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Massaggi ad Alto Rischio

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view post Posted on 20/5/2010, 13:25     +1   -1
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Massaggi ad Alto Rischio

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I due terzi dei fisioterapisti sono abusivi.
Come gran parte dei dietisti e dei
logopedisti. Un pericolo per i pazienti



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Facciamo finta d'essere parte della squadra del Dr. House e che ci troviamo di fronte il seguente caso diagnostico:
- Soggetto di 22 anni,
- Soffre di gravi disturbi dell'equilibrio con nausea e vomito,
- Alterazioni dell'umore,
- Dolori cervicali che si irradiano fino alle mani,
- Disturbi all'udito e sincopi improvvise.

Inizio della sintomatologia: Lo scorso giugno ha avuto un incidente automobilistico, niente di grave, a parte il classico colpo di frusta. Al pronto soccorso gli hanno fatto una lastra cervicale, prescritto di portare un collare per qualche settimana e poi consigliato di fare qualche massaggio.
Ed è qui che è iniziata la sua via Crucis: i problemi che a distanza di mesi gli impediscono di avere una vita normale sono emersi in seguito al lavoro del fisioterapista. O meglio, di colui che si spacciava per fisioterapista ma che in realtà non lo era.
Il nostro "caso diagnostico" è solo una delle molte vittime dei 100 mila abusivi che si spacciano per professionisti qualificati, contro i 50 mila veramente abilitati ad esercitare la professione.

Ed è purtroppo in buona compagnia: ogni anno si registrano almeno 40 casi simili, come denuncia un'indagine del Coordinamento nazionale delle professioni sanitarie (Conaps).



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Il censimento è ancora in corso, ma i dati disponibili bastano e avanzano per farsi un'idea, non solo in ambito riabilitativo.
Se la concorrenza sleale è dura per i fisioterapisti non va meglio ai podologi, dove il rapporto è addirittura di 1 a 5 (1.200 contro 6 mila non abilitati), per 3 mila ortottisti (coloro che valutano i disturbi della visione binoculare e si occupano della rieducazione in caso di handicap della vista), poi, si contano 4 mila abusivi.

Infine, nella terapia occupazionale per la riabilitazione delle persone con disordini psico-fisici, per mille professionisti ce ne sono almeno il doppio senza alcun titolo. Non si salvano neanche i tecnici di laboratorio, se è vero che su 40 mila almeno 10 mila non possono vantare un titolo abilitante.

Le cosiddette professioni sanitarie sono probabilmente l'unico ambito in cui i finti professionisti doppiano quelli veri.

Si arriva infatti a stimare in tutto un milione di furbetti che fanno visite a domicilio o che sfoggiano titoli falsi e diplomi conseguiti all'estero, spesso appesi con tanto di cornice all'interno di studi lussuosi.
E questo ha effetti gravi e talvolta drammatici sulle persone che si rivolgono a loro per essere curate. Ecco come cautelarsi...



Fisioterapisti


Chi per un mal di schiena cronico è in cerca di un fisioterapista farebbe bene a stare attento, perché ha due probabilità su tre di finire sotto le dita di un falso camice bianco. La cura potrebbe diventare allora peggiore della malattia.
I danni causati da una manipolazione cervicale sbagliata, per esempio, vanno dalle dissecazioni delle arterie - emorragie della parete del vaso che possono portare a infarti cerebrali, ischemie cerebrali e della retina - fino a lesioni del tronco encefalico, a trombosi della vena giugulare e a paraplegia e tetraplegia.

Simone Patuzzo, fisioterapista ortopedico manipolativo spiega: «I casi documentati in letteratura sono moltissimi. Alcune manovre comportano intrinsecamente dei rischi, come la rotazione e il piegamento all'indietro delle vertebre cervicali. Molti fisioterapisti le praticano, come anche molti non fisioterapisti che ne conoscono per certo le controindicazioni, sono in grado di evitarle e sanno in quali casi non vanno eseguite. È così perché lo prevede il percorso formativo universitario. Inoltre sono tenuti a mettere il paziente a conoscenza di tutti i rischi e delle ultime alternative terapeutiche disponibili.Uno specialista sa, per esempio, che i linfodrenaggi e i massaggi venosi non devono essere eseguiti su pazienti oncologici o con flebiti, eche il massaggio con l'olio caldo, per quanto possa far bene e sia piacevole, non è una pratica fisioterapica per l'artrosi. Altri rischi di una manovra non corretta? Classica è la cronicizzazione del danno. Per esempio, la lesione permanente del legamento crociato per l'utilizzo di macchine non idonee, o una sciatica che si trasforma in ernia del disco».
Dal punto di vista scientifico, quindi, chi non ha un diploma di laurea in fisioterapia o uno dei titoli equipollenti (gli unici che abilitano, laurea in medicina a parte, a svolgere autonomamente prevenzione, cura e riabilitazione delle aree della motricità e delle funzioni corticali superiori e viscerali) è considerato abusivo. E anche dal punto di vista giuridico.

Antonio Bortone, presidente sia dell'Associazione italiana fisioterapisti sia del Conaps sottolinea: «Oggi, la formazione di un qualsiasi professionista sanitario deve avvenire per legge in ambito universitario e non altrove».
Anche perché esiste un problema di occupazione. La programmazione dei ministeri della Salute e dell'Università prevede infatti, per ogni anno accademico, la selezione di soli 30 allievi per ogni ateneo per tentare di garantire loro un lavoro dopo i tre anni di studi.



Dietisti



Se gli abusivi battono i fisioterapisti due a uno, ai dietisti va anche peggio. Per 3 mila abilitati, infatti, ce ne sarebbero circa 10 mila senza titolo. Più del triplo...



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Si tratta di numeri stimati, perché, come sottolinea Giovanna Cecchetto, presidente dell'Associazione nazionale dietisti (Andid), la nutrizione sembra competenza di tutti. Pochi sanno invece che una terapia nutrizionale, come quella diretta a persone con patologie o disturbi alimentari - dalle allergie all'obesità, al diabete - non può essere assegnata da chiunque: oltre ai medici dietologi, i dietisti sono gli unici che possono prescriverla, sempre e comunque dietro indicazione medica.



Giovanna Cecchetto racconta: «Le vittime del business che gira intorno alla nutrizione, sono soprattutto le persone con problemi di sovrappeso e chi soffre di allergie o, peggio, di intolleranze. I test diagnostici, spesso assurdi come quello dei capelli e dell'unghia, proliferano. Ma sappiamo anche di abusivi che trattano disturbi molto seri, come l'anoressia e la bulimia.»

I danni che dietoterapie sbagliate possono arrecare alle persone sono subdoli, perché si manifestano dopo anni.

Nel caso dei pazienti in sovrappeso, diete non adeguate e drastiche espongono al rischio di diventare obesi cronici per motivi sia psicologici sia fisiologici; senza considerare che una perdita drastica di peso non sempre coincide con il benessere del paziente.

Nel caso delle intolleranze e delle allergie, il rischio è di prescrivere un'alimentazione squilibrata che porta a una malnutrizione.



Logopedisti



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Tiziana Rossetto

Laureati in lettere e in scienze dell'educazione, maestri di canto e infermieri non sono logopedisti.

Eppure c'è, tra i primi, chi si incarica di curare la dislessia, tra i secondi, chi tratta i noduli alle corde vocali (con il rischio di farli diventare cronici), tra gli ultimi, chi si occupa dei pazienti con disfagia, un disturbo della deglutizione che può avere serie implicazioni.

Tiziana Rossetto, presidente della Federazione logopedisti italiani afferma: «Anche in questo caso, una stima dell'abusivismo è molto difficile perché raramente queste prestazioni sono svolte alla luce del giorno e vengono almeno 5 mila su 9 mila logopedisti accreditati.»

Anche con la riabilitazione in logopedia, così come con quella in fisioterapia e nella nutrizione, si fanno i soldi: un trattamento per noduli alle corde vocali da un maestro di canto può andare dai 30 ai 100 euro.

Ma il fenomeno dell'abusivismo si ritrova anche nelle - sanità pubblica dove, per mancanza di personale, c'è chi improvvisa.

È accaduto in una Asl della provincia di Viterbo, dove un bambina dislessica che frequentava la prima elementare è stata seguita per più di un anno da un sedicente logopedista.

Tiziana Rossetto commenta: «Se qualcuno prende il posto di un logopedista senza averne le competenze, siamo di fronte a un'omissione di cura. Con il risultato di un ritardo nello sviluppo del linguaggio che poteva essere evitato.»

E si sta cercando di far luce su quanto è accaduto anche all'ospedale di Careggi (Firenze), dove un anziano con disfagia sembra deceduto per inalazione di cibo, a seguito del mancato rispetto di precise indicazioni logopediche.

Come ci si difende?

La logopedista risponde: «Difficile. Un consiglio è quello di esigere sempre una relazione della valutazione, e che l'esperto condivida le ipotesi di soluzioni con obiettivi a medio e lungo termine, specificando i tempi in cui prevedere di ottenere risultati dalla terapia».



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A proposito della categoria di che trattasi,
questa è Nicole Minetti, igienista dentale,
balzata agli onori della cronaca, candidata ed eletta
nel Consiglio regionale della Lombardia.



Igienisti dentali


Le denunce di persone che si spacciano per dentisti e odontoiatri senza avere neanche una laurea in medicina sono all'ordine del giorno (i Nas chiudono uno studio abusivo ogni tre giorni), ma non c'è da star tranquilli neanche per una pulizia dei denti.

I dati del Conaps indicano 3 mila abusivi per circa 5 mila laureati. Ma secondo i calcoli dell'Associazione Igienisti Dentali Italiani (AIDI) sarebbero molti di più: gli abusivi opererebbero in almeno la metà dei circa 35 mila studi dentistici del nostro Paese.



Licia Boldi, presidente AIDI denuncia: «In quasi ogni studio esiste la figura dell'igienista, ma spesso è solo nominale. Mentre il lavoro viene fatto svolgere ad assistenti. Gli unici abilitati a mettere le mani in bocca ai pazienti, però, sono i medici egli igienisti».

Anche se micro, infatti, quelli eseguiti dall'igienista dentale sono pur sempre interventi chirurgici.

Basta che l'operatore non sappia inclinare la punta dell'ablatore, per intaccare lo smalto e creare dei solchi permanenti.

Non solo: anche un curettage se fatto male espone a rischi: ascessi, la rimozione di tessuto in eccesso e danni alla radice del dente.





Nella giungla dei titoli



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Tra kinesiterapista, tecnici della riabilitazione, massofisioterapisti, manipolatori e massaggiatori a vario titolo, c'è di che confondersi.

Certo è che solo i fisioterapisti possono, senza la prescrizione di un medico specialista, mettere le mani su persone con una condizione patologica. I problemi sorgono però con i titoli equipollenti.

Ad oggi l'Associazione Italiana Fisioterapisti (AIFI) ne riconosce quattro: Fisiokinesiterapista, Terapista della riabilitazione, Tecnico fisioterapista della riabilitazione, Terapista della riabilitazione dell'apparato motore.




Uno degli innumerevoli servizi su professionisti abusivi
che operano in ogni angolo d'Italia

Per quanto riguarda il titolo di massofisioterapista, è in corso una lotta tra le due figure. Solo i diplomi conseguiti prima del 1996 hanno ricevuto l'equipollenza automatica.

Dopo quell'anno, infatti, i corsi sono stati chiusi, sostituiti con altri biennali; per l'equivalenza è quindi richiesto un recupero: secondo l'Aiti il kinesiterapista può intervenire solo in casi ortopedici e dietro prescrizione del medico.

Ma la confusione più grande la crea la questione aperta con i laureati in scienze motorie (ex Isef) che erano stati equiparati ai laureati in fisioterapia.

Il presidente dell'Aiti, Antonio Bortone ha commentato: «Per fortuna questo articolo di legge che trasformava un insegnante di scienze motorie in un operatore sanitario è in via di abrogazione».



Articolo Originale di
Tiziana Moriconi

Edited by filokalos - 4/4/2011, 16:45
 
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