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Internet: bisogno, paure, opportunità

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view post Posted on 27/10/2010, 18:59     +1   -1
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Internet: bisogno, paure, opportunità


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La Rete è un mezzo che permette di accedere a grandi quantità di informazioni. Ma non è solo questo. Quando si sceglie di comunicare in un "salotto virtuale", o di scambiare idee in modalità sincrona con altre persone che condividono quella stessa esperienza, ecco che ci si trova a vivere un nuovo ambiente, molto diverso da quello in cui si è fisicamente.

Se lo scambio e la comunicazione avvengono in un posto un po' particolare, definito (ma non troppo!) dalla mediazione del computer, le emozioni vissute sono quanto mai reali. Comunicare, socializzare, condividere emozioni sono importanti aspetti della vita che si svolge nel cyberspazio.

Se ci avviciniamo con occhio curioso, ma attento, possiamo vedere come Internet sia un mondo ricco di possibilità, un vero e proprio modo nuovo di aprirsi agli altri. Ovviamente, come ogni territorio ancora in via di esplorazione, è anche ricco di paure e di pericoli, ma sarebbe un peccato che questi prendessero il sopravvento, oscurando tutto il resto.



Il bisogno


Molte persone hanno ormai sviluppato un vero e proprio bisogno della Rete, un bisogno che è ovviamente diverso da quello necessariamente presente, ad esempio, nei centri di ricerca scientifica, nel mondo della gestione dei servizi o delle infrastrutture, nel top management finanziario, ecc.

Oggi è anche, se non soprattutto, il grande pubblico ad entrare in Rete e ad invadere quotidianamente le autostrade digitali.

Gente che vuole informarsi, accedere ai servizi, acquistare prodotti, divertirsi...

Ci sono i giovani infatuati delle chat, le persone che si sentono sole e che trovano nella Rete una voce che ascolta, addirittura i bambini, con o senza i loro genitori.

Collegarsi ad Internet, e con un accesso che si sta rivelando sempre più facile, veloce e a basso costo, è insomma diventato una sorta di bisogno esistenziale.

Certo, Internet per i più è soprattutto un luogo di svago, dove si può "essere presenti" in altro modo, potenziando a costo zero le proprie capacità creative ed espressive.

Per alcuni, però, Internet può anche essere assimilabile ad un "rifugio della mente", intendendo con questa espressione un luogo in cui l'individuo si apparta per sottrarsi ai propri problemi, per evitare di elaborarli attivamente, magari anche per produrre degli acting out altrimenti impraticabili.



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È proprio in queste situazioni di "solipsismo telematico" che la Rete può intrappolare gli individui nelle sue maglie e far emergere una serie di patologie fino ad allora rimaste silenti, patologie sostanzialmente riconducibili al concetto di "dipendenza" (tra queste la tanto discussa IAD, o Internet Addiction Disorder).

Va ricordato che patologie di questo tipo si notano per lo più in soggetti con bassa stabilità emotiva e che presentano disturbi psicologici già nella vita reale.

Resta però il fatto che Internet tende per sua natura ad indurre sensazioni di onnipotenza, dovute alla percezione della possibilità (se non altro teorica) di essere in contatto con tutto il mondo e alla grande quantità di informazioni a disposizione.

È certamente un dato di fatto che, soprattutto al giorno d'oggi, le notizie sono estremamente necessarie.



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Ma questa necessità non giustifica le innumerevoli ore trascorse in certi casi davanti allo schermo, cosa che, tra l'altro, può portare a un vero e proprio sovraccarico cognitivo ("information overload") e, cosa ancora più grave, a una riduzione delle relazioni sociali nel mondo reale.

D'altra parte, per molte persone di tutte le età Internet è diventato il luogo privilegiato della socializzazione.

Nelle chat si può "entrare" e incontrare gruppi di persone con cui interagire verbalmente (digitando sulla tastiera) e parlare di qualsiasi cosa.

La chat ha sempre più assunto le caratteristiche della piazza del paese, dove giovani, meno giovani e anziani si trovano a conversare (tra i vari argomenti, manco a dirlo, uno dei più gettonati è "sesso & affini"), a esprimere opinioni sul fatto del giorno, a litigare per difendere le proprie idee, magari fino ad "alzare la voce" e ad inscenare vere e proprie battaglie verbali ("flaming").



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I gruppi delle chat, che vivono sul filo della connessione e presentano un tasso di cambiamento dei partecipanti elevatissimo, sono generalmente labili e mutevoli.

Esistono però aggregazioni più stabili e con caratteristiche del tutto diverse: sono le cosiddette "comunità virtuali".

Queste nascono quando i soggetti che sono entrati in contatto telematico sviluppano un senso di percezione-partecipazione che li mantiene uniti nel perseguimento di interessi e ideali comuni.

Questo senso di comunione ed un ambiente spaziale (virtuale) condiviso sono gli elementi caratterizzanti la comunità virtuale.

Qui il bisogno di socializzazione si tramuta spesso in piacere, la motivazione dell'individuo in scopo da raggiungere, le dita che pigiano sulla tastiera nel mezzo per realizzare tutto questo.



Le paure


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Spesso si sente dire che il cuore di Internet è costituito dalla pornografia e dalle sue estremizzazioni, quali la pedofilia, che si configurerebbero come una sorta di gigantesco magma pervasivo diffuso in ogni angolo della Rete.
Questo è in parte vero. :fu fi:
Quello che è scorretto è pensare che Internet abbia fatto nascere questi fenomeni. La pedofilia, in particolare, esisteva ben prima di Internet, anche se quest'ultima ha poi permesso ai pedofili di organizzarsi meglio, di scambiarsi materiale con maggior facilità e di creare più numerose situazioni di contatto tra pedofili e bambini.


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Marco Strano

Secondo Marco Strano, Psicologo e Criminologo, considerato uno dei maggiori esperti del mondo di Psicologia investigativa e criminal profiling, lo sviluppo di Internet «riesce a mettere in connessione pedofili di tutto il mondo con minori rischi di essere scoperti, vista l'enorme quantità di collegamenti che la Rete ospita e l'inadeguatezza delle attuali tecniche di investigazione e controllo. Secondo quanto evidenziato dalla letteratura scientifica internazionale, il terreno di coltura della pedofilia è però ancora rappresentato dalla famiglia (ristretta e allargata) delle piccole vittime e da alcune categorie sociali e professionali facilitate nel contatto con i minori come, ad esempio, parenti, genitori, insegnanti o educatori, preti, istruttori sportivi, medici, accompagnatori vari, ecc. Questo approccio da parte della comunità scientifica in realtà si discosta spesso dallo stereotipo del pedofilo diffuso a livello sociale. A tutt'oggi nell'immaginario collettivo lo stereotipo del pedofilo corrisponde al classico individuo avviluppato nell'impermeabile che si aggira nei pressi delle scuole elementari e, più recentemente, al "mostro di Internet", sostanzialmente estraneo alla sfera familiare ed affettiva della vittima. Tale stereotipo, probabilmente funzionale al mantenimento di una matrice culturale e sociale stabile e quindi in un certo senso tranquillizzante, è stato drammaticamente smentito, oltre che dalle ricerche scientifiche, anche da numerosi ed eclatanti fatti di cronaca recente che hanno rivelato come il pedofilo possa essere viceversa (spesso prevalentemente) una persona qualunque, di qualsiasi livello socioeconomico e sovente appartenente allo stesso nucleo familiare, ristretto o allargato, della vittima».



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Questo è un segnale molto importante qualora si voglia orientare la ricerca a dettagliare le tipologie di pedofili e dunque a fornire una mappa del fenomeno in grado di promuovere e indirizzare un'azione di tutela del minore, soggetto al centro della manipolazione fisica e psichica e, di fatto, vera vittima della pedofilia.

Come è possibile proteggere i bambini dai rischi della Rete? La difesa migliore è permettere al piccolo utente di Internet di navigare soltanto in presenza di un adulto (genitore, insegnante o persona di fiducia), in modo da non trovarsi in situazioni di pericolo che potrebbero essere affrontate dal bambino con ingenuità (ad esempio, fornendo i dati anagrafici in una chat) o in modo da aiutare la comprensione di contenuti troppo difficili.

La Rete è un luogo in cui ci sono cose belle e cose brutte.

È importante rendere consapevole il bambino di questa verità ed aiutarlo nelle sue esplorazioni: negargli la possibilità di usare uno strumento essenziale al suo futuro è una risposta oscurantista e inutile (basta andare dall'amico...), mentre indurre in lui un senso critico e di sana diffidenza nei confronti del nuovo mondo della Rete, assistendolo laddove occorra, è segno di responsabilità, nonché forse un nuovo dovere per il difficile mestiere di genitore.



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Altre tipiche paure che, soprattutto da parte dei media, vengono collegate ad Internet sono quelle che riguardano il mondo del commercio elettronico.

Che tensioni si vivono quando, dopo aver visitato un sito di e-commerce, ci si accinge a compilare un modulo in cui vanno inseriti i propri dati anagrafici e, soprattutto, il numero della nostra carta di credito!

Ma chi sono questi "navigatori" sull'oceano di Internet? Volendo suddividerli per fasce d'età, possiamo individuare quattro precise tipologie: i bambini, i giovani, gli adulti e gli anziani.



I bambini



I bambini (ci riferiamo alla fascia d'età compresa fra i 5 e i 12 anni) navigano generalmente in compagnia e sotto il controllo di adulti. Questo è molto importante perché il bambino possa capire l'importanza della tecnologia senza temerla e possa rendersi conto della grande quantità di informazioni alle quali si può accedere anche senza correre rischi, usando software ad hoc o motori di ricerca appositamente realizzati, come, ad esempio: Girotondo


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Una cosa, tuttavia, è importante ricordare. Il bambino non deve essere lasciato solo in Rete, non tanto per la paura, pur vera, di contatti spiacevoli con pedofili o persone perverse, quanto perché lo sviluppo delle competenze emotive e sociali del bambino non si può realizzare attraverso il mezzo tecnologico. Questo è un monito ai genitori: è importante che il bambino possa sviluppare la propria personalità in tutte le componenti sociali ed emotive proprie dell'essere umano. La competenza emotiva e sociale è essenziale per tutta la vita dell'individuo. Meglio un bimbo un po' meno "tecnologico" di un bimbo incapace di relazionarsi con gli altri!
Utili consigli per i genitori si trovano all'indirizzo:Guida Genitori.



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Gli interessi di questa fascia di utenti riguardano soprattutto siti di cartoni animati, di personaggi sportivi, di musica e di giochi, nei quali si è notato che il bambino preferisce in genere giocare in maniera individuale con il computer piuttosto che sfidare i coetanei. I bambini utilizzano la Rete anche per motivi didattici, poiché si dedicano alla ricerca di materiale riguardante scienze naturali, storia e geografia. Si veda, al riguardo, il sito: Sussidiario



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Ma i bambini collaborano anche alla realizzazione di siti, scrivendo fiabe o inviando disegni: Bimbi.it Questi piccoli navigatori si collegano alla Rete da casa propria o di amici, da scuola o dagli ospedali, soprattutto nel caso di lungodegenza. In quest'ultimo caso Internet diventa un importante strumento di contatto con i propri insegnanti (oltre che, ovviamente, con parenti e amici che necessariamente si trovano all'esterno dei reparti).



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Mediante i computer collegati in Rete, per i bambini è possibile partecipare a progetti comuni, come scrivere storie, disegnare o praticare altri tipi di attività condivisibili che permettono l'interazione e l'arricchimento di tutti i partecipanti, non solo di quelli malati.

Interagire, partecipare alla realizzazione di un progetto e sentirsi parte di un gruppo giovano al bambino malato che, in questo modo, non si sente solo, ma percepisce piuttosto uno stato di integrazione in una squadra orientata a un obiettivo.

Il suo tempo lento riacquista senso. è infatti indispensabile ricordare che ogni essere umano, in ogni istante, cerca incessantemente di produrre un senso per sé e per il mondo. In ospedale il bambino si trova in un mondo privo di senso.

Percepirsi con e, in parte, come gli altri, può attutire la perdita di senso facilitata dal contesto; può generare nuovi stimoli e processi di motivazione interiore all'azione che non possono che giovare ai piccoli pazienti.



I giovani



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I giovani (ci riferiamo alla fascia compresa fra i 13 e i 25 anni) si avvalgono di una specifica potenzialità della Rete: per loro Internet è un grande strumento per la socializzazione.

I giovani navigatori si ritrovano in Rete per comunicare tra di loro, in appuntamenti spesso pomeridiani e serali, all'interno di siti costruiti e gestiti da loro stessi.

Innanzitutto, i giovani che frequentano la scuola dell'obbligo e i giovani universitari hanno possibilità di accesso al mezzo maggiori rispetto ai giovani lavoratori. Percepiscono la Rete come un luogo di comunicazione interpersonale e come un grande giornale da sfogliare per seguire i propri interessi.

Il valore d'uso sta nello scambio di materiale, sia relativo allo studio, sia relativo al divertimento e all'organizzazione delle proprie attività.

In particolare, la fascia di giovani cui in genere ci si rivolge con la locuzione "adolescenti" usa Internet per:
1) sperimentare ed esplorare la propria identità;
2) gratificare bisogni di intimità ed appartenenza;
3) gestire la vita al di fuori delle mura domestiche in un processo di separazione suscettibile di portarli verso l'età adulta;
4) ridurre stati di frustrazione mediante rielaborazione o acting out;
5) acquisire nuove competenze informatiche;
6) trovare informazioni;
7) cercare contatti temporanei e di divertimento;
8) sperimentare l'identità sociale;
9) accostarsi a forme di sessualità virtuale.



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I giovani tendono a percepire la Rete come un grande magazzino di pagine web.

I software principalmente utilizzati sono quelli di posta elettronica, i client chat, gli instant messenger e i programmi FTP per il download di musica o immagini.



In Rete, come nella vita reale, i ragazzi parlano di scuola, scambiano consigli relativi a materie di studio e commenti sui professori.

Ci sono anche, purtroppo, siti dedicati alla televisione, a serie televisive, a singoli personaggi di queste serie, a programmi finto giovanili ma veramente demenziali...(nella foto: Maria De Filippi, colpevole di tanta tv pseudo-giovanile... :angry: )



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Un frequentato luogo di incontro è un network multimediale realizzato da e per studenti delle scuole superiori:Zai.net

In esso si possono trovare contributi, opinioni, domande e idee dei ragazzi, oltre a diverse rubriche di tematiche varie.

Non mancano siti tutti al femminile, in cui le ragazze possono chiacchierare liberamente, come: Agenda delle ragazze.


Sono molti i giovani che, soprattutto in ambito universitario, si dedicano alla realizzazione di siti molto ricchi ed elaborati, concernenti temi utili ad approfondire tematiche di studio.



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Uno di questi, ad esempio, tratta di psicologia: Ariel



Altri trattano di tematiche relative all'organizzazione delle conoscenze, alle nuove tecnologie e all'editoria multimediale:Contexto



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Gli adulti


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Gli adulti (ci riferiamo ad età inferiori ai 55 anni) e la Rete, in genere, si trovano in un solido rapporto di lavoro. Gli adulti hanno notevoli possibilità di utilizzo del mezzo, sia perché hanno disponibilità economiche maggiori, sia perché alcuni dispongono di un accesso Internet direttamente nel posto di lavoro.

Occorre ricordare che queste possibilità di accesso sono maggiormente distribuite presso chi lavora nel campo dei servizi e della New Economy. In ogni caso, la Rete è percepita principalmente come luogo di informazione finanziaria e commerciale. Gli adulti si affidano alla Rete come a un mezzo ulteriore (non alternativo) di ricerca di informazione dettagliata per l'acquisto di beni di consumo durevole (ad esempio, navigando in siti di comparazione fra prodotti), o come mezzo di contatto orientato al business.

Gli ostacoli principali sono di natura psicologica e tecnologica. :hack:

Nel primo caso, per l'adulto, si pone con maggior intensità il problema della credibilità, della fiducia e della sicurezza del mezzo; nel secondo esiste una sorta di barriera all'ingresso costituita dall'apprendere le modalità di interfaccia con la Rete e di ricerca avanzata.
Il principale strumento utilizzato è senza dubbio la posta elettronica.
Molto usati sono anche strumenti specialistici avanzati riconducibili alle singole professioni; gli adulti seguono la visione di pagine web secondo percorsi piuttosto rigidi (legati al lavoro e agli interessi specifici), lasciano poco spazio agli aspetti ludici e alla socializzazione, tanto è vero che sono meno usati gli strumenti di messaging e di chat, anche se sta cominciando ad emergere una tendenza all'utilizzazione ludica del mezzo in gruppi lavorativi.



Articolo a cura di
Gabriella Pravettoni,
Alessandro Beria,
Silvia Guberti



Edited by filokalos - 12/12/2010, 17:23
 
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