Il Forum delle Muse

Che ne è del galateo?

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 24/11/2010, 08:55     +1   -1
Avatar

Super Ñasual Dating - Authentic Maidens

Group:
Magazzinieri
Posts:
1,960
Location:
Usa

Status:


Che ne è del galateo?

image



image

Chi ha interesse per gli altri cerca sempre di essere cortese.
La gentilezza e la solidarietà, così come il rispetto e l'attenzione, hanno come comune denominatore quello di presupporre un'altra persona al di fuori di noi.
La cortesia è appunto la capacità di far star bene gli altri, è il sorriso espresso con le parole, è una specie di abitudine mentale alla gentilezza.
Lord Chesterfield nel suo scambio epistolare con il figlio, durato più di trent'anni scriveva:
«Non conosco quasi nulla di così difficile da raggiungere e così necessario da possedere quanto la perfetta educazione».
Nella seconda metà del Settecento l'educazione di un perfetto gentiluomo era un requisito essenziale.
Oggi la buona educazione è diventata così sfuggente da farsi notare più per la sua assenza che per la sua presenza, anche se il campo di applicazione delle buone maniere si è opportunamente esteso a molte regole della vita sociale: dai codici che definiscono certi comportamenti alle norme ecologiche ed estetiche, perfino alle leggi che regolano i rapporti in Internet.
Ma a che tipo di galateo stiamo obbedendo?
Quanto ci preme veramente far piacere agli altri?
A questi interrogativi risponde una recente ricerca in cui è stato esplorato l'attuale stato di salute del galateo.



Una ricerca su 212 soggetti, educati e maleducati



image

Guardando alle piccole e grandi inciviltà contemporanee, ci si chiede se si è scortesi solo per difesa o se non si conosce più la differenza tra fatti e parole.
Ecco perché le autrici di questo articolo hanno voluto dare un'occhiata, ovviamente in un'ottica empirica e sperimentale, agli educati e ai maleducati dei nostri giorni.
La loro indagine ha riguardato 212 soggetti, 50,9% maschi e 49,1% femmine, di età compresa fra i 18 e i 61 anni, divisi in 4 sottogruppi numericamente equivalenti: "giovani" (dai 18 ai 28 anni), "adulti" (dai 29 ai 39 anni), "maturi" (dai 40 ai 50 anni) e "anziani" (da 51 ai 61 anni).
Per quanto riguarda la scolarizzazione, il 3,3% aveva concluso le elementari, il 25,5% le medie inferiori, il 65,5% le medie superiori e il 5,7% aveva la laurea.
I soggetti provenivano dall'area metropolitana e dall'hinterland milanese.
Ad essi sono stati somministrati due questionari: il primo riguardava le buone maniere, il secondo i valori individuali.




Il questionario sulle buone maniere



Il questionario sulle buone maniere era diviso in quattro parti.
Nella prima parte veniva chiesto ai soggetti di indicare il proprio grado di accordo o disaccordo su 12 situazioni di vita quotidiana che avevano a che fare con educazione e maleducazione.
Attraverso le risposte date si è potuto dividere il campione totale in "educati" (60,4% del campione totale) e "maleducati" (il restante 39,6%).
Questi ultimi erano soggetti che non avevano alcuna conoscenza delle regole del vivere civile e del rispetto verso gli altri individui.
Non si sono trovate differenze significative di genere: fra gli educati c'erano uomini e donne in ugual misura (64%).
Si è invece visto che la maleducazione caratterizza di più i giovani dai 18 ai 28 anni, mentre l'educazione le persone oltre i 51 anni.
Si può quindi affermare che l'educazione si evolve con il passare degli anni.



Nella seconda parte del questionario venivano poste cinque domande, ognuna con risposta sì-no: «Secondo lei, le buone maniere sono importanti soprattutto per:
1) avere una buona relazione con gli altri,
2) dare una buona immagine di sé,
3) dare il buon esempio,
4) avere rispetto delle convenzioni sociali,
5) essere in armonia con se stessi».



I risultati, riportati nelle Figure 1, 2, 3, 4 e 5 indicano che non esistono differenze tra i maleducati e gli educati nel percepire i diversi elementi che rendono importanti le buone maniere, tranne che per le dimensioni "dare il buon esempio" e "avere rispetto delle convenzioni sociali".



image



image
image

Gli educati assegnano maggior importanza a queste dimensioni, mentre i maleducati non ritengono che le "buone maniere", intese come strategie utili per vivere e rapportarsi meglio con gli altri, nel rispetto reciproco, siano fondamentali.



Nella terza parte del questionario è stato chiesto ai soggetti di dire se le buone maniere fossero innate, ossia insite nella natura delle persone, oppure apprese, cioè trasmesse socialmente dalla famiglia, dalla scuola, ecc.



Come evidenziano le Figure 6 e 7, educati e maleducati considerano le buone maniere prevalentemente apprese, quindi assegnano alla società la responsabilità di trasmetterne i contenuti.



Nella quarta parte veniva chiesto, sempre con risposta sì-no: «Secondo lei la società attuale è rispettosa delle regole e dell'educazione?».



I dati della Figura 8 mettono in evidenza che le persone considerano la società attuale maleducata e implicitamente, tenendo in considerazione i risultati precedenti, che le buone maniere non sono più diffuse dal contesto sociale di appartenenza.



image


Il questionario sui valori individuali



Il questionario sui valori individuali di Schwartz (1992) si basa sulle dieci categorie presentate nella Tabella 1.



image

Le risposte agli item sono date su una scala a sei passi che va da "opposto ai miei valori" a "della massima importanza".

Secondo Schwartz i comportamenti umani sono guidati da valori, che possono variare d'importanza e che servono come principi guida nella vita delle persone.

Nella ricerca di che trattasi si è dunque analizzato il rapporto esistente tra le tipologie educati-maleducati e i valori individuali.

Dati statisticamente significativi hanno riguardato tre valori: "Realizzazione", "Edonismo" e "Stimolazione".

Per quanto riguarda il valore "Realizzazione", si è visto che i maleducati sono più "affezionati", ossia hanno una maggior propensione alla realizzazione (successo personale, dimostrazione di bravura, ecc.) intesa come valore (Figura 9).


image



Per quanto riguarda il valore "Edonismo", hanno una maggior propensione all'edonismo (piacere, gratificazione personale, ecc.) inteso come valore (Figura 10).


image

Per quanto riguarda il valore "Stimolazione", i maleducati hanno una maggior propensione alla stimolazione (ricerca di sensazioni, sfide, ecc.) intesa come valore (Figura 11).


image

I risultati hanno sorprendentemente messo in luce come non ci sia una relazione significativa tra i valori dell'"Universalismo" e della "Benevolenza" e il comportamento educato.



Infine, dal campione totale è emerso anche che la maggiore importanza è accordata a due valori particolari, quelli della "Stimolazione" (53,3%) e dell'"Edonismo" (54,7%).




Che ne è del galateo?



Rousseau parlava di "educazione naturale": per lui l'uomo era buono per natura fin dall'infanzia e tale innocenza andava protetta dall'educazione.



image

Per i soggetti di questo millennio cortesia e gentilezza non sono doni di natura. :no no:
Deve piuttosto pensarci la società (famiglia, scuola, ecc.) a trasmetterne regole e contenuti.
Ma tali regole e contenuti sono ancora presenti nella nostra società?
Stando ai dati di questa ricerca parrebbe proprio di no. <_<
Cortesia e gentilezza sembrano ormai perdute nel dilagare di valori sempre più orientati verso un benessere strettamente personale, nel quale gli altri non sono neanche menzionati.
E, visto che il vivere comune dei nostri giorni è sempre più regolato da valori edonistici, di stimolazione e realizzazione-successo - proprio quelli che sono più in antitesi con un galateo inteso come mezzo per "far piacere all'altro" - dobbiamo concludere che nella nostra società postmoderna non possiamo aspettarci nessuna particolare crescita delle regole di cortesia, a meno che queste non servano, molto prosaicamente, a far funzionare bene qualche meccanismo di scambio sociale di cui si può aver bisogno.
Più o meno quel che succede in Internet, dove ai naviganti conviene seguire le norme del galateo online, non tanto per far piacere all'altro, quanto piuttosto per poter mandare avanti la comunicazione senza troppi equivoci o intoppi.



image

Dal Castiglione a Netiquette



Stile, grazia, nobiltà di comportamento, buon gusto... Tutto questo evoca un modello di galateo "all'antica", forse anche troppo incline alla formalità.

Eppure ben rappresenta il concetto di "cortesia" come espressione di una cultura attratta dalla stabilità, dall'eleganza del cerimoniale, da rapporti sociali sofisticati. Una persona cortese comprenderà e rispetterà la posizione sociale e le opinioni degli altri.

In Europa, per un certo periodo di tempo, la cortesia fu addirittura considerata un principio sociale, quasi un imperativo morale finalizzato a disciplinare il comportamento.

La stessa radice della parola italiana rivela la sua antica origine: prima la "corte" della società feudale, poi di quella rinascimentale.

Baldassare Castiglione, nel suo Cortegiano (1528), definiva la cortesia come un'armoniosa ed equilibrata attitudine al vivere.

Per lui coincideva con l'ideale neoplatonico dell'equilibrio tra ragione e sentimento, tra individuo e società, tra uomo e natura.

Oggi è rimasto ben poco dell'antica cortesia cavalleresca, sofisticata e idealizzata.

Per il "cortegiano" rinascimentale l'essere cortese e il comportarsi con cortesia erano in qualche modo la stessa cosa.

Esprimevano il desiderio di far piacere all'altro.



image

Nel mondo moderno, come dicono i dati di ricerca presentati in queste pagine, le cose sono cambiate. :boh:



image



image
image

Soffermiamoci sul "galateo on-line", un autentico esempio di uso pragmatico e dettato dalla necessità delle norme di cortesia.

In Internet c'è un insieme di regole denominato "Netiquette" (da "net" ed "etiquette") che si può definire come un vero e proprio "galateo della rete".

Si tratta di alcune semplici norme di comportamento e buon senso che permettono di navigare in rete senza problemi e senza conflitti.

Netiquette è un insieme di criteri che nessuno è obbligato a rispettare, ma che migliora la qualità del dialogo ed evita inutili incomprensioni.

Qualunque comunità, di qualunque genere essa sia, reale o virtuale, deve essere libera: tutti i partecipanti devono possedere pari diritti e tutte le opinioni devono essere rispettate.

Libertà, però, non significa anarchia totale. Anche in rete occorre definire l'insieme delle regole che i membri della comunità devono rispettare. è proprio questo il compito di una persona responsabile, generalmente chiamata "op" o "moderatore".
Op controlla che i componenti di una data comunità rispettino tali principi.



image

La moderazione può essere di due tipi: a priori, quando il moderatore legge e controlla i messaggi prima che essi siano immessi online, a posteriori, quando tutto viene messo in rete automaticamente e viene corretto o censurato solo in seguito.

Per rispettare le regole principali della rete è sufficiente evocare le normali regole della convivenza sociale, utilizzando lo stesso comportamento che si terrebbe in un incontro reale.

Si deve essere rispettosi, evitare gli attacchi personali, tener conto delle opinioni altrui, superare i "flames", cioè quei dissensi che possono portare ad incomprensioni, non portare in area pubblica un dibattito privato, specialmente se polemico.



image

Si deve essere generosi e condividere le proprie conoscenze, responsabili, utilizzando i servizi ai quali si è abilitati, senza usare le "parole chiave" di un altro utente.



Si deve essere brevi, non dilungandosi nei messaggi o nell'allegare file di grandi dimensioni, e disciplinati, seguendo le regole proprie di ogni servizio di comunicazione e ascoltando prima di parlare.

Poi è importante cercar di capire la cultura, le abitudini e lo stile di ogni gruppo o area di discussione.

Raccomandabile è pure badare agli aspetti emozionali: molti malintesi in rete nascono dalla mancanza della presenza fisica, delle espressioni e del tono della voce con cui diamo senso e tonalità alle nostre parole.



Per questo è buona regola utilizzare gli "emoticon" ("emotional icon", "icona emozionale") che indicano lo stato d'animo di chi scrive.




:kiss:




Articolo Originale di
Manuela Franco &
Laura Tappatà


Edited by filokalos - 26/2/2011, 11:30
 
Contacts  Top
0 replies since 24/11/2010, 08:55   566 views
  Share