Il Forum delle Muse

Il pasto di Frankenstein

« Older   Newer »
  Share  
view post Posted on 25/5/2010, 10:10     +1   -1
Avatar

Magazziniere delle Muse

Group:
Magazzinieri
Posts:
1,960
Location:
Augusta

Status:


Il pasto di Frankenstein



Gli Organismi Geneticamente Modificati
sono nei mangimi del 25% degli animali allevati in Italia,
quindi finiscono nel latte e nella carne.
Passano le frontiere nei sacchi di soia e mais.
Si nascondono nei prodotti, anche bio.
E i consumatori sono senza difese.








Ogni anno negli allevamenti italiani si consumano quasi 4 milioni di tonnellate di soia transgenica, un quarto del fabbisogno totale. Stessa cosa vale per il mais, pur in percentuale minore.
Occultati fra farine e bevande di soia, le stesse che ogni giorno passano i confini schivando i controlli.
E serviti quotidianamente nelle stalle, dove il menù di mucche, maiali, polli e tacchini è sempre più Ogm: geneticamente modificato.
Invisibili. Nascosti. Ce n'è sugli scaffali dei supermarket. Protetti dalle concentrazioni minime che non obbligano a dichiararli sull'etichetta. O trasformati in proteine nei gelati del futuro, che non si sciolgono e non si congelano mai.
Numeri sconosciuti ai più, che circolano solo fra gli addetti ai lavori.
Così come pochi sanno che con quegli stessi animali si producono anche i grandi marchi Dop del made in Italy: dal Parmigiano al Grana, fino al prosciutto di San Daniele. Senza bisogno di scriverlo da nessuna parte, senza l'obbligo di informare chi compra.
È così che l'Ogm si diffonde, fa concorrenza all'agricoltura tradizionale, si infiltra nella nostra dieta.
Ancora proibiti nei campi, ma già legali sulla tavola degli italiani.





DALLA STALLA ALLA CUCINA


È il pasto di Frankenstein, denuncia la Coldiretti. Vegetali col genoma modificato.
Un rebus genetico difficile da decifrare, i cui effetti sulla salute non saranno chiari prima di molti anni.
Nossignore, ribattono a Confagricoltura: quei prodotti sono l'ambrosia del Terzo millennio. :angry:

Frutti high-tech e supernutrienti, piante che prevengono i tumori, proteine con proprietà farmaceutiche capaci di resistere a sbalzi climatici e parassiti.
Alle ricerche americane che mostrano come gli Ogm facciano bene, il fronte dei contrari risponde con dossier che proverebbero i danni al fegato subiti dai bovini alimentati a quel modo.
Mentre la polemica infuria, silenziose quelle tonnellate di mangime con Dna modificato entrano ogni giorno in Italia da Argentina, Brasile e Stati Uniti. Tutto secondo le regole, beninteso.
La soia RR o il mais Mon 810 hanno i documenti a posto. Hanno superato i test dell'Efsa di Parma, l'autorità europea per la sicurezza alimentare, per cui possono varcare le frontiere.
E finire nelle mangiatoie: dalle stalle produttrici del latte, ai prosciuttifici. Senza l'obbligo di esplicitarlo sulle etichette del prodotto finale. Eppure sono diventati il piatto forte delle 43 mila stalle italiane: incidono per il 10% sulla dieta dei suini, addirittura il triplo per i bovini.
Con un risparmio fra il 20 e il 30%.
Messa così saranno presto una strada obbligata, se si vuole reggere alla concorrenza globale e come spiegano all'Anacer, l'associazione nazionale dei cerealisti che rappresenta un centinaio di importatori: "Senza questi mangimi l'Italia non sarebbe in grado di soddisfare il fabbisogno degli allevamenti".
Già oggi. E Nomisma prevede che nel 2013 andrà ancora peggio: il mais non Ogm calerà del 70%.
Vuol dire che ne circoleranno meno di 26 milioni di tonnellate, quando già adesso il doppio non basta.
Inevitabile sarà l'aumento di prezzo di 4 euro ogni cento.
Martin Humphrey, portavoce di una fra le più importanti ditte di mangimistica denuncia:
"Produrre i mangimi convenzionali è costosissimo. Ecco perché l'Ogm è diventato indispensabile anche nelle filiere che producono Dop", dicono all'Assozoo, che riunisce i maggiori produttori italiani di mangimi. Trovare soia non Ogm, poi, è quasi impossibile. La produzione futura di uova e pollame biologici è a rischio. Non credo che nel 2012 ci saranno più mangimi non Ogm. Bisogna che i consumatori lo sappiano".




Mucche OGM?
No.. solo un curioso scherzo fotografico... :eh?:



IL FALSO OGM-FREE


Dalla stalla al piatto il passo è breve. Anche se non sembra. Se fai un giro fra gli scaffali dei supermercati l'etichetta Ogm, in effetti, è molto rara. La si trova ogni tanto sull'olio di semi per friggere. E poco altro. :(
Ma le cose non stanno proprio così. Le multinazionali commissionano sondaggi continui e sanno bene che l'80% degli italiani si schiera ancora contro i cibi transgenici.
Magari senza sapere bene di cosa si parli, visto che quattro adulti su dieci non conoscono nemmeno il significato della sigla. :shifty:
E così i brand mondiali preferiscono non rischiare e restare sotto soglia. Tanto, fino allo 0,9% di concentrazione nelle merendine, nei crackers, nel lievito o nella panna di soia, come di ogni prodotto in vendita in Italia, sulla confezione non serve scrivere Ogm.
Il limite è definito dai tecnici che spie come le macchine non riescono a identificare sostanze mutate sotto quella soglia, e aggiungono che durante i trasporti o nei magazzini un rischio minimo di contaminazione, di fatto, c'è e quello 0,9 mette al sicuro dal caso.
Ma a chi riempie il carrello della spesa, non basta evitare alimenti a base di mais e soia, perché l'ingrediente biotech può nascondersi nei derivati. Amido, semola, fruttosio, glucosio. Tutte sostanze che il consumatore non riconosce come a rischio.




Ecco il pomodoro nero che combatte i radicali liberi...
Onestamente: ce la fareste a mangiarlo vedendolo accanto ad uno genuino? :o no?:



È la grande contraddizione denunciata da Confagricoltura e dal suo presidente Federico Vecchioni: "Il sì o il no all'Ogm sono un falso problema. Il paradosso italiano prevede l'import e l'uso dei derivati di mais e soia transgenici, ma allo stesso tempo vieta ai produttori di accedere a queste innovazioni".


Al punto che in Italia è esploso il fenomeno opposto: sempre più spesso in etichetta compare il bollino “Ogm free”. La prova, secondo il marketing, che si sta mangiando naturale. Ma non è sempre vero. :boh:

Franca Braga di Altroconsumo spiega: "Dovrebbe essere possibile etichettare a quel modo solo a fronte di controlli precisi della filiera che non sempre si fanno".
Questo sembra oggi il tema vero sul piatto: si fanno pochi controlli e il consumatore non sa se sta comprando alimenti modificati, in una qualche fase della loro produzione, o no. E le verifiche fatte dai tecnici del ministero della Salute, che mette in atto il piano di controllo sulla presenza di organismi geneticamente modificati negli alimenti, dimostrano che sostanze modificate negli alimenti in vendita in Italia ci sono, eccome. Nel potenziale paniere transgenico c'è un po' di tutto: l'amido di mais, presente nelle farine e nella pasta, le bevande di soia, i budini, le creme salate, i fiocchi di cereali, gli integratori dietetici. Perfino pane, latte, impasti per dolci e snack salati.





Fino ai prodotti bio come il tofu, che spadroneggia nelle bioteche. Nel 2008 il ministero ha controllato un migliaio di alimenti e il 4,3% risulta positivo al test: è vero che spesso l'Ogm presente è al di sotto della soglia dello 0,9, ma in molti obiettano che l'esistenza di un limite tecnico sotto il quale non si vede la mutazione non è garanzia che quella mutazione sia irrilevante.



Non solo: i furbetti del transgenico si moltiplicano quando i controlli si spostano alle frontiere.
Sui Tir in ingresso, un campione di alimenti su 10 presentava tracce di Ogm. Tantissimi. :woot:
Anche il ministero parla di "riscontro significativo", eppure i controlli restano insufficienti: solo 54 durante l'anno.
Altroconsumo spiega ancora: "È per questo che chiediamo l'etichettatura completa dei prodotti su carni, formaggi e derivati. Il consumatore deve sapere tutto su ciò che acquista e mangia. È una mancanza grave di trasparenza.
I controlli sono difficili, lunghi e ancora troppo pochi per avere la certezza che quello che finisce in tavola sia davvero Ogm free".

Le Asl ci stanno provando. Già nel triennio 2009-2011 si prevede di intensificare le verifiche, soprattutto alle ex dogane da cui proviene il grosso degli alimenti a rischio. Anche perché se in Italia produrre Ogm è vietato, in Europa siamo circondati: Spagna, Repubblica Ceca, Portogallo, Germania, Slovacchia, Romania e Polonia coltivano regolarmente mais transgenico. Migliaia di ettari, destinati ad aumentare negli anni.




SUPER-GELATO ARTICO


Ci aggiungi il super-gelato del futuro, che dall'estate scorsa può circolare nei 27 paesi della Ue e la zona grigia degli Ogm nascosti s'allarga ancora. Si chiama cono “very strong”, realizzato con un gene rubato a un pesce artico, capace di renderlo resistente alle temperature polari. Puoi metterlo in un frigo a bassissime temperature e resta cremoso.
Eppure, sebbene la proteina Isp con cui si produce derivi da un lievito geneticamente modificato, l'etichetta Ogm non è obbligatoria.
La Fondazione diritti genetici denuncia: "È esonerato perché l'elemento transgenico usato per la produzione viene rimosso dal prodotto finale. Non è considerato un ingrediente. Non c'è scritto da nessuna parte. Chi mangia non lo sa. E i casi sono sempre di più."



Tempo d’estate e gran caldo. Il gelato è proprio quello che ci vuole ma… se fosse Ogm?
Se non avesse la caratteristica tipica di ogni icecream che si rispetti, ovvero che non si sciolga?
La Commissione Europea ha dato il via libera al gelato con proteina geneticamente modificata.



Articolo Originale di
Tommaso Cerno




Dieci volte NO all'OGM



Sintetizzare e schematizzare su un argomento complesso come tutti quelli che riguardano il cibo e l'agricoltura non è mai facile né necessariamente un bene.
Tuttavia può servire un elenco delle ragioni di chi dice "no", non per posizioni ideologiche o preconcette, come amano dire coloro che pensano di essere gli unici depositari del sapere, ma per ragioni serie e motivate, peraltro condivise anche da molti ricercatori e scienziati:

1. Contaminazione
Coltivare Ogm in sicurezza, in Italia, è impossibile; le aziende sono di piccole dimensioni e non ci sono barriere naturali sufficienti a proteggere le coltivazioni biologiche e convenzionali. L'agricoltura fa parte di un sistema vivente che comprende la fauna selvatica, il ciclo dell'acqua, il vento e le reazioni dei microrganismi del terreno: una produzione Gm non potrà restare confinata nella superficie del campo in cui viene coltivata.

2. Sovranità alimentare
Come potrebbero gli agricoltori biologici, biodinamici e convenzionali essere sicuri che i loro prodotti non siano contaminati? Una diffusione, anche limitata, delle coltivazioni Ogm in campo aperto, cambierebbe per sempre la qualità e la situazione attuale della nostra agricoltura, annullando la nostra libertà di scegliere quel che mangiamo.

3. Salute
Ci possono essere problemi di salute per animali alimentati a Ogm.

4. Libertà
Le coltivazioni Ogm snaturano il ruolo dell'agricoltore che da sempre migliora e seleziona le proprie sementi. Con le sementi Gm, invece, la multinazionale è la titolare del seme: ad essa l'agricoltore deve rivolgersi ad ogni nuova semina (poiché, come tutti gli ibridi, in seconda generazione gli Ogm non danno buoni risultati) ed è proibito tentare miglioramenti se non si pagano costose royalties.


5. Economia e cultura
I prodotti Gm non hanno legami storici o culturali con un territorio. L'Italia basa buona parte della sua economia agroalimentare sull'identità e sulla varietà dei prodotti locali: introdurre prodotti senza storia indebolirebbe un sistema che ha anche un importante indotto turistico.

6. Biodiversità
Le colture Gm impoveriscono la biodiversità perché hanno bisogno di grandi superfici e di un sistema monocolturale intensivo. Se si coltiva un solo tipo di mais, si avrà una riduzione anche dei sapori e dei saperi.

7. Ecocompatibilità
Le ricerche su Ogm indicano due "vantaggi": la resistenza ad un parassita del mais (la piralide) e a un diserbante (il glifosate). Quindi, essi consentirebbero un minore impiego di chimica di sintesi; ma la piralide del mais può essere combattuta seriamente solo con la rotazione colturale, e la resistenza a un diserbante porta ad un uso più disinvolto del medesimo nei campi, dato che non danneggia le piante coltivate ma solo le erbe indesiderate.

8. Precauzione
A circa trent'anni dall'inizio dello studio sugli Ogm, i risultati in ambito agroalimentare riguardano solo tre prodotti (mais, colza e soia). Le piante infatti mal sopportano le modificazioni genetiche e questa scienza è ancora rudimentale e in parte affidata al caso. Vorremmo ci si attenesse ad atteggiamenti di cautela e precauzione, come hanno fatto Germania e Francia, che hanno vietato alcune coltivazioni di Ogm.

9. Progresso
Gli Ogm sono figli di un modo miope e superficiale di intendere il progresso. È sempre più chiaro per consumatori, governi e ricercatori, il ruolo dell'agricoltura di piccola scala nella protezione dei territori, nella difesa del paesaggio e nel contrasto al riscaldamento globale. Invece di seguire le sirene dei mercati, la ricerca dovrebbe affiancare l'agricoltura sostenibile e mettersi a disposizione delle sue esigenze.

10. Fame
I relatori Onu dicono che l'agricoltura familiare difende le fasce di popolazione a rischio di malnutrizione. Le multinazionali invece promettono che gli Ogm salveranno il mondo dalla fame: eppure da quando è iniziata la commercializzazione (circa 15 anni fa) il numero degli affamati non ha fatto che crescere, proprio come i fatturati delle aziende che li producono. In paesi come l'Argentina o il Brasile la soia Gm ha spazzato via produzioni come patate, mais, grano e miglio su cui si basa l'alimentazione.





Dopo la Tailandia, Greenpeace porta la rice art anche in Italia.
Il 24 settembre 2009 è comparso un enorme disegno di circa 800 metri quadri
in una risaia biologica nella provincia di Milano.
Gli attivisti hanno lavorato diverse ore per tracciare
la sagoma dello stivale italiano che calcia via gli OGM.
L'obiettivo è proteggere il riso e l'agricoltura italiana
dalla minaccia dell'ingegneria genetica nel settore agro-alimentare.



Articolo Originale
di
Carlo Petrini



Edited by filokalos - 25/5/2010, 19:16
 
Top
0 replies since 25/5/2010, 10:10   656 views
  Share