Montagnaterapia - Guarire Camminando

Camminare in mezzo alla natura, confrontarsi con ambienti impegnativi, offrire aiuto agli altri e riceverlo, sono tutte cose che fanno bene alla salute. Tanto da diventare un’esperienza di riabilitazione psichiatrica e cardiologica praticata, nell’ambito del Servizio sanitario nazionale, da medici e operatori specializzati del Cai (Club alpino italiano): la montagnaterapia.

Giulio Scoppola, alpinista, psicologo della Asl RmE spiega: «Abitare spazi impervi e non modificati dall’uomo, è una preziosa opportunità per ridinamizzare la mente e il corpo dei malati».

Il risultato è un rapporto più consapevole con la natura, con se stessi e con gli altri.
Anche perché, aggiunge Paolo di Benedetto, psichiatra nella Asl di Rieti e coordinatore della montagnaterapia nel centro Italia: «In montagna le differenze si annullano. Si è uguali agli altri perché si condivide fatica, freddo, fame, sete. Inoltre, ci si sostiene reciprocamente».

La montagnaterapia funziona contro ansia e depressione.

Sandro Carpineta, psichiatra del Centro di salute mentale di Arco (Tn) e animatore del progetto Sopraimille, aggiunge: «Permette grandi miglioramenti anche nella cura di disturbi più gravi come la schizofrenia, il disturbo bipolare e l’autismo» .

Sono queste le patologie più importanti e che hanno dato il primo impulso alla montagnaterapia, che oggi si utilizza anche per affrontare le disabilità e i vari disturbi dell’apprendimento nell’età evolutiva.

E nella riabilitazione cardiologica. Francesca Lumia, cardiologa del Santo Spirito di Roma, infatti, racconta: «Ogni anno, un gruppo di pazienti, accompagnato da un’équipe dell’ospedale, effettua un soggiorno in montagna con escursioni a circa 2 mila metri. Un’esperienza che restituisce fiducia in se stessi e nelle proprie capacità».

In Italia la montagnaterapia aiuta oggi circa mille pazienti grazie al lavoro di 200 tra medici, infermieri, istruttori del Cai. E di recente è nata l’Associazione Montagnaterapia italiana.