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Campione del Garda - Un resort o solo una speculazione?...

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Filokalos
view post Posted on 14/9/2016, 14:46 by: Filokalos     +1   -1
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È il 19 novembre del 2014. A Campione del Garda - un paese incastonato tra il lago e pareti rocciose alte 370 metri - tonnellate di massi s’abbattono su un grande parcheggio multipiano da poco inaugurato, divorano il retro di una palazzina nuova di zecca. E confermano, schiantandosi, i rischi previsti dai geologi nel piano regolatore originario. Ma smaccatamente contraddetti dalla giunta comunale successiva, che ha dato via libera a una maxi-speculazione edilizia da 200 milioni di euro. Proprio qui, in questo triangolo di terra ad altissimo rischio di frana. Puntualmente verificatasi. Senza provocare vittime, per fortuna, perché il paese è affollato dai bagnanti di giorno, e la montagna è crollata di notte.
La vicenda mostra come anche in questa zona ricca di turismo, olivi, limoni e imprese sane, sulla costiera bresciana dell’Alto Garda,
il territorio possa essere rovinato dagli stessi mali che in altre parti d’Italia uccidono con i terremoti, gli smottamenti e le alluvioni: sfruttamento selvaggio del suolo; affarismi privati
in conflitto con l’interesse pubblico; norme salva-vita aggirate o ignorate.
In mancanza di una “legge catenaccio” che imponga regole chiare, certe e inviolabili ovunque, l’edilizia all’italiana resta il regno delle varianti, arbitrate da politici e tecnici compiacenti. A vantaggio di pochi, mentre tutti gli altri ne pagano le conseguenze.

LA STAGIONE ESTIVA è agli sgoccioli, ma sulla spiaggia di ciottoli bianchi ci sono ancora turisti, molti tedeschi, che fioccano in questa frazione di Tremosine per il vento: a Campione la brezza è costante e attrae schiere di velisti, windsurfer, acrobati volanti del Kite. Fino al 1981 qui non si poteva nemmeno arrivare, in costume da bagno: tutto il paese, che ora ha 120 residenti, allora 750 operai, era di proprietà di un solo padrone. All’inizio del Novecento fu la famiglia Feltrinelli a costruire un imponente cotonificio sui resti di una precedente alluvione.

«Il Comune ottenne che le case iniziassero a passare a una cooperativa di noi residenti», ricorda Livio Leonesio, proprietario del minimarket sulla piazza: «Nel 1988 consegnammo un appartamento ristrutturato da 52 metri quadri per 37 milioni di lire». Fanno 40 mila euro di oggi.
Sono dettagli importanti, per capire come fu rovesciato quel sogno: «Cambiò la giunta. E cambiò tutto».

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Una veduta aerea di Campione del Garda nel 2007,
con i cantieri del maxi-progetto edilizio
travolto dalla frana del 2014

LA PROPRIETÀ DELLA FRAZIONE passa di mano fino ad arrivare, nel 2005, a Coopsette. Una grande cooperativa rossa emiliana, che ottiene dalla giunta di centrodestra la fatidica variante. Via libera al cemento, anche là dove il vecchio piano regolatore vietava qualsiasi costruzione per il rischio frane.
Sul territorio sembrano arrivate le cavallette. Per prima viene abbattuta l’antica fabbrica in stile liberty, un gioiello di archeologia industriale, da sostituire con un centro commerciale. Poi partono i cantieri: il maxi-parcheggio e le residenze di lusso al posto delle palazzine operaie. Prima della crisi, un trilocale da 64 metri quadrati viene offerto a quasi 300 mila euro. Con quei prezzi, è un’operazione da 200 milioni. «Il mondo cooperativo
e il mercato del lusso non sono in contrapposizione», ripete, entusiasta, il presidente Fabrizio Davoli. A controllare la società operativa è Coopsette, ma un terzo delle azioni è di Intermedia Merchant, la compagnia finanziaria creata dall’ex manager di Unipol, Giovanni Consorte, per tentare il rilancio dopo le fallite scalate bancarie del 2005 e la condanna per frode fiscale.
Le ruspe rosse amiche dei politici azzurri stravolgono tutta Campione. Perfino il sagrato del cimitero viene occupato, sbarrato da una cancellata di ferro per fare spazio alla nuova strada. Il limite di rispetto dei defunti è uno degli otto vincoli (ambientali, idrogeologici e urbanistici) violati dal maxi-progetto, come accusa la procura di Brescia che nel giugno 2013 sequestra tutto. Nel 2014 il pm Silvia Bonardi indaga 20 tra politici bresciani, tecnici e manager emiliani per lottizzazione abusiva e abuso d’ufficio. Il parking e il centro velico risultano costruiti nell’area a massimo rischio di «dissesto con manifestazioni disastrose», dove i primi geologi avevano «escluso qualsiasi nuova edificazione».
I costruttori accusano i magistrati di bloccare lo sviluppo esagerando i rischi. Alla vigilia dell’udienza preliminare, però, si avvera proprio il rischio più grave.

Il 14 ottobre 2014 cadono i primi massi: la strada viene chiusa. Di lì a un mese, la frana seppellisce il megaprogetto rosso- azzurro, che diventa invendibile. A Reggio Emilia intanto la Coopsette è fallita. E a Brescia è iniziato il processo all’edilizia sregolata.

Il principale imputato è un’altra classica figura italiana: l’urbanista agganciato alla politica. Che nei casi peggiori fa il doppio lavoro: come tecnico pubblico, scrive la variante; poi cambia veste e diventa consulente dei privati.

Nel caso di Campione, è l’architetto bresciano Mauro Salvadori, ora sotto processo per il suo «evidente conflitto d’interessi», «quale progettista, contemporaneamente, della proprietà privata e dell’amministrazione comunale». La sua variante aggira-frana è stata approvata da tutta l’ex giunta di Tremosine, compreso un vicesindaco anche lui in conflitto d’interessi, perché titolare di due imprese edilizie che hanno ottenuto ricchi subappalti proprio nei cantieri di Coopsette.

Salvadori è una stella dell’edilizia bresciana: ha firmato decine di piani urbanistici, compreso quello di tutta la provincia. Da più di un decennio è diventato il consulente di fiducia del centro- destra locale. Il big di Forza Italia, qui, è l’ex ministro Maria Stella Gelmini, che iniziò la sua carriera politica tra Desenzano del Garda e la Provincia di Brescia, proprio come assessore al territorio. A Campione, oggi, si contano i danni dell’urbanistica scellerata. La falesia di roccia bianca che sovrasta l’abitato è attraversata da altre faglie: i tecnici della procura denunciano pericoli di nuove frane «già presenti e in evoluzione». «Ma sa come si dice: succederà fra mille anni», commenta una barista. Ora la minaccia resta sospesa sopra il residence e la cosiddetta Università della Vela, dove si allenano i campioni delle regate. Il centro sportivo costruito da Coopsette ha riaperto quest’anno dopo «la messa in sicurezza» di un pezzo di parete rocciosa, grazie anche al sostegno del nuovo sindaco, «una persona perbene», commentano a Campione. «Lo sviluppo deve ripartire, dare occupazione», auspica Livio Leonesio del “Gruppo di azione locale”: «ma favorendo i cittadini. Il rispetto del territorio. Il turismo sostenibile. Basta speculazioni». Al tramonto la birreria sulla spiaggia spilla boccali per i turisti che si aggirano confusi tra le transenne. Metà del paese è inaccessibile. Dalle palazzine finite e mai vendute spuntano i fili elettrici. In fondo ci sono soltanto le sbarre che vietano l’accesso alla frana.

Attached Image: Campione del Garda

Campione del Garda

 
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