Marilyn Monroe prima di mettersi a letto:
ha in mano la sua compagna per la notte,
ovvero la bottiglietta del profumo Chanel...
La leggenda vuole che Marilyn Monroe dormisse sempre nuda con indosso solo qualche goccia di Chanel.
Fu proprio così che venne trovata morta, nelle prime ore di domenica 5 agosto 1962, a casa sua, su Helena Drive a Brentwood, nei pressi di Los Angeles.
Il comodino di Marilyn Avrebbe ingerito pillole di barbiturici (Nembutal), a dozzine, senza ingerire neppure un goccio d’acqua.
Deceduta ufficialmente a mezzanotte, l’ambulanza viene chiamata solo alle 3.30.
Giunti sul luogo, il paramedico e l’autista dell’ambulanza, James Hall, le danno dell’ossigeno.
È vicina al coma. Si riprende, le torna il colorito in viso.
Stanno per portarla via con la barella per trasportarla in ospedale, quando arriva il suo psichiatra, il dottor Ralph Greenson, che li allontana, si china su Marilyn e le pratica una violenta iniezione intracardiaca, spezzandole una costola.
Il dottor Ralph Greenson
Marilyn muore in pochi istanti.
I paramedici sono esterrefatti: hanno appena assistito ad un omicidio. Lui è il dottore, loro poco più che infermieri, non possono protestare.
Ma cosa c’era nella siringa?
Il certificato di morte, stilato dal dottor Thomas Noguchi (il coroner - medico legale - più famoso di Hollywood, scomparso recentemente), attesterà che l’attrice è morta per avvelenamento da barbiturici, solamente, non ingeriti, anche se sul corpo non vennero riscontrati segni di punture.
Thomas Noguchi
Di Nembutal non si trova traccia nel fegato o nello stomaco. Solo nel sangue. :eh?:
Come le fosse stato iniettato in vena. O direttamente nel cuore. Effetto immediato.
Alle 4.00 del mattino l’autoambulanza viene mandata via. Vuota.
Il corpo della Monroe è ancora in casa.
Il certificato di morte stilato dal dr. Thomas Nogguchi
Prima di andarsene, l’autista vede giungere sul luogo un agente di polizia e un uomo in abiti civili.
Lo riconosce: è Peter Lawford (morto nel 1984), cognato di John Kennedy.
L'ultima foto di Marilyn:
giace morta su una
lettiga dell'obitorio... (sigh)
:
Alle 4.24 l’agente di polizia Jack Clemmons viene chiamato dal dottor Greenson.
L’attrice si è suicidata, dice.
Al suo arrivo Clemmons trova la signora Eunice Murray, governante della Monroe e Greenson, il quale con voce stridula lo incita più volte a scrivere la parola "suicidio" nel suo rapporto.
Eunice Murray,
governante della Monroe
Ma a Clemmons i conti non tornano.
Le versioni della Murray e di Greenson non coincidono e nel corso degli anni cambieranno considerevolmente.
Il sergente
Jack Clemmons
Gli viene detto che l’attrice è morta a mezzanotte, perché aspettare oltre quattro ore, con un corpo senza vita in casa, prima di dare l’avviso e chiamare la polizia?
E perché, se come afferma Greenson, Marilyn per suicidarsi si era chiusa in camera e lui per entrare aveva sfondato la finestra, i vetri rotti si trovavano fuori in giardino e non dentro, sul pavimento?
Clemmons non trovò risposte ai suoi dubbi.
Il diario di Marilyn, a cui lei stessa avrebbe accennato nella sua telefonata, pieno di argomenti scottanti e dichiarazioni esplosive, venne rinvenuto sul luogo e posto nella cassaforte dell’ufficio del coroner, Noguchi.
Il giorno dopo era svanito. Mentre avrebbe fatto testo il referto autoptico addomesticato (che avvalora la tesi del suicidio mediante ingestione di 47 pillole di barbiturici) redatto da Theodore Curfey.
L'ospedale St. John
di Santa Monica
C'è chi ritiene che, la notte della sua morte trascorsero cinque ore dal momento del decesso a quando furono avvisate le autorità.
Durante quelle ore Marilyn sarebbe stata portata all'ospedale St. John di Santa Monica, ma l'ospedale rifiutò di accettare il caso, per l'eccessiva notorietà della vittima.
Questa incerta ricostruzione, unita all'arrivo della polizia solo in piena notte, ha lasciato aperto negli anni uno strascico di speculazioni secondo cui la Murray potesse aver saputo più di quanto abbia poi raccontato.
Il senatore Bob Kennedy
Presente all’autopsia, il vice coroner Lionel Grandison avrebbe testimoniato che ad occultare le prove sarebbe stato proprio il suo capo, il coroner di Los Angeles, Theodore Curfey.
La stessa notte della morte di Marilyn, una macchina governativa con a bordo il senatore Bob Kennedy fu fermata da un agente della stradale, Lynn Franklin, a pochi chilometri dalla casa dell’attrice.
La macchina andava a 120 Km orari in una zona il cui limite di velocità era di soli 40.
L’agente riconobbe subito il senatore Kennedy, seduto sul sedile posteriore, al volante c’era Peter Lawford e accanto il dottor Greenson.
I tre erano tesi, il volto madido di sudore. Avevano fretta.
Dove era appena stato Bob Kennedy? A cosa aveva assistito?
Marilyn ritratta in uno dei suoi spettacoli riservati ai soldati del Vietnam
Il Libro di Rose Shade
Marilyn, The Last Months
La City National Bank
di Beverly Hills
È da notare che qualche giorno dopo la morte della Monroe, la Murray tentò di incassare un assegno da ventimila dollari datole dalla stessa Marilyn.
La City National Bank di Beverly Hills rifiutò di pagare la Murray, dato che la notizia della morte della Monroe era da giorni di pubblico dominio.
Inoltre la Murray, una vedova dai mezzi piuttosto modesti, partì due mesi dopo per una crociera in Europa a bordo della RMS Queen Mary. La Murray mantenne negli anni l'amicizia con l'agente di Marilyn, Pat Newcomb.
Successivamente, la Murray (con la scrittrice Rose Shade) diede la sua versione del decesso di Marilyn nel libro Marilyn, The Last Months, pubblicato nel 1970.
Un'indagine formale nel 1982 del procuratore generale della contea di Los Angeles si concluse senza nessuna credibile evidenza di un complotto, ma le storie persistono.
Il Dr. Thomas Noguchi, che seguì l'autopsia (oltre alla sua, anche quelle di altri personaggi celebri, tra cui Robert Kennedy, Natalie Wood e William Holden) scrisse nel suo libro Coroner che la morte di Marilyn era con alta probabilità un suicidio.
Il coroner Noguchi notò tuttavia alcuni aspetti contraddittori nello scenario dell'apparente suicidio.
La morte sarebbe stata dovuta infatti all'ingestione di circa 50 pastiglie di Nembutal, farmaco a base di barbiturici, e di 40 pastiglie di A idrato di cloralio, ma l'apparato digerente della "suicida" non recava traccia alcuna di quelle sostanze.
Dunque, se la morte fu causata dall'overdose di sonniferi, ma le pillole non furono assunte per via orale, qualcuno avrebbe dovuto costringere la diva ad assumere le sostanze in altro modo.
L'ipotesi sarebbe stata suffragata dalla presenza di lividi sul corpo della donna, come se qualcuno le avesse usato in qualche modo violenza.
Anche se esisteva una remota possibilità che Marilyn avesse ingerito volontariamente i sonniferi e che solo per una questione di assuefazione non ne fosse rimasta traccia, il coroner optò per un approfondimento delle indagini.
Frank Sinatra & Marylin Monroe
Ma per oscuri motivi burocratici gli organi della vittima destinati a ulteriori esami vennero distrutti, trattamento riservato abitualmente ai casi chiusi.
Sicché l'enigma resta ancora oggi aperto: si è trattato di un errore oppure qualcuno ha deliberatamente depistato le indagini?
Il dubbio è più che legittimo, dato che l'attrice aveva diversi e oscuri legami con il potere, i servizi segreti e la mafia.
Marilyn non era solo una delle attrici più in vista di Hollywood, ma era anche legata al cantante Frank Sinatra, a sua volta in rapporti con personaggi sospettati di collusioni con la mafia.
Sam Gincana
E non è tutto: era anche amica di Sam Giancana, un mafioso che aveva collaborato con la CIA.
Insomma, Marilyn era una donna che sapeva molto, forse troppo, e molti sospettano che i Kennedy, la CIA o la mafia si nascondano dietro alla sua morte
A far nascere il dubbio concorrono le relazioni intime avute dall'attrice, prima con l'allora Presidente USA, John Fitzgerald Kennedy e poi, quando questi la lasciò, con suo fratello, il futuro presidente e allora Ministro della Giustizia, Bob Kennedy (entrambi morti assassinati, rispettivamente nel '63 e nel '68).
Tutti e due i fratelli, però, troncarono la relazione, gettandola in uno stato di profonda depressione, perchè il rapporto illegittimo con lei nuoceva grandemente alle loro carriere in politica.
Marilyn non voleva rassegnarsi a perdere Bob, lo tempestò di telefonate e cercò di ricattarlo minacciando di rivelare la loro relazione.
Si parlò, quindi, di un coinvolgimento dei servizi segreti nell'oscura morte dell'attrice, in quanto diventata "un personaggio scomodo".
Altre voci affermavano, invece, che la famiglia Kennedy era coinvolta con noti personaggi della mafia, che li appoggiavano nell'avanzamento in politica e che furono questi i mandanti dell'omicidio-Monroe, la quale intralciava i loro piani.
A confermare la tesi dell'assassinio ci sono alcune indiscrezioni, che sostengono che alcuni documenti chiave sono "spariti" dal fascicolo del caso; questi documenti riguarderebbero alcuni segni di effrazione, rilevati nella casa della diva la notte della morte, la scoperta di un'ultima telefonata fatta dalla Monroe prima di morire (forse a Bob Kennedy, forse ad un amico, l'attore Peter Lawford, comunque legato alla famiglia Kennedy per parentela, forse al suo medico).