Il Forum delle Muse

Self-Tracking: La Vita in un Bit

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 1/9/2010, 09:32     +1   -1
Avatar

Super Ñasual Dating - Authentic Maidens

Group:
Magazzinieri
Posts:
1,960
Location:
Usa

Status:


Self tracking - La Vita in un Bit

image

Il self tracking, ovvero
tracciamento di se stessi,
è un'archiviazione informatica
di ogni nostra azione quotidiana.
Ed è la prossima rivoluzione
di Silicon Valley



image

Fino a che punto conosci te stesso e sai quello che fai ogni giorno? :boh:

Se la tua reazione immediata è pensare che si tratta di una domanda banale, forse vale la pena di riflettere un attimo. :hmm:

Dopo tutto, la nostra memoria è labile e la nostra capacità di autoosservazione è tutt'altro che perfetta.
Certo, si può compilare un diario, praticare una qualche forma di meditazione introspettiva, andare una volta alla settimana da uno psicanalista.

Ma se prendiamo a paragone quello che succede nelle nostre vite professionali è subito chiaro che questi sono strumenti grezzi e primitivi. Quale manager aziendale si sognerebbe mai di operare oggi nel suo lavoro senza misurare digitalmente i fenomeni, raccogliere i dati in un pc e analizzarli in modo oggettivo?

Appunto. E allora perché non dovremmo applicare una metodologia simile anche alle nostre vite private?
Dopo tutto l'esistenza è una serie infinita di comportamenti e di scelte.
Ognuna di tali scelte genera delle conseguenze. E perché dovremmo rassegnarci a navigarla alla cieca, senza archiviare informaticamente tutto proprio come facciamo per la nostra azienda?


Un'idea del genere può suonare bizzarra, forse addirittura inquietante, eppure è il postulato che accomuna un'eclettica tribù di novelli pionieri, i cosidetti "self-tracker". :fu fi:

Una nuova generazione di microsensori e gadget digitali permette infatti di registrare, con facilità estrema e in modo continuativo, ogni sorta di informazioni numeriche. Sono ormai anni che chi pratica sport, anche a livello amatoriale, ha scoperto l'incredibile potenza dei microchip - inseriti ad esempio nelle scarpe da jogging o in apparecchietti da attaccare alla bicicletta - per misurare le proprie performance e analizzare i progressi. Ecco: i self-tracker vogliono allargare questa "automisurazione" a ogni comportamento quotidiano.

Il fenomeno che nasce nella Silicon Valley della California, anche se ormai sta dilagando un po' in tutta l'America, è fatto di gente che non si accontenta di sapere la potenza e la cadenza della loro falcata. Sono convinti che valga la pena di misurare molto altro.

Le funzioni fisiologiche, naturalmente (metabolismo, pressione, ritmi del sonno), ma anche eventi non meramente fisici: il proprio livello di concentrazione e di umore, il piacere sessuale, la noia, la fatica, le risate, le interazioni sociali (chi incontrano, di che cosa parlano) e così via.




image
FITBIT è un micro gadget da tenere in tasca,
che registra quanti passi cammini, quanti chilometri percorri, quanto e come dormi.
Con interfaccia per inserire il consumo di alimenti e per ottenere un bilancio calorico.




Con l'intento di correlare tutti questi dati, scambiandoseli e confrontandoli a vicenda, in una sorta di mega esperimento senza fine, di cui sono le cavie volontarie. Lo scorrere del tempo, ad esempio, è qualcosa che la nostra mente percepisce in modo incredibilmente elastico. Nella sala di attesa di un dottore i minuti non passano mai.



image
DIRECT LIFE è un programma di attività offerto da Philips,
con un sensore da tasca, un mini-sito personale e i consigli di un trainer virtuale
.



Ma volano velocissimi quando leggiamo un buon thriller o giochiamo a un videogame e ci accorgiamo con stupore che abbiamo fatto le tre di notte. E perché non provare allora a quantificare con precisione come lo usiamo?



image
ZEO è una Fascetta per la testa, con sensore per captare i segnali elettrici del cervello,
che comunica in modo wireless con un gadget da comodino registrando i cicli del sonno.
.



Qualsiasi manuale di management aziendale ci ripete che il tempo è denaro, l'unità di misura cruciale per migliorare l'efficienza produttiva.

Ma quando Ben Lipkowitz, un programmatore californiano, ha iniziato a misurare la sua vita minuto per minuto, con un'agendina digitale giapponese, il suo obiettivo non era professionale: voleva solo dimostrare a un coinquilino un po' pigro quanto tempo perdeva a lavare i piatti sporchi che quello lasciava nel lavello (risposta: 20 minuti al giorno).

Eppure anche partendo da finalità apparentemente banali, una volta raccolta una vasta quantità di dati, che possono essere scaricati sul computa; per poi essere visualizzati e comparati con strumenti grafici, i self-trac-ker finiscono quasi inevitabilmente per scoprire aspetti di se stessi sorprendenti e inaspettati.

Todd Becker scienziato presso una società di biotecnologie, grazie all'uso di un misuratore di glucosio per diabetici (con cui a condotto test su se stesso con identificato tante piccole modifiche nei suoi ritmi di alimentazione che gli hanno permesso di ridurre e controllare con successo il suo peso.



image

Sophie Barber, un'insegnante di Palo Alto, dopo aver registrato con pignoleria l'impatto di un particolare supplemento dietetico (un amminoacido) nel risolvere un problema di insonnia, si è accorta che aveva un effetto molto positivo anche sulla sua capacità di concentrazione.

E Seth Roberts, un professore di Berkeley, grazie a una serie di piccoli test matematici di sua invenzione, uniti a una meticolosa documentazione della sua dieta, ha scoperto una correlazione diretta fra il consumo di una certa quantità di olio di semi di lino e un significativo miglioramento nella sua performance cognitiva.

È importante notare che i self-tracker non hanno nessuna pretesa di insegnarci come dovremmo vivere.

Sono anzi i primi a riconoscere che i risultati dei loro esperimenti non sono generalizzabili.



image
Una carrellata di "tracking device"




image

Un cellulare implementato per
un self-traking sul proprio stato emotivo... :o no?:

Ma proprio perché operano su un livello completamente diverso di quello di uno studio clinico, o di una ricerca sociologica, cercando di quantificare abitudini e fenomeni individuali invece di produrre medie statistiche da vasti campioni, sono visti da molti ricercatori e accademici come l'anteprima di un'era di terapie più personalizzate.



Nei casi più estremi, documentati sul blog Quantified-Self.com di Kevin Kelly e Gary Wolf (rispettivamente fondatore e giornalista di "Wired"), i self-tracker possono apparire come narcisisti ossessivi, gente che arriva a registrare dozzine e dozzine di flussi di dati.
Mark Carranza, un ricercatore informatico americano, ha accumulato per più di 15 anni, in un programma Dos, tutte le idee che gli sono passate per la testa, per un totale di oltre un milione di note, con sette milioni di collegamenti incrociati.



image
Il logo (ed il link) del sito Quantified-self



Eppure il desiderio di ricordare meglio, di comprendere cosa condiziona i nostri pensieri, il nostro umore o la nostra salute, sembra intrigare un po' tutti.

Heather Rivers, una designer di Chicago, ha creato Monthly.info, un sito che permette di documentare il proprio ritmo mestruale, perché pensava che molte donne avrebbero trovato utile ricevere automaticamente una mail che gli ricordava quando era il caso di infilare un assorbente in borsetta.

Invece si è trovata subito subissata di richieste da parte di utenti che desideravano poter correlare il loro ciclo con altri dati (peso, umore, temperatura, appetito), magari perché desideravano un bambino, evitare una gravidanza, o anche evitare un litigio dovuto a uno sbalzo d'umore.



imageimage



image

Qualche anno fa l'idea di una scarpa fornita di microchip suonava come una trovata da fantascienza.

Oggi la linea di sneaker Nike+, che trasmettono dati ai pc da analizzare on line e condividere con un'immensa comunità di appassionati, è utilizzata da più di due milioni e mezzo di consumatori.

Non è il caso quindi di bollare i self-tracker come dei pazzi.

Colossi tipo Nintendo, Garmin, Philips, oltre a dozzine di start-up, stanno investendo su una marea di nuovi microsensori per uso personale. Forse, i bizzarri esperimenti degli odierni self-tracker sono solo un'anteprima del nostro futuro di umani bionici.


image




Articolo Originale
di
Luca Neri



Edited by filokalos - 19/11/2010, 17:27
 
Contacts  Top
0 replies since 1/9/2010, 09:32   355 views
  Share