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| La lezione di Wikileaks
Quando nei campus americani si diffondeva il cosiddetto movimento hacker - migliaia di ragazzi che smanettavano sui computer per scoprire i limiti imposti dai software e superarli - Julian Assange era appena nato.
Eppure questo australiano, oggi quasi quarantenne, è direttamente figlio di quella cultura anarchicheggiante e creativa basata sull’ideale secondo cui ogni segreto - specie se tenuto da governi e corporation - va smontato e condiviso in nome del bene comune, della partecipazione di tutta la società a quelle informazioni che le istituzioni (pubbliche o private che siano) vogliono tenere riservate.
Ora Assange ha dato prova di quello che questa visione del mondo è in grado di fare: rivelare i file segreti del conflitto in Afghanistan, i crimini di guerra sui civili, gli errori macroscopici dei generali americani, il doppio gioco del Pakistan e molto altro.
Una straordinaria luce di verità che ha squarciato il buio del giornalismo “ingessato”, quello degli inviati portati al fronte con il guinzaglio dal Pentagono perché vedessero e raccontassero solo quello che i comandi militari volevano far passare.
Julian Assange è costretto a cambiare casa ogni due settimane e vive quasi braccato, quando invece meriterebbe il premio Nobel per la pace.
Ma soprattutto, meriterebbe il premio Nobel la cultura che c’è dietro, quella che ha ben descritto in un recente articolo su “Limes” Enrico Beltramini, un docente italiano che si è trasferito da anni a Palo Alto, in California: una «cultura eversiva, rivoluzionaria, contestatrice, fatta di creatività, decentralizzazione, avversione per la burocrazia e le strutture gerarchiche, libertà, piacere, autoespressione, antiautoritarismo, abbandono delle inibizioni e delle restrizioni, trasparenza».
Quella, per intenderci, che sta all’opposto delle tendenze legislative sulla Rete che oggi prevalgono in Italia: tutte impostate sul mantra ultraconservatore delle regolamentazioni, delle rettifiche, delle burocratizzazioni, dei permessi da richiedere e dei moduli (cartacei!) da compilare. Articolo Originale diAlessandro GilioliEdited by filokalos - 9/8/2010, 18:06
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