Il Forum delle Muse

Marsala

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Andbeat
view post Posted on 12/10/2008, 11:10     +1   -1




Borghi Marinari della Sicilia

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Quinta di 10 tappe nei borghi marinari della Sicilia. Dopo Brolo e Cefalù, Giardini Naxos, Licata, facciamo scalo, come se fossimo dei novelli garibaldini, a ...



Marsala





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Il suo nome viene dall'arabo "Marsa Ali", il porto di Ali.
Non c'entra per niente Allah.
Anticamente fu Lilybeum.
La storia di Marsala, però, si fonde con quella dell'isola di Mozia, al centro dello Stagnone, importante colonia fenicia ricca pure di un antico bacino di carenaggio, il "kothon".

La protezione civile dell'isoletta prevedeva una strada subacquea lastricata che permetteva un tempo il passaggio di carri e pedoni giacché la profondità dell'acqua non supera il metro.


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Marsala nacque in seguito alla disfatta dell'isoletta distrutta nel 397 a.C. dal siracusano Dioniso II.
Dopo il saccheggio e l'incendio della città, i superstiti si rifugiarono in terraferma nei pressi di Capo Boeo.

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Cinta di mura poderose diventò una base strategica cartaginese. Dominò su quel braccio di mare determinante per la navigazione e i commerci con la dirimpettaia costa africana fino a quando, nel 241 a.C. la flotta romana, comandata da Lutezio Catulo, non ne segnò la sconfitta definitiva con la battaglia delle Egadi.



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Con la presenza musulmana acquisì notevole importanza, venne fortificata e tenuta in grande considerazione perché baluardo, più tardi, contro le scorrerie dei Turchi.
Piazza Loggia è il cuore della città. Un cuore antico edificato a partire dal Cinquecento.
Uno stupendo scenario teatrale che ha come quinte il Palazzo VII Aprile e la Cattedrale intitolata a San Tommaso di Canterbury.

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In questa piazza si godono gli intricati voli di migliaia di rondini e le fresche delizie di maestri gelatieri. Anche se l'immagine più voluttuosa di Marsala è affidata, in inverno naturalmente, a creme di ricotta di pecora con cui si fanno cassate e cannoli che sono uno dei tanti peccati di gola di queste parti. Non per nulla si dice che qui la cassata abbia visto la luce. Forse perché a quelle delizie pasticciere bisogna far seguire un bicchiere di buon marsala. Quale?



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Saperlo ordinare è da baroni siciliani, diceva sorridendo un arguto sommelier. I marsalesi, in ogni caso, non sono di quelli che si lasciano intimidire da trigliceridi e colesterolo.
Qui, saltando le nuvole del mito della Sibilla Lilibetana ed i fumi della polvere da sparo delle Camicie rosse, si scoprono le radici della storia dell'Isola intera.
Perché qui nacque quella borghesia imprenditoriale di cui non si sa bene se cantarne la trenodia o il peana.

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Marsala offre incontri assolutamente indimenticabili. Antiche cantine, chiese barocche, conventi e monasteri chiusi fra alte mura, improvvisi cortili arcati oppure inattesi giardini rigogliosi di limoni e aranci. Anche preziosi sorrisi di donne che rimandano alle Uri del paradiso di Allah.



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II nome della città è legato al celebre vino.

Che fu invenzione di John Woodhouse, un intraprendente inglese di Liverpool,
che lo scoprì nel 1773. Fu Horatio Nelson però a decretarne il successo facendolo adottare nel 1798 su tutti i vascelli della flotta di Sua Maestà Britannica.



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E poi c'è il celebre sbarco dei Mille che ci tormenta fin dalle elementari. Per la verità, quando Garibaldi sbarcò a Marsala, l'11 maggio del 1860, i "Mille" erano soltanto 776 perché gli irriducibili repubblicani, capitanati da Callimaco Zambianchi, si fecero sbarcare a Talamone quando seppero che s'andava a liberare la Sicilia in nome di re Vittorio Emanuele II.
Quando, poi, lo Stato italiano decise di assegnare una pensione ai "Mille" superstiti, se ne contarono quasi diecimila!


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Davanti a un bicchiere di marsala vi racconteranno pure che il famoso slogan "Roma o morte", che Garibaldi utilizzò per la sua "impresa d'Aspromonte", nacque proprio a Marsala. Lo urlò un oscuro marinaio marsalese durante un infuocato comizio dell'Eroe che lo raccolse e lo fece suo. Vi incuriosiranno raccontandovi che il famoso cavallo bianco di Garibaldi fu
in realtà una giumenta grigia, dono di Sebastiano Giacalone Angileri.
Carità pelosa, come si dice, visto che aveva 23 anni nel fatidico 1860.
Ma tant'è, lui la ribattezzò Marsala e se la portò fino a Caprera.



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Persino sul letto di morte, il 2 giugno 1882, fu posto sulla salma un dono dei marsalesi: un tricolore con la scritta "Marsala al suo liberatore".



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Non perdetevi un incontro con la Sibilla. Ne vale la pena.
Si accede al suo antro dalla chiesa di San Giovanni Battista, compatrono della
città. All'interno c'è la sua statua cinquecentesca attribuita ad Antonello Gagini.
Da lì si scende una ripida scala scavata nel tufo che porta fino a una grotta nella quale oracolava la Sibilla Lilibetana: se siete fortunati e accompagnati da una brava guida, proverete emozioni inattese. Marsala è il luogo ideale per chi ama l'archeologia: basta visitare il Baglio Anselmi dove, tra le tante cose da ammirare, vi troverete davanti a una nave punica del III sec. a.C.



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Uno degli incantesimi celati di questa città è il Museo degli Arazzi.
Furono donati nel 1589 da don Antonio Lombardo.
Sono otto splendidi arazzi fiamminghi, ben sistemati e illuminati, dal disegno perfetto e i dettagli accurati, opera di Pedro de Campana o Piter der Kampaner se preferite.
Rappresentano uno dei mille tesori di questa nobilissima città di mare.



:saluto:

Edited by filokalos - 24/5/2012, 10:52
 
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