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E liberaci dal male...

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view post Posted on 20/7/2010, 15:30     +1   -1
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Magazziniere delle Muse

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E liberaci dal male...

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Come trasformare ogni difficoltà della vita
in una sindrome da curare.
Per il nuovo DSM,
Diagnostic and Statistical
Manual of Mental Disorders

bibbia della psichiatria Usa
adottata in tutto il mondo,
sarebbero veri disturbi della personalità:
L'idea fissa del sesso, lo shopping sfrenato,
le abbuffate.
Ma c'è chi lancia l'allarme:
occhio alla medicalizzazione della normalità.
E agli interessi che la spingono.




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Qualche mese fa l'Apa ha pubblicato una bozza del DSM-V richiedendo commenti e critiche da parte di tutti gli interessati, annunciando l'organizzazione di tre fasi cliniche per testare la validità delle revisioni proposte e l'edizione definitiva sarà acquistabile nel maggio del 2013.



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Il DSM o Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, è il più diffuso e influente testo di psichiatria nel mondo occidentale.
Sulla base di questo strumento, si battezzano e si classificano le malattie mentali, ma soprattutto gli psichiatri e i neurologi diagnosticano e trattano i loro pazienti.
Inoltre, le case farmaceutiche progettano e finanziano le sperimentazioni cliniche dei farmaci, e gli enti di ricerca pubblici decidono quali ricerche finanziare.



Ultimo, ma non per importanza, i sistemi sanitari o le compagnie di assicurazione pagano le cure che sono indicate come appropriate.
Rappresentando la larghissima diffusione del DSM una fonte di incalcolabile guadagno economico per l'Apa, si comprende l'ingente investimento di 25 milioni di dollari per effettuare la revisione, a cui hanno concorso 600 psichiatri, e anche la decisione di pubblicare un'edizione che probabilmente lascerà insoddisfatti molti, ma che lancia nondimeno una serie di segnali inequivocabili sul cammino che sta percorrendo la psichiatria.

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La storia del DSM, dall'I al V, è uno dei capitoli più controversi della storia della psichiatria, anzi della storia della medicina del Novecento in generale.

Non solo perché è intellettualmente intrigante analizzare i ragionamenti che hanno portato dalle 106 malattie mentali descritte nelle 106 pagine del DSM-1 del 1952 ai 293 disturbi descritti in 886 pagine del DSM-IV del 1994. :woot:

Ma per il fatto che si tratta di una finestra storica unica sulle difficoltà e i problemi, sia teorici sia pratici, che hanno incontrato i tentativi di fornire alla psichiatria una base scientifica.

Cioè una metodologia diagnostica basata sull'eziologia del disturbo clinicamente rilevante, come è nel caso delle definizioni di malattia sviluppate dopo l'avvento della medicina sperimentale o scientifica.


Da quanto è dato capire, non ci sono più le ragazze timide di una volta.
Sono finite negli anni Settanta. :shifty:

Quelle molto spendaccione, invece, rischiano di andare fuori corso tra due anni.



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A farle fuori, con un colpo di penna, è stato e sarà appunto il DSM: che ha ribattezzato le prime come affette da «fobia sociale» e potrebbe rinominare le seconde come vittime di «shopping compulsivo».

Da quando la prima bozza della Bibbia della psichiatria è stata resa pubblica, il mese scorso, il fuoco delle polemiche non accenna a placarsi. Come ha scritto sul Los Angeles Times Allen Frances, curatore della versione precedente: «Non è troppo tardi per salvare la normalità dal Dsm-V»



Dal DSM-IV al DSM-V



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Allen Frances

Tra le "novità" che incombono nel nuovo manuale diagnostico abbiamo:



  • Eliminazione di una serie di sottotipi di schizofrenia (paranoide, disorganizzata, catatonica, eccetera) e maggiore attenzione ai sintomi comuni come allucinazioni e disturbi del pensiero, nonché alla durata e gravità di tali sintomi, nella diagnosi dei disturbi psicotici.



  • Introduzione della categoria delle dipendenze comportamentali, che al momento include solo il gioco d'azzardo, ma dove alcuni vorrebbero includere la dipendenza da internet.



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  • Aggiunta di una valutazione dimensionale della diagnosi, rispetto al criterio basato solo sulla presenza o assenza di un sintomo, per consentire agli psichiatri di valutare la gravità dei sintomi.



  • Introduzione di una diagnosi di depressione ansiosa mista



  • Riduzione da 12 a 5 dei disturbi della personalità. Sono rimasti: borderline, schizotipica, evitante, ossessivo-compulsiva e psicopatica/antisociale.



  • Introduzione della categoria di sindromi di rischio, in modo da consentire agli psichiatri di identificare gli stadi precoci di gravi disturbi mentali, come le demenze o le psicosi.



  • Introduzione della singola categoria diagnostica dei "disturbi autistici" in sostituzione delle attuali diagnosi alquanto indefinite di malattia autistica, malattia di Asperger, disturbo disintegrativo dell'infanzia, e disturbo pervasivo dello sviluppo.



  • Introduzione della nuova categoria dei disturbi da dipendenza e simili, in sostituzione della categoria di dipendenza e abuso di sostante. Questa opzione consente di differenziare il comportamento compulsivo di ricerca della droga dovuto alla dipendenza dalle risposte normali di tolleranza e astinenza.



  • Se la data d'uscita non è dietro l'angolo, non c'è comunque un minuto da perdere, avverte Frances nel suo editoriale:
    «Questa medicalizzazione all'ingrosso di problemi normali potrebbe portare all'erroneo etichettamento di disturbo mentale per decine di milioni di passanti innocenti.
    È una questione sociale che trascende la medicina.
    E per evitare il peggio è necessario che nell'analisi costi-benefici sia tenuto di conto l'interesse pubblico nel suo complesso».



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    Serve che la gente, non solo gli americani perché il manuale detta legge in tutto il mondo, sappia cos'è questo oscuro e fondamentale zibaldone della psicopatologia che rischia di compiere l'upgrade carico di conseguenze del dolore in depressione, dell'apprensione in ansia e della vivacità in iperattività. :o no?:




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    Il primo Dsm è del '52. Una specie di brogliaccio ad uso degli psichiatri militari che dovevano decidere se le reclute potevano reggere o no lo stress del combattimento.

    La seconda versione è del '68 ma non è che con la terza del '74, sotto la supervisione del leggendario psichiatra Robert Spitzer, che diventa il canone con cui distinguere i malati dai sani. All'epoca poco più di una dispensa universitaria rilegata a spirale, 150 paginette per 3 dollari e 50.




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    Mentre il Dsm-IV, licenziato nel '94 e ancora in vigore in forma leggermente rivista, ne conta oltre 900 e ne costa 83. E soprattutto ha visto in vent'anni triplicare i disturbi, da 100 a 300.
    Lo schema, la decisiva svolta di Spitzer, è quella di introdurre una checklist, una lista di sintomi in base ai quali impostare la diagnosi.
    Il disturbo ossessivo-compulsivo dunque prevede una preoccupazione per dettagli, regole e organizzazione tale da perdere di vista il movente principale, oppure l'incapacità di separarsi da oggetti di nessun valore, neppure sentimentale, o altre sei tipologie.
    Per poterlo diagnosticare bisogna averne quattro su otto.



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    Il procedimento è rimasto lo stesso ma con gli anni le patologie e le loro definizioni si sono così moltiplicate che oggi si può arrivare a un responso di schizofrenia incrociando ben 114 diversi sintomi. :blink:
    La difficoltà di base, oggi come allora, è che la psichiatria si muove su un terreno più scivoloso delle altre specialità mediche.
    Ci sono descrizioni, non marker biologici.
    Non esiste un'analisi del sangue o genetica per stabilire se sei depresso.
    Ed è per questo che il perimetro definitorio diventa così cruciale.



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    Luigi Cancrini

    Il professor Luigi Cancrini, uno dei più noti psichiatri e psicoterapeuti italiani, ammette: «Il Dsm è un'opera veramente fondamentale che ha contribuito a unificare varie tradizioni psichiatriche e ha il merito di aver sostituito "disturbo" con "malattia". La sua valutazione delle patologie dovrebbe avvenire secondo cinque assi, a partire dai sintomi per arrivare al "funzionamento globale" da 0 a 100 di una persona. Però molti psichiatri si fermano ai sintomi ed è qui che è massima la pressione delle case farmaceutiche. Se si inventano nuove etichette infatti si possono inventare nuove pillole. Invece tenendo nel dovuto conto anche gli altri assi, una persona può pur fare acquisti smodati ma se ciò non le impedisce di funzionare bene in società non si può parlare di disturbo della personalità».

    Sarebbe insomma un tratto caratteriale, non una malattia. Una distinzione che la quinta edizione rischia di rendere sempre più confusa.



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    Christopher Lane della Northwestern university di Chicago, e autore di Shyness: How Normal behavior became a Sickness, spiega: «Il proposto disordine di iper-sessualità consisterebbe "nell'occupare una gran quantità di tempo in fantasie e urgenze sessuali e nel pianificare e compiere comportamenti sessuali". Una caratterizzazione così generica in cui si può riconoscere la maggior parte degli uomini, etero o gay. Una recente indagine sulla vita sessuale degli studenti del Mit rivela che il 30% dei maschi e l'8% delle femmine si masturba quotidianamente. Dovremmo considerarli malati mentali?!». :no no:



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    L'influenza delle aziende in questa sempre più spinta medicalizzazione della normalità non è mai stata così forte, sostiene.
    E ricorda che, quando negli anni Ottanta la timidezza fu rinominata «fobia sociale» e definita da sintomi tipo la paura di mangiare da soli al ristorante o il disagio di parlare in pubblico, la GlaxoSmithKline saltò entusiasticamente su quel carro spendendo oltre 92 milioni di dollari in una campagna di sensibilizzazione dal titolo «Immaginate di essere allergici alla gente».



    paxilh

    Lane afferma appunto che: «Fu su quell'onda che il loro antidepressivo Paxil divenne un bestseller per milioni di persone e a un certo punto cinquemila nuovi americani ogni giorno iniziarono a prenderlo».
    Se fosse il problema ad aver trovato una soluzione o viceversa è oggi meno chiaro che mai.



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    Frances scrive ancora:«La nuova categoria di binge eating consisterebbe in almeno una scorpacciata alla settimana per tre mesi di fila. E allora dico che io, insieme a oltre il 6% della popolazione, ci rientro. Anche i disordini neurocognitivi minori ricomprenderebbero un sacco di persone la cui memoria semplicemente deteriora con l'età».

    Jerome C. Wakefield della New-York University e autore di The Loss of Sadness: How Psvchiatry Transformed Normal Sorrow into Depressive Disorder, mette in guardia:
    «Il pericolo non è solo nei nuovi discutibili disturbi da introdurre ma anche nel forte allargamento di quelli già esistenti. Un esempio? Circa la metà delle persone che subiscono un lutto conosce sintomi depressivi nei mesi successivi. Ciò non è mai stato considerato un disturbo mentale. Ora si pensa di chiamarla "sindrome da dolore complicato o prolungato". E magari curarla di conseguenza». :rolleyes:

    Una tendenza che gli ha fatto denunciare il rischio di «massiccia patologizzazione della popolazione».
    Tanto più che il Dsm è diventato una specie di pilota automatico nei medici, soprattutto in quelli di base che sempre più si trovano a prescrivere psicofarmaci seguendone pedissequamente la definizione.



    Perché il Dsm-V rischia di essere pericoloso?



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    Perché potrebbe fornire una conferma ufficiale ad una serie di disturbi sotto-soglia, pre-morbosi.
    Se si crea la sindrome da rischio psicotico e si cura un ragazzino che ogni tanto fa strani discorsi, si rischia di fargli più male che bene perché solo circa un terzo di chi conosce episodi del genere sviluppa poi una vera psicosi.
    Spalancare questi cancelli potrebbe far rientrare una quantità di falsi positivi talmente grande da configurare un'epidemia.

    Senza considerare che quei farmaci hanno una quantità di effetti collaterali come la perdita della libido, l'aumento di peso e un'inferiore aspettativa di vita.

    È molto più facile ingoiare una pasticca che pensare un intervento psicosociale.

    Cancrini ricorda: «Anni fa avevamo provato a far passare una legge per rendere gratuita la psicoterapia, tutti erano d'accordo a parole ma non è mai passata. E in fondo introdurre nuove patologie ha anche un effetto rasserenante sul singolo: se esiste il virus dello shopping compulsivo allora non è colpa mia, sono assolto».

    Le Big Pharma fanno la loro parte nel mercato delle indulgenze.
    Ed è un fatto che il 70% dei membri della task force che redige il Dsm-V ha ammesso rapporti diretti con l'industria, un conflitto di interessi aumentato del 20% rispetto ai curatori del Dsm-IV.



    Quando c'è da finanziare convegni o laboratori spesso sono le aziende a metter mano al portafogli. Nel suo accorato appello per fermare la deriva medicale il professor Frances ammette errori nella sua gestione: «Nell'edizione del '94 provammo a essere il più attenti e conservativi possibile nel definire le patologie. Eppure involontariamente abbiamo contribuito a tre false epidemie: il disordine da deficit di attenzione, l'autismo e il disordine bipolare nei bambini. Adesso possiamo dire che la nostra rete aveva maglie troppo larghe e ha catturato tanti pazienti che sarebbero stati molto meglio se non fossero mai entrati nel sistema sanitario mentale».
    Ex ragazzi vivaci bombardati col Ritalin. :sob:
    Siamo ancora in tempo per evitare un bis che potrebbe avere conseguenze ancora peggiori.
    L'unico trattamento efficace per superare una condizione di precarietà di natura epistemologica di cui soffre la psichiatria forse sarebbe un salutare pluralismo epistemologico, ispirato però da una rigorosa concezione naturalistica della malattia mentale.
    Gli avanzamenti delle neuroscienze stanno muovendo in questa direzione, consentendo di tornare a sfruttare in modo illuminato le teorie per ricondurre i disturbi del comportamento a quello che sono.
    Cioè alterazioni del funzionamento del cervello.





    Articolo Originale di
    Riccardo Stagliano


    Edited by filokalos - 15/7/2011, 19:56
     
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    Giovannah
    view post Posted on 28/7/2010, 14:28     +1   -1




    che caos!!!!!!!!!!!!!!!:((((((((((((
     
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    1 replies since 20/7/2010, 15:30   885 views
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