con una non ancora famosa Amy Winehouse, i concerti nei club londinesi che la portano all’attenzione dei discografici.
Rox ha sfondato oltremanica ad appena 21 anni, al termine di una breve gavetta in cui si è distinta per aver accompagnato i concerti di Mark Ronson e Daniel Merriweather.
L’album con del debutto “Memoirs” (Rough Trade) è stato registrato tra Londra ed il New Jersey, con la collaborazione di Commissioner Gordon, Jay-Z, Lupe Fiasco e Al Shux.
Un album che, pur senza fare chissà quali sfracelli, pare destinato a guardarsi un suo posticino al sole in questo piccola soul renaissence di fine/inizio decennio. I numeri, la ragazza, ce li ha tutti.
Nella voce di Rox c’è la passione per il soul dell’età d’oro, quello stampato Motown, e la predilezione per voci come quelle di Lauryn Hill e Sade.
Nel 2009 è uscito già un suo pezzo solo in vinile, "No Going Back", mentre un'altra canzone "I Don't Believe", è usata come spot della Rimmel.
Ha tra i suoi fans Paul Weller (già leader degli Style Council e una leggenda del Pop anni '80) con cui di recente si è esibita alla Royal Albert Hall, ed è stata inserita nella lista Bbc Sound of 2010.
