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Chi può dimenticare è salvo - Memoria del trauma e romanzo esistenziale

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Filokalos
view post Posted on 3/11/2010, 15:44 by: Filokalos     +1   -1
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Per deontologia e per onestà intellettuale non è giusto fare diagnosi e prognosi "a distanza".

Se ti sei imbattuto nel Web o nel mondo reale in qualcuno che ti ha dato consigli e formule magiche dopo che avevi descritto in pochi minuti i tuoi disagi, diffida: era sicuramente un cialtrone.

Dato che hai citato degli psicofarmaci, spero che chi te li ha somministrati sia stato uno psichiatra, o quanto meno un medico, altrimenti oltre che con un cialtrone hai avuto a che fare con un delinquente...

Strano però che per un disturbo post-traumatico ti sia stato prescritto un ansiolitico, spesso consigliato, ahimè, anche per fenomeni depressivi inducendo spesso e volentieri stati di quasi totale "intontimento" da parte di chi ne assume dosi giornaliere...

Comincio a sentire puzza di bruciato...

Almeno per lo scrivente la psicologia è una scienza e come tale deve appoggiarsi su dati "reali", come l'anamnesi (ovvero la storia clinico-biografica del paziente) episodi ricorrenti, sintomi e altri dettagli che di solito hanno bisogno di almeno un paio di sedute psicoterapeutiche, ovvero dopo almeno 2-3 ore di colloqui strutturati secondo un protocollo condiviso da scuole psicoterapeutiche, riconosciute dall'Ordine Nazionale degli Psicologi.

Tali sedute preliminari devono essere fatte non da semplici laureati ad un corso universitario quinquennale, ma da gente che oltre alla laurea, ha, nel proprio curriculum, almeno una specializzazione quadriennale e, se l'orientamento professionale è di tipo psicoanalitico, necessita anche un training personale con almeno due anni di analisi presso professionisti di riconosciuta esperienza.

L'unica cosa che mi sento di dirti è che per quanto catastrofico sia stato il trauma emozionale, uno o più lutti, esperienze di tortura e/o vessazioni particolarmente sadiche, dopo 27 anni sono rimasti solo gli effetti secondari o addirittura di terza generazione, cioè quelli che ti puoi essere praticamente "auto-inflitto", cercando di fronteggiare prima il trauma e poi la paura che potesse succedere di nuovo.

E consigliarti, a meno che non mi sia clamorosamente sbagliato, di fare tutto un percorso "inverso" a quello che hai fatto tu per sfuggire al primo episodio di grande disagio: ovvero eliminare la tendenza a trovare soluzioni "esterne" (ovvero assumendo psicofarmaci), fronteggiare e correggere condotte fobiche, guardare meglio dentro sé stessi per vedere se il disagio di oggi non sia nato prima dell'evento traumatico e che questo in fondo non ha fatto altro che incoraggiare alcune tendenze comportamentali già in possesso.

Ma tutto questo ha bisogno di un primo ed indispensabile requisito: avvalersi di professionista serio che ha già esperienza nel campo.

Diffida ed evita come la peste di professionisti che fanno e/o curano tutt'altro durante le loro settimane.

Se non trovi (o non hai risorse economiche per) uno psicoanalista iscritto alla S.P.I. (Società Psicoanalisti Italiani), vedi se ci sono professionisti consigliati da altre scuole riconosciute a livello nazionale per quanto riguarda gli interventi in campo psicoterapeutico.

Mi sentirei di sconsigliarti di affidarti alle cure di medici e/o psicologi "psicosomatisti" dato che hai parlato più di paure che di veri malesseri fisici, ma dato che ho solo 4 righe della tua storia clinica, almeno per ora non escludiamo nessuno...



Edited by filokalos - 3/11/2010, 20:07
 
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