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Il Mistero di Marilyn

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view post Posted on 17/5/2010, 06:00     +1   -1
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Il Mistero di Marilyn

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Dimensione Ignoto

Le indagini sulla tragica morte
di un mito del XX secolo
si interrompono forse per un errore.
C'era qualcosa da nascondere?





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Marilyn Monroe prima di mettersi a letto:
ha in mano la sua compagna per la notte,
ovvero la bottiglietta del profumo Chanel...

La leggenda vuole che Marilyn Monroe dormisse sempre nuda con indosso solo qualche goccia di Chanel.

Fu proprio così che venne trovata morta, nelle prime ore di domenica 5 agosto 1962, a casa sua, su Helena Drive a Brentwood, nei pressi di Los Angeles.



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Il comodino di Marilyn

Avrebbe ingerito pillole di barbiturici (Nembutal), a dozzine, senza ingerire neppure un goccio d’acqua.

Deceduta ufficialmente a mezzanotte, l’ambulanza viene chiamata solo alle 3.30.

Giunti sul luogo, il paramedico e l’autista dell’ambulanza, James Hall, le danno dell’ossigeno.

È vicina al coma. Si riprende, le torna il colorito in viso.

Stanno per portarla via con la barella per trasportarla in ospedale, quando arriva il suo psichiatra, il dottor Ralph Greenson, che li allontana, si china su Marilyn e le pratica una violenta iniezione intracardiaca, spezzandole una costola.



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Il dottor Ralph Greenson

Marilyn muore in pochi istanti.

I paramedici sono esterrefatti: hanno appena assistito ad un omicidio. Lui è il dottore, loro poco più che infermieri, non possono protestare.

Ma cosa c’era nella siringa?

Il certificato di morte, stilato dal dottor Thomas Noguchi (il coroner - medico legale - più famoso di Hollywood, scomparso recentemente), attesterà che l’attrice è morta per avvelenamento da barbiturici, solamente, non ingeriti, anche se sul corpo non vennero riscontrati segni di punture.



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Thomas Noguchi

Di Nembutal non si trova traccia nel fegato o nello stomaco. Solo nel sangue. :eh?:

Come le fosse stato iniettato in vena. O direttamente nel cuore. Effetto immediato.

Alle 4.00 del mattino l’autoambulanza viene mandata via. Vuota.

Il corpo della Monroe è ancora in casa.



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Il certificato di morte stilato dal dr. Thomas Nogguchi



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Prima di andarsene, l’autista vede giungere sul luogo un agente di polizia e un uomo in abiti civili.
Lo riconosce: è Peter Lawford (morto nel 1984), cognato di John Kennedy.


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L'ultima foto di Marilyn:
giace morta su una
lettiga dell'obitorio...
(sigh)

:

Alle 4.24 l’agente di polizia Jack Clemmons viene chiamato dal dottor Greenson.

L’attrice si è suicidata, dice.

Al suo arrivo Clemmons trova la signora Eunice Murray, governante della Monroe e Greenson, il quale con voce stridula lo incita più volte a scrivere la parola "suicidio" nel suo rapporto.



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Eunice Murray,
governante della Monroe

Ma a Clemmons i conti non tornano.

Le versioni della Murray e di Greenson non coincidono e nel corso degli anni cambieranno considerevolmente.

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Il sergente
Jack Clemmons

Gli viene detto che l’attrice è morta a mezzanotte, perché aspettare oltre quattro ore, con un corpo senza vita in casa, prima di dare l’avviso e chiamare la polizia?

E perché, se come afferma Greenson, Marilyn per suicidarsi si era chiusa in camera e lui per entrare aveva sfondato la finestra, i vetri rotti si trovavano fuori in giardino e non dentro, sul pavimento?

Clemmons non trovò risposte ai suoi dubbi.

Il diario di Marilyn, a cui lei stessa avrebbe accennato nella sua telefonata, pieno di argomenti scottanti e dichiarazioni esplosive, venne rinvenuto sul luogo e posto nella cassaforte dell’ufficio del coroner, Noguchi.

Il giorno dopo era svanito. Mentre avrebbe fatto testo il referto autoptico addomesticato (che avvalora la tesi del suicidio mediante ingestione di 47 pillole di barbiturici) redatto da Theodore Curfey.



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L'ospedale St. John
di Santa Monica

C'è chi ritiene che, la notte della sua morte trascorsero cinque ore dal momento del decesso a quando furono avvisate le autorità.

Durante quelle ore Marilyn sarebbe stata portata all'ospedale St. John di Santa Monica, ma l'ospedale rifiutò di accettare il caso, per l'eccessiva notorietà della vittima.

Questa incerta ricostruzione, unita all'arrivo della polizia solo in piena notte, ha lasciato aperto negli anni uno strascico di speculazioni secondo cui la Murray potesse aver saputo più di quanto abbia poi raccontato.



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Il senatore Bob Kennedy

Presente all’autopsia, il vice coroner Lionel Grandison avrebbe testimoniato che ad occultare le prove sarebbe stato proprio il suo capo, il coroner di Los Angeles, Theodore Curfey.

La stessa notte della morte di Marilyn, una macchina governativa con a bordo il senatore Bob Kennedy fu fermata da un agente della stradale, Lynn Franklin, a pochi chilometri dalla casa dell’attrice.

La macchina andava a 120 Km orari in una zona il cui limite di velocità era di soli 40.

L’agente riconobbe subito il senatore Kennedy, seduto sul sedile posteriore, al volante c’era Peter Lawford e accanto il dottor Greenson.
I tre erano tesi, il volto madido di sudore. Avevano fretta.

Dove era appena stato Bob Kennedy? A cosa aveva assistito?



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Marilyn ritratta in uno dei suoi spettacoli riservati ai soldati del Vietnam



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Il Libro di Rose Shade
Marilyn, The Last Months

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La City National Bank
di Beverly Hills

È da notare che qualche giorno dopo la morte della Monroe, la Murray tentò di incassare un assegno da ventimila dollari datole dalla stessa Marilyn.

La City National Bank di Beverly Hills rifiutò di pagare la Murray, dato che la notizia della morte della Monroe era da giorni di pubblico dominio.

Inoltre la Murray, una vedova dai mezzi piuttosto modesti, partì due mesi dopo per una crociera in Europa a bordo della RMS Queen Mary. La Murray mantenne negli anni l'amicizia con l'agente di Marilyn, Pat Newcomb.

Successivamente, la Murray (con la scrittrice Rose Shade) diede la sua versione del decesso di Marilyn nel libro Marilyn, The Last Months, pubblicato nel 1970.

Un'indagine formale nel 1982 del procuratore generale della contea di Los Angeles si concluse senza nessuna credibile evidenza di un complotto, ma le storie persistono.

Il Dr. Thomas Noguchi, che seguì l'autopsia (oltre alla sua, anche quelle di altri personaggi celebri, tra cui Robert Kennedy, Natalie Wood e William Holden) scrisse nel suo libro Coroner che la morte di Marilyn era con alta probabilità un suicidio.

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Il coroner Noguchi notò tuttavia alcuni aspetti contraddittori nello scenario dell'apparente suicidio.


La morte sarebbe stata dovuta infatti all'ingestione di circa 50 pastiglie di Nembutal, farmaco a base di barbiturici, e di 40 pastiglie di A idrato di cloralio, ma l'apparato digerente della "suicida" non recava traccia alcuna di quelle sostanze.


Dunque, se la morte fu causata dall'overdose di sonniferi, ma le pillole non furono assunte per via orale, qualcuno avrebbe dovuto costringere la diva ad assumere le sostanze in altro modo.


L'ipotesi sarebbe stata suffragata dalla presenza di lividi sul corpo della donna, come se qualcuno le avesse usato in qualche modo violenza.


Anche se esisteva una remota possibilità che Marilyn avesse ingerito volontariamente i sonniferi e che solo per una questione di assuefazione non ne fosse rimasta traccia, il coroner optò per un approfondimento delle indagini.



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Frank Sinatra & Marylin Monroe

Ma per oscuri motivi burocratici gli organi della vittima destinati a ulteriori esami vennero distrutti, trattamento riservato abitualmente ai casi chiusi.


Sicché l'enigma resta ancora oggi aperto: si è trattato di un errore oppure qualcuno ha deliberatamente depistato le indagini?


Il dubbio è più che legittimo, dato che l'attrice aveva diversi e oscuri legami con il potere, i servizi segreti e la mafia.


Marilyn non era solo una delle attrici più in vista di Hollywood, ma era anche legata al cantante Frank Sinatra, a sua volta in rapporti con personaggi sospettati di collusioni con la mafia.



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Sam Gincana

E non è tutto: era anche amica di Sam Giancana, un mafioso che aveva collaborato con la CIA.

Insomma, Marilyn era una donna che sapeva molto, forse troppo, e molti sospettano che i Kennedy, la CIA o la mafia si nascondano dietro alla sua morte

A far nascere il dubbio concorrono le relazioni intime avute dall'attrice, prima con l'allora Presidente USA, John Fitzgerald Kennedy e poi, quando questi la lasciò, con suo fratello, il futuro presidente e allora Ministro della Giustizia, Bob Kennedy (entrambi morti assassinati, rispettivamente nel '63 e nel '68).



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Tutti e due i fratelli, però, troncarono la relazione, gettandola in uno stato di profonda depressione, perchè il rapporto illegittimo con lei nuoceva grandemente alle loro carriere in politica.

Marilyn non voleva rassegnarsi a perdere Bob, lo tempestò di telefonate e cercò di ricattarlo minacciando di rivelare la loro relazione.

Si parlò, quindi, di un coinvolgimento dei servizi segreti nell'oscura morte dell'attrice, in quanto diventata "un personaggio scomodo".

Altre voci affermavano, invece, che la famiglia Kennedy era coinvolta con noti personaggi della mafia, che li appoggiavano nell'avanzamento in politica e che furono questi i mandanti dell'omicidio-Monroe, la quale intralciava i loro piani.

A confermare la tesi dell'assassinio ci sono alcune indiscrezioni, che sostengono che alcuni documenti chiave sono "spariti" dal fascicolo del caso; questi documenti riguarderebbero alcuni segni di effrazione, rilevati nella casa della diva la notte della morte, la scoperta di un'ultima telefonata fatta dalla Monroe prima di morire (forse a Bob Kennedy, forse ad un amico, l'attore Peter Lawford, comunque legato alla famiglia Kennedy per parentela, forse al suo medico).








Edited by filokalos - 17/4/2013, 13:46
 
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view post Posted on 17/5/2010, 17:24     +1   -1
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Dopo la morte misteriosa...



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Joe Di Maggio

Joe Di Maggio si occupò dei funerali.

Secondo quanto riferì la sorellastra di Marilyn, Berniece Baker Miracle, che prese un aereo per la West Coast non appena ricevette la notizia, Di Maggio volle prendersi cura di tutte le pratiche e lei acconsentì.

Per vent'anni, Di Maggio fece recapitare sulla tomba di Marilyn una dozzina di rose rosse tre volte alla settimana.

A differenza degli altri uomini che la conobbero intimamente (o dissero di averla conosciuta), non parlò mai pubblicamente di lei e non scrisse mai un libro sulla loro relazione.



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Il negozio di fiori Parisian , dove Joe DiMaggio comprò i fiori tre volte le settimana
per la tomba di Marilyn per ben 20 anni.



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Il mitico "Happy Birthay Mr. President " Dress
indossato per il compleanno
di J.F. Kennedy

Nel testamento che Marilyn aveva redatto a scopo preventivo si lesse poi che l'attrice aveva lasciato il suo patrimonio (un paio di milioni di dollari) alla scuola di recitazione di Lee Strasberg, alla sua psicoanalista e alle cure per la madre malata.

Tanto per comprendere quanto il suo mito sia ancora vivo e vegeto basti dire che nel 1999 Christie's battè all'asta per un milione di dollari il famoso vestito color carne con il quale Marilyn cantò la canzone di buon compleanno a John Fitzgerald Kennedy.

Marilyn è sepolta in un loculo al Westwood Village Memorial Park Cemetery.

Aveva fatto seppellire lì anche Grace Goddard perché vi era sepolta anche la zia di Grace - che si prese cura di Norma Jeane per un breve periodo. Quando la sua carriera stava decollando, Marilyn chiese al suo truccatore personale, Whitey Snyder, di prometterle che alla sua morte si sarebbe occupato del trucco.

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Whitey Snyder
"ritocca"
Marylin



Snyder rispose scherzando che l'avrebbe fatto se il suo corpo gli fosse portato ancora caldo.

Alcuni giorni dopo, ricevette dei soldi e una nota: "Caro Whitey, mentre sono ancora calda, Marilyn". Mantenne la sua promessa con l'aiuto di una bottiglia di whisky.

In uno dei periodi in cui Gladys non era in un ospedale psichiatrico, sposò quello che sarebbe stato il suo ultimo marito, John Stewart Eley, che morì nel 1952. Nel frattempo le era stata diagnosticata una forma di schizofrenia.

Uscì definitivamente dalla casa di cura nei primi anni settanta e si trasferì in Florida, dove sua figlia, Berniece, la venne a prendere all'aeroporto. Morì di insufficienza cardiaca congestizia l'11 marzo del 1984, presso una casa di riposo.



Ossessionata dalle credenze dei Cristiani Scientisti, si rifiutava di parlare di Norma Jeane o Marilyn Monroe, forse per incapacità di ricordare il passato.
A quanto pare, una donna che era stata così affascinata dalle stelle del cinema da dare a sua figlia il nome di un'attrice, Norma Talmadge, non seppe mai di aver avuto come figlia una delle donne più famose della storia.
A distanza di anni vi sono ancora parecchi lati oscuri circa la ricostruzione della morte dell'attrice.
L'insolito essersi chiusa a chiave nella camera, la scomparsa delle fotografie dell'inchiesta e dei tabulati telefonici, il ritardo dei soccorsi. Anche il mistero che avvolge la sua prematura morte ha contribuito alla costruzione del suo mito.


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Edited by filokalos - 17/4/2013, 13:50
 
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