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Cervello: istruzioni per l'uso

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view post Posted on 18/4/2010, 20:32     +1   -1
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Cervello: istruzioni per l'uso



La curva dell'attenzione dura dieci minuti.
Il 90% di quanto appreso a scuola
viene scordato dopo un mese.
E allora? Un biologo spiega come
allenarci a mantenere la concentrazione.
Individuando un nemico: il multitasking





C'è uno sconosciuto nella cabina di pilotaggio del nostro corpo: è il cervello, organo che non sfruttiamo al massimo delle sue potenzialità perché di lui ignoriamo molte cose.
John Medina, biologo molecolare dell'Università di Washington e autore di "Il cervello: istruzioni per l'uso" (Bollati Boringhieri, pp. 320, euro 22) spiega:

«Per esempio il fatto che, nei compiti in cui è x-ichiesta attenzione, è inadatto a fare più cose insieme, come guidare e parlare al cellulare.».

Sfruttare al meglio il cervello significa anche sapere come è meglio insegnare e apprendere.
E in questo gioca un ruolo centrale l'attenzione.

«Dopo i primi dieci minuti di una lezione o di una presentazione, il cervello stacca la spina. È una tendenza naturale, ma che si può combattere sapendo per esempio che il cervello elabora meglio gli stimoli carichi di contenuto emotivo. Li conserva più a lungo nella memoria e li richiama con maggior precisione rispetto ai ricordi neutri perché, nel farlo, attiva l'amigdala che, rilasciando dopamina, segnala quegli stimoli come importanti. Per un insegnante può essere dunque importante sapere che ogni dieci minuti deve lanciare al suo uditorio un "amo", per esempio un aneddoto, che susciti emozioni come il riso, l'incredulità o la paura».


Una spiritosa immagine
di
John Medina


Più difficile la gestione dell'attenzione in ufficio, dove il nemico numero uno è il multitasking, ossia lo svolgere più azioni simultaneamente.

«Il sistema cognitivo non è per nulla adatto a questo. Se riceviamo una mail mentre stiamo scrivendo un rapporto, la corteccia prefrontale anteriore deve disimpegnarsi delle "regole di scrittura del rapporto" che aveva attivato all'inizio del lavoro e lanciare a tutto il cervello un messaggio di attivazione delle "regole per leggere l'email e rispondere", compito che richiede alcuni decimi di secondo e che non può sovrapporsi all'altro, ma va eseguito in maniera sequenziale.
E questo succede per ogni interruzione: alla fine impieghiamo il 50% in più del tempo per portare a termine un compito, con il 50% in più di errori».


Via l'instant messenger dal computer, quindi, e bando agli open space. :fu fi:

Ma per aumentare la produttività non basta l'attenzione, bisogna coltivare nel modo giusto anche la memoria. ;)



«Quella che si attiva mentre ascoltiamo una lezione è la memoria a breve termine, detta anche "memoria di lavoro": è poco capiente e scalza via di continuo le informazioni archiviate per far posto a quelle successive. Se le informazioni non vengono convertite dall'ippocampo in memoria a lungo termine, le perdiamo. A un mese di distanza gli studenti dimenticano infatti circa il 90% di quanto appreso in una lezione».

Come evitare tanto spreco? Intanto sapendo il metodo elettivo del cervello per registrare i dati il cervello e come spiega Medina:
«Quanto più la codifica di una percezione è elaborata, tanto più la memoria che si forma sarà duratura e potrà essere richiamata con successo. Si tratta cioè di creare "maniglie di accesso" alla memoria, alle quali attaccarsi quando si vorrà ripescare il ricordo: quando un'informazione è multisensoriale, la memoria che si forma avrà più maniglie che permetteranno di richiamarla. Ecco perché il futuro dei libri di testo somiglia all'iPad o al Kindle: i concetti da apprendere si trasformano in testi in forma digitale, quindi arricchiti con foto e video, meglio se tridimensionali. Le figure sono "maniglie" robuste: a 72 ore dall'esposizione a un'informazione, se si tratta di un discorso ne ricordiamo il 10%, se ci sono anche immagini si arriva al 65%».



Un altro modo di creare maniglie è fornire esempi: «Migliorano la codifica del ricordo perché permettono di confrontare la nuova informazione con altri dati presenti nel cervello, facilitano cioè le associazioni mentali».

Associazioni che vanno poi consolidate grazie alla ripetizione, che resta il maggior fattore fissante della memoria a lungo termine (prendete nota, studenti! :) ).



Entro certi limiti, anche lo stress può aiutare: «Lo stress e l'apprendimento hanno una relazione che si può schematizzare come una "U" rovesciata. Un po' di stress è benefico per chi studia, perché aumenta l'ossigeno in aree del cervello che aiutano a stare più attenti, fa trattare l'informazione più efficacemente e la rende richiamabile con più velocità.
Questo dipende dall'importanza evoluzionistica che potevano avere un tempo situazioni di stress come lo scorgere un animale feroce.
Ma quando lo stress diventa troppo intenso, le capacità cognitive declinano rapidamente (parabola discendente della nostra U): quando il cervello si rende conto di non poter evitare uno stimolo avverso e continuo, comincia a funzionare male.»


L'esempio classico è il bambino che vede litigare i genitori, soffre e non può fare nulla per fermarli: «Non è un caso se la stabilità emotiva dei genitori risulta il primo predittore del successo scolastico dei figli».




Arousal (livello d'attivazione) e prestazioni raggiungono un livello ottimale quando c'è una certa quantità stress.
Le prestazioni sono scadenti sia quando non c'è stress sia quando ce n'è troppo...



Tra gli altri predittori, gli studi confermano le virtù degli Omega-3 del pesce, componenti essenziali delle membrane che avvolgono i neuroni.



Nei 2007, Joseph Hibbeln del National Institutes of Health americano, analizzando uno studio condotto su 11.875 madri, ha trovato che, a otto anni di vita, i figli di chi durante la gravidanza non aveva mangiato pesce avevano il 50% di probabilità in più di risultare i peggiori nei test sulle competenze verbali rispetto ai figli di donne che avevano mangiato più di 340 grammi di pesce a settimana.

Ma senza esagerare: 340 grammi è il limite massimo consigliato ancora oggi alle donne incinte.
Oltre, i rischi dell'esposizione al mercurio vanificano i benefici. -_-



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Articolo Originale
di
Giuliano Aluffi

Edited by filokalos - 2/5/2010, 07:44
 
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